Qui in Eurozona stiamo svenandoci per la transizione verde che procede a tappe forzate per decarbonizzare la nostra economia (come abbiamo scritto in tanti articoli su questo sito). Sforzo encomiabile (e molto costoso), certo. Ma qualcuno ha pensato all’impatto ambientale che sta avendo la guerra alle porte di casa? E se la guerra andrà a vanificare tutti gli sforzi che stiamo facendo per rendere più “green” il nostro continente?

In realtà è un problema che non riguarda solo la guerra in Ucraina, bensì tutti i teatri di guerra passata e recente che abbiano visto l’uso intensivo di armi da fuoco.

Siccome sono curioso e anche un poco pigro, ho chiesto all’Intelligenza Artificiale di aiutarmi a fare questa indagine. In realtà non ho usato ChatGPT che ho testato fino allo sfinimento, trovandolo un bel giocattolo ma poco affidabile nei contenuti (si veda il mio articolo “ChatGPT e l’AI Generativa. Tutto ok?“) ma ho usato la versione incapsulata nel motore di ricerca Bing di Microsoft che ha il pregio di indicare i siti da cui estrae le informazioni. Vi lascio il testo integrale con i link agli articoli estratti da Chat Bing che ci permettono di approfondire l’argomento leggendo i testi originali.

Quindi quello che state per leggere è un articolo scritto da un umano aiutato da una macchina. Come ci spiega Chat di Bing “La guerra in Ucraina, sta causando una grave devastazione ecologica. Secondo una mappa interattiva realizzata da GreenPeace, la guerra ha finora provocato incendi, distruzione degli habitat di diverse specie e inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo.

La mappa di Greenpeace – cliccare per la versione interattiva

Tra i principali fattori di impatto ambientale ci sono i bombardamenti nei siti industriali e le fuoriuscite di sostanze pericolose come il petrolio, il mercurio e il cianuro2In particolare, la regione del Donbass ospita numerosi impianti nucleari e depositi di scorie radioattive che potrebbero essere danneggiati dal conflitto e causare gravi conseguenze per la salute umana e l’ecosistema3.

La guerra ha anche compromesso l’agricoltura e la sicurezza alimentare della popolazione locale. Le mine antiuomo hanno reso impraticabili molte aree coltivabili e hanno ucciso o ferito molti animali domestici. Inoltre, le emissioni di gas serra derivanti dalle attività militari hanno contribuito al riscaldamento globale4.

Detto questo, è il caso di vedere qualche dato statistico. Che è impressionante! Sempre la Chat di Bing ci spiega che:

Come dicevamo all’inizio, leggendo gli articoli suggeriti dalla macchina, mi è venuta la curiosità di sapere se anche le guerre combattute in passato avessero creato tanto inquinamento. Ed ecco la risposta: “Sì, posso confrontare questi dati con quelli di altre guerre. Tuttavia, bisogna tenere presente che i dati sono spesso incompleti o non omogenei e che l’impatto ambientale dipende da molti fattori, come la durata, l’intensità e la localizzazione della guerra.” Ecco alcuni esempi:

A proposito della Guerra del Golfo, “chi ha una certa età” come me si ricorderà le immagini dei pozzi petroliferi fatti saltare dagli iracheni che avevano invaso il Kuwait. Eccone qui una tratta da un sito di foto online.

Pozzi petroliferi in fiamme in Kuwait nel 1991 – Fonte: GoodFreePhotos.com

Infine, per chi non ne abbia ancora avuto abbastanza delle immagini di devastazione e morte in Ucraina, consiglio di guardare il servizio di 2 minuti prodotto dall’emittente the National sull’aspetto ecologico e ambientale della guerra in Ucraina.

Fonte: The National

Concludendo, tutti i dati che potete trovare in rete e le analisi dedicate all’impatto ambientale di questa guerra concordano sul fatto che in Ucraina i danni sono enormemente superiori a quelli causati dalle guerre del recente passato (Siria, Golfo, Afghanistan) anche perché l’ecosistema ucraino è (era) estremamente ricco e bio diversificato. Ai danni prodotti dalla guerra in atto vanno poi sommati quelli causati nelle regioni del Donbass dal 2014 in avanti.

Viene a questo punto da chiedersi quale sforzo (e con quali costi) sarà necessario per bonificare tutta l’area di guerra arrivati a una pace duratura. Sicuramente un tema su cui torneremo a indagare essendo parte del tema della “ricostruzione” di una nazione praticamente rasa al suolo in un anno di conflitto.

A questo proposito vi ricordo che a luglio 2022 abbiamo pubblicato l’articolo “Un gigantesco “Piano Marshall” per ricostruire l’Ucraina” che racconta delle decisioni prese alla conferenza “Ukraine Recovery“ tenutasi a Lugano per identificare le linee guida per la ricostruzione post-bellica e che ha visto la partecipazione di 5 capi di Stato e di governo, 23 ministri e 16 viceministri da tutta Europa.


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Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.