Per la recensione della domenica oggi vi presento il libro “Niente mi aveva preparato – Un reportage da Gaza” di Jean-Pierre Filiu che offre un ritratto vivido e profondo di Gaza durante un periodo di devastazioni, ma apre anche una finestra cruciale sulle implicazioni economico-finanziarie di conflitti così prolungati e complessi. Con la Striscia di Gaza sotto continuato assedio militare e infrastrutture quasi completamente distrutte, l’impatto sul tessuto economico locale è immediato e catastrofico, con ricadute dirette anche sui mercati finanziari globali e sulle strategie di investimento post-conflitto.

Filiu sottolinea come la crisi a Gaza, protratta fra distruzione materiale e crisi umanitaria, influenzi uno scenario geopolitico che pesa sui mercati di materie prime — in particolare l’energia — e sulle valute legate alle regioni a rischio. Dal punto di vista finanziario, l’incertezza e l’instabilità spingono gli investitori verso asset rifugio, come oro e titoli di stato di Paesi considerati stabili, mentre settori come quello delle armi e della difesa vedono un aumento della domanda e degli investimenti a lungo termine.

Per la fase del dopo-guerra, sebbene il libro lo indichi chiaramente, noi investitori e attenti analisti di cose economiche e geopolitiche sappiamo che il processo di ricostruzione sarà un driver economico importante. Coloro che guardano al futuro trovano opportunità in specifici settori: infrastrutture ricostruzione, energia (inclusa la possibilità di investimenti in energie rinnovabili per sostituire reti distrutte), tecnologie per la gestione idrica, sanitaria e agricola, e progetti di sviluppo urbano sostenibile. Gli investimenti saranno inoltre influenzati dalle dinamiche geopolitiche e dalle politiche di ricostruzione internazionale, che potrebbero coinvolgere grandi gruppi industriali e finanziari nell’area del Medio Oriente.

In ambito finanziario, il reportage di Filiu può diventare uno strumento per comprendere la complessità del rischio geopolitico e la necessità di strategie di investimento attente e multilivello, capaci di integrare considerazioni umanitarie, politiche e di lunga durata economica. La lettura permette di cogliere come la tragedia umana sia strettamente intrecciata con le dinamiche di mercato, trasformando Gaza e territori simili in microcosmi sofisticati di rischio e opportunità.

Jean-Pierre Filiu, con la sua esperienza decennale sulla questione palestinese e il suo rigore di storico, fornisce quindi non solo un reportage toccante ma anche un prezioso contributo analitico per investitori e analisti che vogliano comprendere le tensioni tra conflitto, geopolitica e mercati finanziari globali.

Il libro, di grande attualità e valore per la comunità finanziaria e per gli investitori che guardano alle opportunità di investimento che scaturiscono dalla ricostruzione, si impone come una lettura essenziale per chi vuole approfondire il modo in cui la guerra plasma gli equilibri economici e apre scenari di investimento nell’era del post-conflitto.

e qui l’indice del libro, acquistabile sul sito del quotidiano il Post a questo link.

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. Autore di libri, saggi e articoli di economia e finanza. Iscritto all'OCF. Detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe. Vincitore del SIAT Technical Analyst Award 2010.