La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio deve necessariamente passare dalle società carbon intensive, che abbiano piani di transizione credibili oppure che forniscano i materiali necessari per tale transizione. Partendo da questi presupposti, BlackRock lancia un nuovo fondo attivo di transizione con focus sul settore dei materiali, il BGF Brown to Green Materials Fund (con commissione di gestione corrente dell’1% nella classe D).

Il fondo sarà gestito da Evy Hambro, Olivia Markham e Hannah Johnson del team Thematics and Sectors di BlackRock, che gestiscono portafogli di risorse naturali fin dalla loro costituzione nel 1991 e portafogli tematici dal 2001. Classificato come Articolo 8, avrà un portafoglio concentrato di 30-60 società globali, suddiviso in tre categorie: Reducer (aziende produttrici di materiali che hanno in programma di ridurre l’intensità delle emissioni nell’ambito di un periodo definito), Enabler (aziende produttrici di materiali che forniscono i materiali necessari per tecnologie ad emissioni di carbonio ridotte e società che consentono alle aziende produttrici di materiali di ridurre le proprie emissioni), Green leader (aziende produttrici di materiali leader nel loro settore in termini di intensità di emissioni).

Le società carbon intensive, con piani di transizione credibili o che forniscano i materiali necessari, possono offrire alcune tra le maggiori opportunità di investimento. L’industria dei materiali comprende infatti quelle società che operano nei settori dei metalli e dell’estrazione mineraria, dei prodotti chimici, dell’acciaio e dei materiali da costruzione. Per il fondo valgono anche la supply chain dei materiali e i produttori di dispositivi elettrici, che consentono alle aziende produttrici di materiali di ridurre le emissioni di carbonio, tra cui le aziende industriali che offrono prodotti come i camion elettrici per l’estrazione mineraria o i forni per l’acciaio a basse emissioni di carbonio.

Secondo il team di gestione, si prevede che le società che si stanno decarbonizzando – in settori come quello metallurgico ed estrattivo, del cemento e dell’edilizia – beneficeranno di un re-rating, in quanto i loro fattori di rischio di sostenibilità si ridurranno e, a loro volta, avranno multipli più elevati.

Anche le società che producono metalli di transizione beneficerebbero di una crescita degli utili superiore al previsto, se l’adozione di tecnologie a basse emissioni di carbonio supererà le aspettative. Secondo le attese prevalenti, la domanda di rame per i veicoli elettrici e le energie rinnovabili dovrebbe essere di 4,8 volte superiore nel 2030 rispetto al 2022.