Il riassetto globale delle strategie di difesa, sospinto dalla nuova politica America-first degli Stati Uniti, sosterrà la spesa globale della difesa almeno fino al 2030, favorendo le aziende che operano lungo la catena del valore di questo comparto.
Lo sostiene nel contributo di seguito Ido Caspi, analista di Global X, che evidenzia come alcune delle migliori opportunità potrebbero trovarsi in Europa e nelle tecnologie avanzate in ambito difesa, con i Paesi UE che cercano di recuperare anni di ritardo e l’America che punta a modernizzare le proprie capacità difensive.

In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, l’Europa si trova in una fase decisiva della sua politica di sicurezza. Da lungo tempo dipendenti dal sostegno militare americano, i Paesi dell’UE si trovano ora di fronte all’urgente necessità di assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa, dal momento che la nuova amministrazione USA segnala un cambiamento strategico nella propria politica di difesa. Questo cambiamento sta costringendo i Paesi dell’UE a espandere i loro bilanci militari.
L’Unione Europea ha presentato un’iniziativa di difesa da 800 miliardi di euro per rafforzare le proprie capacità militari. Il piano prevede 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri e mira a sbloccare gli investimenti privati nella tecnologia della difesa. Inoltre, la Germania esenterà la spesa militare dalle sue rigide regole fiscali e creerà un fondo fuori bilancio di 500 miliardi di euro per finanziare la spesa per le infrastrutture, gettando le basi per un forte aumento del bilancio difensivo del Paese. Nonostante l’urgenza, le nazioni europee sono ancora in ritardo rispetto alle altre potenze militari in termini di spesa per la difesa in percentuale del PIL.
Mentre l’Europa si avvia verso una maggiore autosufficienza militare, prevediamo che nei prossimi cinque anni la spesa globale per la difesa continuerà ad aumentare, con particolare enfasi sulle tecnologie di difesa avanzate. Man mano che la spesa si sviluppa lungo la catena del valore, i titoli internazionali del comparto della difesa, soprattutto in Europa, dovrebbero trarne beneficio.
Il panorama globale rimane altamente volatile, con quasi 30 grandi conflitti in corso in tutto il mondo, secondo il Council on Foreign Relations. In questo contesto, la posizione “America-first” della nuova amministrazione statunitense, unita ai negoziati diretti con la Russia, sta costringendo l’Europa a rivalutare la propria strategia di difesa, prendendo atto di decenni di investimenti insufficienti.
Nel frattempo, in casa propria l’amministrazione Trump sta perseguendo una strategia di difesa ambiziosa, con l’obiettivo di tagliare gli sprechi e modernizzare le capacità militari con l’intelligenza artificiale, le armi autonome, i droni e la robotica. Si prevede che il budget liberato dai programmi preesistenti acceleri ulteriormente gli sforzi di modernizzazione del settore, a vantaggio dei principali fornitori di tecnologie per la difesa. Mentre gli Stati Uniti modernizzano le proprie capacità militari, è probabile che altre nazioni si sentano obbligate a rafforzare i propri arsenali di tecnologie difensive, rafforzando un ciclo globale di acquisti. Questo slancio, sommato agli impegni dell’Europa, è destinato a far aumentare la spesa totale per la difesa globale fino al 2030.
In realtà, l’Europa si trovava in una fase storica di riarmo già prima dell’avvento della nuova amministrazione USA, con un’espansione dei bilanci della difesa che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. I bilanci militari europei sono cresciuti del 10% nel 2023, raggiungendo i 279 miliardi di euro, segnando il nono anno consecutivo di crescita.

Inoltre, i membri europei della NATO hanno aggiunto 100 miliardi di dollari di nuove spese per la difesa tra il 2022 e il 2024, con diverse nazioni che si sono impegnate in aumenti pluriennali. Entro la fine del 2025, si prevede che almeno 20 membri europei della NATO raggiungeranno o supereranno l’obiettivo di spesa per la difesa del 2% del PIL, rispetto ai soli 9 membri del 2021.
Con l’aumento dell’incertezza geopolitica globale, la spesa per la difesa è dunque probabilmente destinata a un’espansione secolare in questo decennio. Riallineando le proprie priorità strategiche, gli Stati Uniti potrebbero spingere l’Europa verso una maggiore autosufficienza militare, favorendo un aumento degli acquisti e beneficiando alcuni dei maggiori appaltatori della difesa della regione. Riteniamo che le aziende della catena di valore della tecnologia della difesa – tra cui software, componenti, hardware, droni, autonomia e sensori – siano posizionate per una crescita sostenuta e potenzialmente più forte di quanto previsto. A nostro avviso, per gli investitori che desiderano trarre vantaggio da questa trasformazione epocale dell’assetto internazionale della difesa, è fondamentale un approccio globale e diversificato, con una forte attenzione per le nuove tecnologia in campo difensivo.
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