Le normative ambientali in tema di motorizzazioni influenzano indirettamente le quotazioni di alcune commodity, platino e palladio in particolare. Circa il 15% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra proviene dai trasporti, anche se le marmitte catalitiche contribuiscono a ridurre le emissioni delle automobili, trasformando gli inquinanti nocivi in gas innocui.

“I catalizzatori per auto oggi vengono utilizzati in quasi tutti i veicoli con motore a combustione interna, compresi quelli ibridi – spiega Nitesh Shah, Director, Research di WisdomTree – L’industria automobilistica è il fattore trainante per la domanda di platino e palladio: nel 2019 ha rappresentato il 34% della domanda di platino e l’84% della domanda di palladio. Le normative in materia di emissioni sempre più stringenti generalmente aumentano la domanda di metalli del gruppo del platino, che varia anche in base al volume delle vendite di automobili. Storicamente è la regolamentazione sulle emissioni ad avere un maggiore impatto sulla domanda. Secondo i calcoli del World Platinum Investment Council, tra il 1990 e il 2019 le vendite di automobili a livello mondiale sono salite di 1,6 volte, mentre la domanda combinata di platino, palladio e rodio in ambito automobilistico è cresciuta di 6,2 volte”.

Le marmitte – sia per motori benzina sia gasolio – contengono una certa quantità di ciascun metallo, sulla cui efficienza catalitica influiscono la temperatura del motore, il tipo di carburante, la qualità di tutti i combustibili e la durevolezza del rivestimento della marmitta. “I motori diesel funzionano a temperature più basse rispetto a quelli a benzina e con un flusso di gas più modesto, contenente grandi quantità di ossigeno – continua Shah – In tali condizioni il platino è un catalizzatore più attivo per la conversione del monossido di carbonio (CO) e degli idrocarburi (HC) in emissioni innocue. È tuttavia possibile migliorare la stabilità termica del catalizzatore al platino aggiungendovi una certa quantità di palladio”.

Nel 2010 il platino veniva scambiato ad un prezzo tre volte più alto di quello del palladio. Il dieselgate ha accelerato la tendenza al rialzo del secondo metallo rispetto al primo e attualmente il platino è scambiato a meno della metà del prezzo del palladio. La domanda crescente di quest’ultimo e la contrazione dell’offerta hanno impresso un forte slancio al suo prezzo. Con un differenziale di prezzo tanto grande fra i due metalli, è naturale chiedersi se il palladio possa essere rimpiazzato dal platino. Secondo gli esperti del settore, i margini per la sostituzione sono limitati.

L’offerta è particolarmente concentrata sia nel caso del platino sia in quello del palladio – spiega Shah – il Sudafrica rappresenta circa il 70% dell’offerta mondiale di platino e la produzione sudafricana di palladio, sommata a quella della Russia, è pari al 70% circa delle forniture mondiali. Benché per quest’anno si preveda un lieve surplus di offerta per il platino, il palladio registra tuttora un grave deficit. Sia il platino che il palladio sono materiali importanti per la tecnologia di controllo dell’inquinamento impiegata nelle auto. Il platino, utilizzato ampiamente in passato nelle autovetture diesel, negli ultimi anni ha perso terreno. Tuttavia, con normative a livello globale sempre più stringenti per i veicoli commerciali, assisteremo probabilmente a un aumento della sua domanda, mentre nel caso del palladio, in deficit di offerta e con la domanda in crescita, si può essere ottimisti per quanto riguarda i fondamentali negli anni a venire”.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.