Il Ftse Mib si riprende, i “Cani del Ftse Mib” di più. Il recupero dei listini dopo la volatilità indotta dalla geopolitica (e dall’Amministrazione Trump) è stato importante. E ovviamente anche il mercato azionario italiano si sta muovendo bene. Con il risiko bancario in atto, il Ftse Mib è in ascesa e da inizio anno è a +16,73%. Più disperse, ma tutte al di sopra dell’indice, le performance dei portafogli dei Cani del Ftse Mib. Possiamo quindi dire che se il Ftse Mib si riprende, i “Cani del Ftse Mib” di più (anche se in realtà non hanno mai accusato troppi colpi o ribassi).
Non sai cosa è o come è composto il Portafoglio dei Cani del Ftse Mib del 2025? Scoprilo qui!
I Cani del Ftse Mib non sono altro che portafogli costruiti utilizzando solo titoli dell’omonimo indice di Piazza Affari. Il risultato, quindi, ancora una volta dà ragione alla teoria del gestore statunitense Michael O’Higgins.

Il Portafoglio “Cani del Ftse Mib” è una classica strategia “lazy” azionaria. Ne abbiamo parlato nel nuovo libro “Lazy Portfolio” (ed. Hoepli) che potete trovare nelle migliori librerie, oppure qui su Amazon.
I risultati dei “Cani 2025”
I tre portafogli segnano, come detto, risultati “dispersi”, ma comunque tutti superiori rispetto all’indice di riferimento. In dettaglio, quello “10 dogs” si attesta al +29,6%, grazie soprattutto ai risultati di Pop. Sondrio (+56%), Unicredit (+50%) e Mediobanca (+49%). Più performante il portafoglio “5 dogs” (+36,69%), mentre quello cosiddetto “PPP”, quest’anno composto da Snam rimane più indietro, ma segna comunque un +26,2%. E ha già consegnato un primo dividendo pari a 0,116 euro per azione.
La tabella qui sotto riporta in dettaglio i risultati dei titoli che compongono i tre portafogli. Nel frattempo è completa la tempistica e i quantitativi dei dividendi erogati tra aprile e maggio, e quelli che saranno staccati a breve questo mese.

Come si costruiscono i portafogli
Il primo, quello dei “10 dogs” comprende appunto i 10 titoli con il dividend yield maggiore scelti tra i 40 del Ftse Mib. Ordinando i 10 titoli per prezzo crescente e prendendo i primi cinque (quelli cioè con il prezzo inferiore) si ottiene il secondo portafoglio “5 dogs”: alla base del metodo è il fatto che un incremento (in assoluto) del prezzo ha un impatto percentuale maggiore su un titolo con un prezzo basso piuttosto che alto. I due portafogli sono tutti equipesati, ovvero ogni singolo titolo all’inizio ha la stessa percentuale di allocazione.
Il terzo e ultimo portafoglio, detto “PPP” è composto infine da un solo titolo: il secondo dell’ordinamento (dal prezzo più basso a quello più alto). Si tratta solo di una anomalia statistica scoperta da O’Higgins ma valida anche sul mercato italiano: in genere – ma ovviamente non è una certezza – è un titolo che sovraperforma il mercato.
Nel passato, storicamente, i vari portafogli sul Ftse Mib si sono ben comportati. Ne abbiamo parlato diffusamente nel libro “La Ruota dei mercati finanziari” edito da Hoepli. Seguiamo mese per mese la performance dei “Cani 2025” e vedremo se continueranno a performare meglio del Ftse Mib!