Africa: dove si trovano le opportunità? Di Africa abbiamo parlato parecchi in passato, sia recensendo libri sul tema sia dando spazio ad analisi sul continente e sulle sue prospettive (qui). Dal generale, però, ora, passiamo al particolare. A fare “country picking” è così Kevin Daly, Investment Director, Emerging Market Debt di Aberdeen Investments, nell’intervento che ospitiamo qui sotto. Daly delinea le opportunità di investimento obbligazionarie emerse durante il recente viaggio di ricerca in Africa occidentale e centrale, con particolare attenzione a Senegal, Costa d’Avorio, Gabon e Camerun
Senegal
Il Senegal è con ogni probabilità il paese più in difficoltà dell’intera regione. Alcune recenti informazioni sul debito occulto hanno aggiunto 25 punti percentuali al rapporto debito/PIL, portando la stima a oltre il 105% entro la fine del 2024. La situazione è fragile: pochi paesi, storicamente, sono riusciti a ridurre un debito di tali proporzioni senza ricorrere a una ristrutturazione del debito estero o interno. Decisioni cruciali sono ormai all’orizzonte. Non sorprende, quindi, che l’interesse degli investitori per il Senegal sia aumentato. Come ha dichiarato un funzionario del Ministero delle Finanze durante il nostro incontro: “Abbiamo visto passare più investitori a Dakar nei primi due mesi del 2025 che in tutto il 2024”.
Il partito al governo, PASTEF, è salito al potere con un programma populista. Tuttavia, misure come l’eliminazione dei sussidi al carburante e la riduzione delle spese in conto capitale – necessarie per ottenere finanziamenti multilaterali – rischiano di essere profondamente impopolari tra gli elettori. Nonostante ciò, riteniamo che la leadership sarà in grado di gestire il potenziale contraccolpo e prendere le decisioni difficili richieste per mantenere il sostegno del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e delle altre istituzioni multilaterali. Almeno per ora.
In sintesi: Il Senegal dovrebbe riuscire a superare i prossimi 6-12 mesi con l’appoggio del FMI, della Banca Mondiale e tramite costosi finanziamenti ponte. Tuttavia, senza un contenimento della spesa o un aumento delle entrate abbastanza rapido, il paese rischia uno stallo nel 2026.
Costa d’Avorio
Dopo il caos di Dakar, è stato un sollievo trasferirsi nella più tranquilla – anche se più umida – Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio. Non è un’esagerazione dire che il paese sta attraversando un periodo di vera prosperità: la crescita del PIL reale supera costantemente il 6%, trainata dalla produzione di petrolio offshore, dalla scoperta di importanti giacimenti auriferi e dal boom edilizio legato alla Coppa d’Africa dell’anno scorso.
Durante il nostro viaggio, l’attenzione si è concentrata soprattutto sulle prossime elezioni presidenziali di ottobre. In Africa, le elezioni sono raramente eventi tranquilli, e la Costa d’Avorio non fa eccezione. Il presidente in carica, Alassane Ouattara, sta valutando se candidarsi per un controverso quarto mandato. Nonostante il passato segnato da due guerre civili negli ultimi 25 anni, la volontà di evitare nuovi disordini è diffusa e manca un’opposizione radicale con la forza per imporsi.
In sintesi: Se decidesse di candidarsi, Ouattara avrebbe buone possibilità di ottenere un quarto mandato. I meccanismi di controllo istituzionale dovrebbero contribuire a limitare le spese elettorali eccessive. Valuteremo con attenzione eventuali momenti di debolezza del mercato pre-elettorale per aumentare la nostra esposizione.
Gabon
Da Abidjan ci siamo spostati in Africa centrale, in Gabon. Dopo oltre cinquant’anni di governo da parte della stessa famiglia, le cose sembrano finalmente cambiare con la rimozione dell’ex presidente Ali Bongo. Le riforme di governance richiederanno tempo, ma sono in corso sviluppi positivi: abbiamo raccolto indicazioni che i rapporti con finanziatori commerciali, bilaterali e multilaterali stanno migliorando. Tuttavia, l’ammontare del debito arretrato resta una delle principali incognite. Nessuno conosce la cifra esatta e il debito è aumentato con il progredire dei progetti infrastrutturali sostenuti dal governo di transizione, soprattutto attorno a Libreville. Intanto, la produzione petrolifera sta calando per cause naturali.
Una possibile fonte di crescita è il manganese: il Gabon possiede le seconde maggiori riserve mondiali, ma non ha ancora sviluppato le infrastrutture necessarie per l’export. Il governo è quindi alla ricerca di investimenti per potenziare la rete ferroviaria. Un progresso in questa direzione potrebbe far scendere il rendimento del credito – attualmente intorno al 12% – verso valori a una sola cifra.
In sintesi: Dopo le elezioni presidenziali di inizio aprile, il governo potrebbe impegnarsi a contenere la spesa e ridurre i debiti arretrati. Tuttavia, gli investimenti rimarranno complessi fino a quando non sarà garantita maggiore trasparenza sui dati fiscali.
Camerun
L’ultima tappa del nostro viaggio è stata a Yaoundé, in Camerun. Il governo ha finalmente deciso di incaricare un consulente per valutare la sostenibilità economica della raffineria Sonara, la principale causa del debito interno arretrato. Le banche camerunesi detengono il 90% del capitale della raffineria, e una sua ristrutturazione permetterebbe al governo di accedere a nuove forme di finanziamento, immettendo anche liquidità nel mercato domestico.
A breve, un’emissione di eurobond contribuirà a saldare il debito interno arretrato. Secondo fonti ministeriali, non ci sono arretrati sul fronte del debito estero. Dalle conversazioni con analisti politici è emersa chiaramente la preoccupazione per il futuro del paese, oggi pacifico, ma segnato dall’età avanzata del presidente Biya, 92 anni, e dall’incertezza sulla sua successione.
In sintesi: La posizione fiscale del Camerun è solida, il bilancio con l’estero è positivo e il livello del debito rimane gestibile. Tuttavia, la successione politica resta un’incognita. Come ci ha detto un giornalista locale: “Quando pensi di aver capito la politica del Camerun, vuol dire che non hai capito proprio nulla.”
Per ora, non resta che osservare l’evolversi della situazione.
Considerazioni finali
È stato un viaggio intenso e produttivo, che ha confermato il valore delle osservazioni dirette e delle relazioni sul campo. Torniamo con una visione più chiara dei paesi visitati e delle prospettive per i loro mercati del debito. Come sempre, le obbligazioni dei mercati di frontiera presentano sfide importanti ma anche opportunità promettenti, rafforzando la nostra fiducia in questa asset class così dinamica.
Foto di Sergey Pesterev su Unsplash