La popolazione mondiale sta invecchiando. Questa trasformazione demografica sta mettendo alla prova la sostenibilità dei modelli tradizionali di assistenza e cura della persona. La ricerca attuale si sta concentrando sempre di più sull’uso dell’ intelligenza artificiale per la Silver Economy. Possiamo definire questo scenario un futuro desiderabile? E’ necessario studiarne le sue implicazioni. 

La sfida delle società che invecchiano e la pandemia

L’invecchiamento della popolazione fu già definito nel 2002, dall’allora Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, “la rivoluzione silenziosa”. Una mega tendenza considerata una delle sfide del 21° secolo per l’impatto che avrà: sul mondo del lavoro, sul mondo finanziario, economico, sui tipi di servizi che saranno necessari. Sul modo di vivere, sulle strutture familiari ma anche sull’interazione generazionale e l’assistenza personale e sanitaria.  

L’attuale pandemia, causata dal COVID-19, ha esposto la fragilità delle strutture comunitarie per gli anziani. Obbligandoci a riflettere su quali siano le strategie ed i modelli alternativi per la cura della persona che richiedano un intervento sanitario minimo. Uno scenario simile a quello che troveremo a vivere nel futuro; infatti, secondo le previsioni dell’ONU , nel 2050, una persona ogni sei nel mondo, avrà più di 65 anni. 

Ciò significa che le persone over 65, saranno più numerose dei bambini sotto i 5 anni. Dovremo capire come gestire una forza lavoro insufficiente per ricoprire gli incarichi di cura delle persone. E’ quindi valido domandarsi come potremo garantire una vita qualitativa ad una popolazione anziana, di cui 19 milioni in Europa soffriranno di demenza senile. 

Il futuro dell’assistenza agli anziani

Sophia il robot, figlia di Hanson Robotics, è diventata una star quando qualche hanno fa fu presentata al mondo. Da allora, Sophia si è evoluta, non solo nell’aspetto ma anche nelle sue capacità di interazione e comprensione. Vanta 155 mila fan su Instagram ed è la portavoce di una generazione di umanoidi, destinati a cambiare l’idea he abbiamo dell’interazione tra uomo e macchine. 

Hanson Robotics si è distinto, negli anni, per la ricerca e sviluppo dell’ IA e robotica e le sue applicazioni: nella terapia di persone nello spettro autistico, in educazione, nella cura della persona e nello specifico degli anziani. 

Hanson Robotics e Awakening Health, hanno creato una alleanza strategica, e lanciato una umanoide dal nome Grace, mi diverto ad immaginarla un po’ come la sorella di Sophia. Grace è nata con lo specifico compito di assistere gli anziani, ed è stata completata con l’idea di assistere gli anziani isolati a causa della pandemia. E’ dotata di intelligenza artificiale avanzata e può condurre semplici analisi dello stato di salute di una persona,  intrattenersi con il paziente e stimolare una conversazione, fare domande mirate a capire il loro stato mentale. 

Grace è forse il caso più evoluto della robotica disegnate per all’assistenza della terza età. Ma la ricerca di soluzioni robotiche per i diversi aspetti della vita degli anziani sta avanzando velocemente anche nei settori della mobilità con esoscheletri, per esempio. Dispositivi indossabili potranno monitorare in tempo reale, ed in remoto, la salute del paziente, e famigliari potranno ricevere un report giornaliero sullo stato di salute de loro caro.  Soluzioni abitative con sistemi di assistenza integrata per le faccende domestiche, permetteranno l’ottimizzazione delle condizioni abitative rispettando gusti e necessità dell’anziano. IoT e big data permetteranno lo studio continuo di ogni situazione ed una assistenza sempre più accurata e personalizzata. 

Grace spiega come interagisce con i pazienti.

Uno sguardo al Giappone

Il Giappone, uno dei Paesi più vecchi al mondo, usa già da tempo l’ intelligenza artificiale per l’ assistenza degli anziani. Future Care Lab project mira ad applicare l’IoT ad ogni aspetto possibile della vita quotidiana, rendendo l’anziano altamente autonomo e riducendo le mansioni di routine dei caretakers*.

Altre iniziative stanno unendo l’assistenza medica con tecnologie all’avanguardia. Per esempio, il Care Design Institute con sede a Tokyo, ha iniziato a collaborare con operatori sanitari. Utilizza algoritmi che ottimizzano i piani di cura del paziente, raccomandando attività fisica o fisioterapia quando necessario, per aiutare gli anziani a mantenere la loro indipendenza il più a lungo possibile. Il governo giapponese ha capito le conseguenze positive di questo tipo collaborazione, e ha deregolamentato le leggi che disciplinano le corporazioni di previdenza sociale coinvolte nei servizi di assistenza a lungo termine. Con il risultato che ora possono investire in startup per promuovere nuove tecnologie promettenti, ed accelerare la commercializzazione di servizi dotati di intelligenza artificiale per la Silver Economy.

E’ chiaro che la cura dell’anziano è un settore con importanti opportunità a livello globale. Nonostante i sistemi di assistenza siano diversi, da paese a paese, i problemi e le sfide delle società geriatriche del futuro sono simili. Una collaborazione internazionale nella ricerca, renderà più veloce lo sviluppo dell’innovazione tecnologica ma anche la sua propagazione.

Alcune considerazioni etiche

Per quanto questi umanoidi siano affascianti, e diventino essenziali per l’assistenza degli anziani, è necessario valutare:

  • le implicazioni etiche delle relazioni tra i robot e gli anziani;
  • i rischi di specismo, 
  • la gestione della privacy dei dati sulla salute accumulati;
  • le implicazioni sugli altri portatori di interesse: caregivers* e famiglia;
  • possibili conflitti di interesse con le assicurazioni private;
  • possibili violazioni del volere dell’anziano e della sua autodeterminazione. 

*uso il termine caretakers in prestito dall’inglese perché lo considero un termine più inclusivo e positivo rispetto alla traduzione fornitami dal dizionario (badante).

E’ necessario continuare la ricerca per lo sviluppo di supporti sempre più efficienti che possano, in primis, assistere gli anziani. E, in secondo luogo, avere una vita qualitativamente alta. Ma è necessario pensare, anche, all’impatto che queste soluzioni avranno sulle famiglie, su chi si prende cura di loro, sul sistema sanitario e sulla società. 

Infine sorge un’aspetto dal risvolto filosofico. Se ci sia sufficiente spazio per la convivenza tra l’intelligenza umana e quella artificiale nelle nostre società. A quest’ultima implicazione solo il tempo potrà darci una risposta. Ci aiuterà a capire più cose sull’ uso dell’ intelligenza artificiale per la Silver Economy, e se possiamo definire questo scenario un futuro desiderabile, oppure no.

 

Di Giulia Maria Moschen Bracho

I am a Trend Researcher and Consultant based in Barcelona (Spain). I advise companies and brands about trends shaping the futures. Contatti: www.futuringtrends.com