A spasso per l’Europa. Le elezioni europee si avvicinano e le diatribe tra chi vorrebbe un’Europa più unita e chi il ritorno a un maggiore nazionalismo si acuiscono. E poi: bisogna allargare l’Unione più a Est includendo nuovi stati? Oppure ci si è già spinti oltre e serve invece concentrarsi sugli attuali membri?

Ovviamente le idee si intrecciano e le differenti vedute rendono più affascinante – ma anche più intricato – il dibattito. Per ricordarci com’era il nostro continente, la nostra storia più o meno recente, suggerisco questa settimana due libri molto diversi ma anche molto affascinanti.

Il primo è Europa 33, del giornalista George Simenon. Sì, “quel” Simenon inventore dei gialli del Commissario Maigret. Perché quel titolo? “Europa” ovviamente perché è il luogo in cui l’autore si muove, “33” perché è sia l’anno in cui si svolge il viaggio inchiesta del giovane giornalista Simenon (il 1933 appunto) sia perché è la parola che i medici fanno pronunciare ai malati (il famoso “dica 33”). E l’Europa è malata, vede Simenon nel suo viaggio in treno e in nave, dalla Francia al Belgio e all’Olanda, dalla Germania dell’appena nominato Hitler a Cancelliere. E poi via a Est, Polonia, Lituania, Romania, Turchia e infine Russia (Odessa). Racconti di viaggio, istantanee come lui stesso le definisce, così come le foto che arricchiscono il libro, che ben descrivono la situazione del continente. Un continente preda di nazionalismi, rivendicazioni, sensazione (a Est) di essere stati abbandonati da una Francia che era vista come il lume della civiltà e dei prestiti per far ripartire le economie. “Tra cinque, dieci anni quando avremo fatto ripartire le economie saremo autosufficienti” è il leitmotiv generale. Masse di genti che cercano di andare verso Ovest (Simenon con una trovatissima metafora li paragona a una corsa campestre) in una miseria generalizzata e con tutte le frontiere chiuse.”Istantanee” che sembrano fotografare un mondo che sei anni dopo sarebbe stato sconvolto dalla guerra ma che in alcuni aspetti non sembra essere così diverso.

Molti anni dopo – agli inizi degli anni 2000 – un altro giornalista, Paolo Rumiz, compie un viaggio “ortogonale” a quello di Simenon, tagliando l’Europa dall’Artico al Mediterraneo e passando nei vari Paesi dell’Europa dell’Est. Il libro è Trans Europa Express. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) anche in questo caso fino a Odessa (Ucraina). “Un percorso che sembra tagliare, strappare l’Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti”. Tutto diverso e tutto uguale? Come Simenon, anche in questo caso Rumiz non guarda a governi e politica, ma alla gente comune, alle loro idee, aspirazioni, difficoltà. Tra un libro e l’altro sono passati 70 anni, ma in alcune circostanze la differenza sembra solo di pochi mesi.

Due lunghe passeggiate nella storia e nella geografia che ci descrivono un’Europa così diversa e così uguale. Situazioni su cui vale la pena riflettere.

P.s. Ho scoperto ieri questo nuovo libro, che sembra voler costituire idealmente l’aggiornamento dei due precedenti. Anche in questo caso l’autore è un giornalista, Beda Romano, inviato del Sole 24 Ore: Dal Baltico al Mar Nero: Viaggio alla scoperta dell’altra Europa. Leggo dalla seconda di copertina: “Undici tappe di un viaggio tra i paesi dell’Europa centro-orientale dove da secoli si incontrano, e talora si scontrano, Est e Ovest Tra il 2004 e il 2013 undici paesi dell’Europa centro-orientale hanno aderito all’Unione europea. Sono paesi dalla storia sofferta e dai confini mutevoli che hanno vissuto per secoli all’ombra di un impero: a seconda del periodo, asburgico, ottomano, russo e poi sovietico, oppure tedesco e persino francese. Questo ne ha fatto un tormentato crocevia culturale con tutta la ricchezza ma anche i conflitti etnico-religiosi che ne conseguono e che oggi si trova a vivere, dopo la fine dell’Unione sovietica, un sentimento di risveglio nazionale quando non, in taluni casi, di tentazioni nazionalistiche”.

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Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.