Per la recensione della domenica oggi vi propongo qualcosa di terribilmente attuale. Sebbene anche le ultime parole di Papa Francesco fossero improntate a fare ragionare i “grandi della terra” sulla barbarie dei tanti conflitti armati che affliggono i nostri tempi, è indubbio che la strada verso il riarmo sia stata tracciata.

Quindi è il caso di leggere il libro “Nuove armi, nuove guerre”, pubblicato da BUR nella collana Parole chiave in collaborazione con la rivista Internazionale. Questo saggio è un’opera corale che affronta con lucidità e profondità il più grande mutamento bellico degli ultimi decenni: la trasformazione dei conflitti attraverso l’innovazione tecnologica e la ridefinizione degli equilibri geopolitici globali.

Il volume, che raccoglie reportage e analisi di alcune tra le più autorevoli testate internazionali è utile per comprendere come e perché il modo di combattere – e di pensare la guerra – sia cambiato così radicalmente.

Noi fondatori di questo sito ve ne abbiamo parlato sinteticamente già cinque anni fa, in un capitolo del nostro libro “Investire nei megatrend del futuro”. Sembra passato un secolo, ma profetiche furono le nostre parole scritte in quelle pagine.

La guerra oggi: tra tecnologia e geopolitica

Il libro si apre con una domanda cruciale: “In che modo armi e guerre si sostengono a vicenda?” La risposta si articola attraverso una serie di approfondimenti che mostrano come le grandi potenze stiano investendo massicciamente in difesa, in riarmo nucleare e, soprattutto, in tecnologie dirompenti come droni, intelligenza artificiale, cyberwarfare e sistemi di sorveglianza avanzata. Non si tratta solo di nuove armi, ma di un nuovo modo di intendere la guerra: più automatizzata, più invisibile, più globale.

Il libro spiega bene cosa sta succedendo nel contesto geopolitico attuale, segnato dalla guerra in Ucraina, dai conflitti in Medio Oriente e dalla crescente competizione tra blocchi (Occidente da un lato, Brics dall’altro). L’invasione russa dell’Ucraina ha mostrato al mondo la centralità dei droni e dell’IA, mentre le tensioni in Asia e Africa evidenziano come la corsa agli armamenti sia ormai una realtà diffusa, sostenuta da investimenti pubblici e privati senza precedenti.

Droni, AI e “Guerra 4.0”

Il volume indaga anche il ruolo crescente delle aziende della Silicon Valley e di figure come Elon Musk, che investono in tecnologie dual use (civili e militari) capaci di spostare gli equilibri non solo sui campi di battaglia, ma anche nella cybersicurezza e nel controllo delle informazioni.

Uno dei fili conduttori del libro è l’emergere della cosiddetta “Guerra 4.0”, in cui la tecnologia digitale e l’intelligenza artificiale non sono più semplici strumenti, ma veri e propri protagonisti dei conflitti. I droni autonomi, i software di attacco informatico, i sistemi di difesa automatizzati stanno cambiando il volto della guerra. Nel conflitto russo-ucraino, ad esempio, entrambi gli schieramenti fanno uso massiccio di droni dotati di AI per individuare e colpire bersagli, mentre Israele ha già impiegato algoritmi per selezionare obiettivi nei bombardamenti a Gaza e in Libano.

Il mercato globale delle armi e la nuova corsa agli armamenti

Ampio spazio è dedicato all’analisi del mercato mondiale delle armi, sottolineando come la domanda sia in crescita ovunque, sospinta dalla percezione di insicurezza e dalla competizione tra potenze. In questo sito ne abbiamo scritto in tanti articoli che trovate nella categoria Geopolitica/Armamenti.

L’Europa, lo sappiamo tutti, ha recentemente varato un piano multimiliardario di riarmo per colmare il gap tecnologico e strategico rispetto a Russia, Cina e Stati Unit. La corsa agli armamenti non è più solo una questione di quantità, ma di qualità: chi saprà integrare meglio AI, big data e sistemi autonomi avrà un vantaggio decisivo.

Le conseguenze nei teatri di guerra

Gli approfondimenti raccolti nel volume mostrano come queste trasformazioni abbiano già effetti concreti nei principali teatri di guerra. In Ucraina, la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie ha fatto la differenza tra avanzata e resistenza. In Medio Oriente, l’uso di armi intelligenti e cyberattacchi ha moltiplicato le possibilità di colpire il nemico senza esporsi direttamente. In Africa e Asia, la presenza di compagnie militari private e la militarizzazione delle infrastrutture civili (come porti e reti di comunicazione) stanno ridefinendo gli equilibri regionali.

Conclusioni

Nuove armi, nuove guerre” non si limita a descrivere le nuove tecnologie, ma ne analizza le implicazioni strategiche, etiche e politiche e invita il lettore a riflettere su una realtà in cui la linea tra guerra e pace è sempre più sottile, e in cui la capacità di combinare forza militare, tecnologia e diplomazia sarà la chiave per sopravvivere e prosperare nel nuovo ordine mondiale che è sempre più instabile. A questo proposito vale citare il bellissimo libro di Ray Dalio “Il nuovo ordine mondiale” che spiega nascita, morte e transizioni delle superpotenze che hanno dominato il mondo negli ultimi 500 anni. Lo abbiamo recensito a questo link.

In conclusione, “Nuove armi, nuove guerre” si rivela uno strumento prezioso per chiunque voglia orientarsi nel labirinto della geopolitica contemporanea, offrendo una prospettiva inedita e aggiornata sulle armi che stanno cambiando il mondo. Un’opera che, con rigore e chiarezza, aiuta a capire perché la guerra, oggi, non è più solo questione di eserciti e cannoni, ma di algoritmi, dati e reti globali.

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Articolo scritto con il supporto di Perplexity AI. Immagine elaborata con Copilot AI.

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Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. Autore di libri, saggi e articoli di economia e finanza. Iscritto all'OCF. Detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe. Vincitore del SIAT Technical Analyst Award 2010.