Fare “country picking” nei mercati emergenti. I mercati emergenti sono tornati in testa alle preferenze degli operatori. E, tra questi, l’India rimane tra gli asset preferiti dai gestori. La “più grande democrazia del mondo” continua infatti a piacere per la dinamicità dell’economia e nonostante i multipli azionari correnti. Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, fa il punto della situazione su questi mercati, indicandoci le sue preferenze.

Nel prossimo decennio gli investitori azionari dovranno far fronte a un maggiore protezionismo commerciale e a rivalità regionali, a un ritardo nella transizione climatica e alla trasformazione tecnologica. Nelle nostre “Capital market Assumption 2025”, che esaminano le aspettative di rendimento a lungo termine per 40 asset class globali, intravediamo dinamiche mutevoli nei mercati azionari, caratterizzate in alcune regioni selezionate da una forte crescita degli utili, mitigata da sfide sul fronte delle valutazioni.

Ci aspettiamo che le azioni dei mercati emergenti sovraperformeranno quelle dei paesi sviluppati nei prossimi dieci anni, con variazioni tra i vari paesi. Sebbene le prospettive per le azioni cinesi siano migliorate grazie al sostegno politico di Pechino che ha ridato un certo grado di fiducia ai mercati, la loro performance dipenderà dalle misure di politica interna e dalle politiche commerciali degli Stati Uniti.

Il nostro scenario centrale ipotizza che il sostegno fiscale compenserà l’impatto economico degli attuali dazi sulle importazioni statunitensi dalla Cina, ma queste aspettative saranno messe alla prova se l’amministrazione statunitense le rialzerà verso i recenti picchi.

Azioni indiane (ma non solo)

Le azioni indiane continuano a guidare la classifica delle aspettative del comparto azionario con un rendimento annualizzato dell’8,2%, grazie alle solide prospettive di crescita degli utili che compensano le valutazioni elevate. Il mercato indiano appare meno impattato dalle pressioni tariffarie che stanno colpendo i poli industriali asiatici come Vietnam e Indonesia. Inoltre, l’India sta traendo vantaggio della rivalità tecnologica in corso tra Stati Uniti e Cina. Le multinazionali che cercano di diversificare le loro catene di approvvigionamento si rivolgono all’India come interessante destinazione alternativa per l’innovazione. L’ecosistema indiano di start-up, in rapida crescita, risulta attraente anche per gli investitori globali alla ricerca di nuove opportunità di crescita. I dati demografici e una classe media in ascesa rafforzano ulteriormente la sua attrattiva.

Il Pacifico condivide un analogo outlook positivo. Le azioni giapponesi stanno beneficiando del miglioramento della governance societaria, con conseguente aumento dei rendimenti per gli azionisti. Inoltre, la fine della lunga battaglia del paese contro la deflazione dovrebbe favorire un ulteriore miglioramento del suo mercato azionario.

A livello settoriale, l’intelligenza artificiale continuerà a sostenere l’IT, seguito a ruota dall’healthcare, con i benefici che si estenderanno gradualmente ad altri settori. La democratizzazione dell’IA e la trasformazione da “hyperscaler” a “enabler” nel settore dei software dovrebbero contribuire ad aumentare la produttività globale e i rendimenti azionari nel lungo periodo.

I cambiamenti climatici e le dinamiche geopolitiche favoriranno le spese in conto capitale, avvantaggiando il comparto industriale rispetto ai settori dei beni di consumo di prima necessità e discrezionali. L’energia, i materiali e i beni di prima necessità subiscono l’impatto più negativo dai cambiamenti climatici e dalle considerazioni ESG, mentre le utility hanno performance leggermente migliori ma rimangono al di sotto delle medie di mercato della regione.

Per gli investitori questo panorama in evoluzione indica la necessità di cercare opportunità nei mercati emergenti, in Europa e nella regione del Pacifico escluso il Giappone. L’allocazione settoriale si rivelerà cruciale, con particolare attenzione al modo in cui l’intelligenza artificiale, le iniziative sul clima e i cambiamenti nelle politiche rimodelleranno i rendimenti degli investimenti nei vari settori e regioni.