I forti rialzi di petrolio e gas naturale hanno aperto nuove prospettive per il comparto Oil & Gas internazionale e riacceso l’interesse sui Paesi produttori di materie prime energetiche. Invece della transizione verde, che sembrava dietro l’angolo, gli operatori sono così tornati a concentrarsi sulle fonti fossili, alla luce delle difficoltà europee di approvvigionamento. Una tematica che si rifà ai megatrend ambientali.

“La Commissione Europea già entro la fine del 2022 ha pianificato di ridurre le importazioni dalla Russia di circa due terzi, incrementando gli acquisti di gas naturale liquefatto (LNG) anche dal Qatar che, essendo uno dei più grandi fornitori al mondo di LNG, ha intrapreso un ambizioso piano di espansione della capacità produttiva – spiega Giacomo Calef, Country manager di NS Partners, società di asset management ginevrina – Il progetto, organizzato in due fasi, ha l’obiettivo di aumentare la capacità di LNG da 77 milioni di tonnellate all’anno (mtpa) a 110 mtpa entro il 2025 e a 126 entro il 2027, il +64% in più. Ma tra il 2020 e il 2050, secondo l’outlook del Gas Exporting Countries Forum, l’organismo internazionale che lega i paesi produttori di gas naturale, l’offerta del combustibile è destinata a salire con un tasso di crescita medio annuo del +2,4% in Iran e del +1,2% in Arabia Saudita”.

Ma c’è un secondo elemento di interesse cui occorre guardare con attenzione. E riguarda l’esclusione della Russia dagli indici sui Paesi emergenti. Con inevitabili ripercussioni sui fondi passivi.

“Il mercato azionario russo è stato escluso dall’indice MSCI Emerging Markets e, secondo una stima, almeno 1 miliardo di dollari di investimenti saranno indirizzati a favore dei Paesi del Golfo Persico” conferma Calef.

L’equity, inoltre, è stato escluso anche dal FTSE Emerging Markets. E, come visto, a beneficiarne saranno i Paesi petroliferi.

“Le nostre soluzioni di investimento, già da tempo, includono anche una strategia azionaria attiva sui Paesi del Golfo – conclude il Country manager di NS Partners – Da un lato, permette di beneficiare della crescita economica dell’area, mentre dall’altro, avendo un legame con l’energia tradizionale, in questo contesto offre un’opportuna decorrelazione al portafoglio”.

Foto di copertina: Foto di Abbas Mohammed da Pexels

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.