In questa lunga analisi parliamo della Cina, che continua a rappresentare un pilastro imprescindibile nell’asset allocation globale, confermandosi come la seconda economia e il secondo mercato azionario e obbligazionario al mondo. Secondo Jonathan Krane, CEO di KraneShares, e autore dell’analisi, il Paese va considerato come una asset class a sé stante, alla stregua di quanto avvenne per il Giappone negli anni ’80, data la sua crescente indipendenza economica e il rapido sviluppo del settore del wealth management. 

Jonathan Krane, CEO di KraneShares

La Cina resta una componente fondamentale dell’asset allocation globale. È la seconda economia al mondo, il secondo mercato azionario e obbligazionario e può contare sul settore del wealth management con la crescita più rapida. Riteniamo che la Cina debba pertanto essere considerata una asset class a sé stante, proprio come il Giappone negli anni ’80, quando si affermò come potenza economica indipendente dall’Asia. Anche se molti continuano ad investire in Cina indirettamente attraverso strategie sui mercati emergenti, il Paese merita di essere considerato separatamente.

Durante la pandemia, si è registrata una crescita significativa dei tassi di risparmio. Adesso c’è quindi un’ingente massa di liquidità in attesa di essere investita e, se il sentiment migliora, questo denaro confluirà nei consumi e nei mercati azionari. Proprio per sfruttare questo potenziale economico, il governo cinese è molto concentrato sul ripristino della fiducia dei consumatori cinesi.

Uno dei settori dove potremmo vedere un incremento nei consumi è quello del lusso. La Cina è il maggiore mercato luxury al mondo e quello con la crescita più rapida. Con l’espansione della classe media e la diffusione della ricchezza tra 1,4 miliardi di persone, la domanda di beni di lusso continuerà ad aumentare. Inoltre, se inizialmente i brand globali si sono concentrati sulle città “top tier” o di prima fascia, ora anche le città di seconda, terza e quarta fascia offrono un enorme potenziale di crescita.

Le tensioni geopolitiche alimentano naturalmente il patriottismo e si registra una maggiore propensione dei consumatori a rivolgersi ai brand nazionali, proprio come hanno fatto i consumatori americani. Tuttavia, i consumatori cinesi continuano ad acquistare prodotti di lusso internazionali, sia nel proprio Paese che all’estero. Inoltre, i social media e le partnership con influencer svolgono un ruolo fondamentale nel consumo di beni di lusso.

Allo stesso tempo, la Cina sta assistendo a rapidi progressi tecnologici, in particolare nel settore del clean tech e dei veicoli elettrici, che rafforzano l’interesse e la fiducia nei brand locali.

Il Paese sta investendo molto nell‘energia pulita, solare ed eolica, oltre che nei veicoli elettrici e nelle batterie. L’adozione di questo tipo di energia e di veicoli è elevata e questo stimola la competitività. La Cina poi ha un vantaggio nella commercializzazione efficiente della tecnologia. Va segnalato inoltre che gli stessi consumatori sono più attenti a uno stile di vita clean e allo sviluppo sostenibile; pertanto i brand che si allineano a questi valori guadagneranno sempre più fiducia.

Un altro settore dove si registra un crescente interesse è il turismo legato alla natura e al benessere. Con l’espansione delle città, le persone organizzano sempre più gite fuori porta. Mentre prosegue la riapertura post-Covid, il turismo interno è in forte espansione e si registra una ripresa anche dei viaggi internazionali.

Per esporsi a questi temi, gli ETF rappresentano un ottimo strumento, in particolare quelli allineati a temi come l’intelligenza artificiale o l’e-commerce. Invece che sulle notizie di breve termine, riteniamo ci si debba concentrare sulle tendenze di lungo periodo come la crescita dei consumi cinesi e la leadership tecnologica. Sebbene gli Stati Uniti abbiano registrato risultati incredibili per oltre dieci anni, ora la diversificazione è diventata fondamentale. In questo contesto, la Cina offre una bassa correlazione e opportunità di investimento uniche.

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