Oggi ospitiamo sul sito l’analisi di Brendan Ahern, CIO di KraneShares, azienda specializzata negli investimenti in Cina, che ci spiega perché diversificare il portafoglio con le azioni cinesi di Classe A (le cosiddette A-Shares).

Aggiungiamo noi della redazione, per chi non lo sapesse, che come spiega il sito Investopedia, le A-Shares sono azioni denominate in renminbi di società con sede in Cina negoziate sulle borse valori di Shanghai e Shenzhen, ovvero sul terzo mercato mondiale per capitalizzazione che conta più di 3.000 titoli quotati tra Big Cap, Mid e Small Cap.

Brendan Ahern – Fonte: Kraneshares

È stato un anno difficile per le A-Shares, i mercati onshore cinesi. Le chiusure per il COVID e l’impatto sulle valute causato dall’apprezzamento del dollaro statunitense hanno determinato una sottoperformance dei mercati cinesi sia onshore che offshore.

Nel 2022 tutti i settori della Cina continentale hanno registrato un calo, tuttavia il mercato delle A-Shares ha iniziato a riprendersi a seguito delle misure di riapertura adottate dal governo nel quarto trimestre del 2022.

Riteniamo che le A-Shares rappresentino una delle opportunità di investimento a lungo termine più interessanti, grazie al loro potenziale di crescita e al fatto che il mercato continua a essere poco conosciuto e poco presente nei portafogli degli investitori locali e globali.

A novembre, il governo cinese ha implementato un nuovo sistema pensionistico che incentiva i cittadini cinesi a risparmiare fino a 12.000 RMB all’anno, grazie a benefici fiscali[1]. Riteniamo che queste risorse potrebbero essere investite nel mercato domestico delle A-Shares. Inoltre, le difficoltà del settore immobiliare, storicamente l’investimento preferito dalle famiglie cinesi, potrebbero determinare un’importante riallocazione di capitali verso il mercato azionario.

Per quanto riguarda gli investitori stranieri, c’è la possibilità che venga ripreso il processo di inclusione delle A-Shares e che sia incrementato l’attuale valore del fattore di inclusione fissato al 20% per il mercato onshore.

La Cina ha fatto progressi su quattro delle questioni in sospeso delineate due anni fa da MSCI, il principale fornitore di indici globali, e il 2023 potrebbe essere l’anno in cui quest’ultimo rivedrà i fattori di inclusione: infatti MSCI ha riconosciuto pubblicamente i progressi compiuti dalla Cina e di recente ha sottoposto un sondaggio ai principali investitori in A-Shares per valutare la facilità di accesso a questo mercato. Se il sondaggio avrà successo, si potrebbe avviare una consultazione nel 2023.

Secondo alcuni analisti intervistati da Bloomberg[2], nel 2023 gli utili delle azioni domestiche dovrebbero crescere del 19%, più di quelli dei titoli cinesi offshore. La campagna di stimolo dei consumi attualmente in corso fornirà maggiore liquidità e sostegno alla crescita delle A-Shares.

Inoltre il sentiment degli investitori potrebbe migliorare con la progressiva riapertura della Cina e la stabilizzazione del mercato immobiliare. Riteniamo dunque che il mercato delle A-Shares sia un elemento imprescindibile di qualsiasi allocazione incentrata sui mercati emergenti e sulla Cina, dato il suo potenziale di crescita e i suoi vantaggi di diversificazione non solo rispetto ai titoli cinesi offshore, ma anche alle azioni globali. Le A-Shares cinesi presentano una delle correlazioni più basse tra i principali mercati azionari e gli indici S&P 500 e MSCI All Country World (ACWI).

Foto di copertina di Wolfram-K by Pexels.com


[1] Daily tax report: international. “China MOF Announces Individual Income Tax Pension Policies for Pilot Cities,” Bloomberg Tax. 9 novembre 2022.

2 Dati Bloomberg al 30/9/2022.


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