Negli Stati Uniti, lo sorso anno, le vendite di veicoli elettrici e ibridi plug-in sono raddoppiate, superando le 600.000 unità, e nelle ultime settimane hanno raggiunto il 6,6% delle automobili vendute, in concomitanza con il rincaro della benzina. 

Però, al di fuori della California non esiste ancora la rete di caricatori necessaria per rifornire milioni di veicoli elettrici. L’amministrazione Biden vuole arrivare a rendere disponibili 500.000 caricatori pubblici entro il 2030 (ma secondo le stime di McKinsey & Co ne occorrerebbero 1,2 milioni), anche se al momento si fermano a circa 93.000.

“Le società produttrici di litio, come Albermarle, saranno avvantaggiate nel breve termine dal rincaro del carbonato di litio, un ingrediente di importanza fondamentale nelle batterie per i veicoli elettrici – rileva Chris Gannatti, Global Head of Research, WisdomTree – Può darsi che i prezzi del litio siano attualmente ben al di sopra della curva dei costi in base a cui, nei prossimi anni, tali prezzi siano probabilmente destinati più a scendere che a salire”.

Tutto questo ha un costo per le varie General Motors e Ford Motor Company, che possono risentire degli aumenti se gli investitori riterranno che tali prezzi si manterranno elevati a lungo. 

Intanto, i progetti di 10 grandi aziende estrattive – tra cui Rio Tinto PLC, BHP Group Ltd.  e Glencore PLC – dovrebbero aggirarsi intorno ai 40 miliardi di dollari tra quest’anno e il prossimo, mantenendosi molto al di sotto del livello di picco registrato nel 2012, di circa 80 miliardi di dollari.

Sono stati privilegiati i dividendi e i riacquisti di azioni ed è altrettanto vero che anche la decisione relativa alla spesa per gli investimenti è stata influenzata dalla riduzione al minimo degli impatti ambientali” prosegue Gannatti.

“Il problema è che la diminuzione delle spese crea catalizzatori per l’aumento dei prezzi dei metalli, come quelli del rame e del ferro, con il rischio di intralciare il passaggio alle rinnovabili. Rio Tinto si è visto revocare le licenze in Serbia, per esempio, relativamente a un investimento nel litio del valore di 2 miliardi di dollari in seguito a contestazioni per possibili danni ambientali”.

Ma il litio è un componente fondamentale delle batterie? “Energy Dome è una start-up italiana che costruisce batterie a CO2 – mette in chiaro il manager di WisdomTree – L’anidride carbonica può essere stoccata a una pressione elevata quando l’energia è abbondante. In seguito, quando c’è bisogno di elettricità, il gas ad alta pressione può azionare una turbina.

Questa categoria è dominata dall’energia idroelettrica accumulata, ma lo stoccaggio del gas sotto pressione, come avviene nel caso di Energy Dome, rappresenta un’altra opzione. Questo è solo un esempio, sono diverse le possibili applicazioni messe in campo da altre imprese nel mondo sul tema dello stoccaggio dell’energia”.

Il mondo ha bisogno di energia e i costi elevati rappresentano un catalizzatore per cercare nuove strade. Nel breve, l’inflazione elevata è un problema per consumatori e imprese, ma in un arco di tempo più lungo è proprio questo “problema” a ispirare gli imprenditori nella ricerca di nuove soluzioni. 

Nei prossimi decenni lo stoccaggio dell’energia sarà uno dei temi più importanti ed è probabile che, per conseguire gli obiettivi globali relativi alla mitigazione delle emissioni di carbonio e al contrasto dei cambiamenti climatici, sarà necessaria una varietà di soluzioni” conclude Gannatti.