In questo articolo riprendiamo l’analisi appena pubblicata dall’interessantissima rubrica mensile di Kairos Partners  EnSiGn Matter, dedicata alla finanza sostenibile, sul controverso tema della compatibilità tra il settore della Difesa e gli investimenti sostenibili.

E’ l’occasione per fare conoscere ai nostri lettori e alle nostre lettrici EnSiGn Matter, che riteniamo un ottimo strumento di educazione finanziaria, e per parlare di un argomento destinato a fare molto discutere e a cambiare la percezione di cosa sia ESG da parte degli investitori e dei loro consulenti finanziari.

L’analisi di Kairos Partners sull’eticità degli armamenti

Dopo lo scoppio del conflitto Russia-Ucraina e l’esigenza espressa dall’Unione Europea di procedere a un rapido incremento delle spese per la propria difesa contro possibili aggressioni, gli operatori del mercato si stanno interrogando sull’ipotesi che il settore degli armamenti possa rientrare nell’ambito degli investimenti considerati sostenibili nella convinzione che “l’industria della Difesa sia centrale nell’assicurare e difendere la democrazia, la libertà e i diritti umani”.

Nel numero di aprile della newsletter dal titolo “WEAPONS: Finanza sostenibile e armi sono compatibili?” viene subito citata la locuzione latina Si vis pacem, para bellum (se vuoi la pace, prepara la guerra), usata per affermare che il mezzo più efficace per assicurare la pace consiste nell’essere armati per essere in grado di difendersi.

Lo scenario di pace che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi decenni ha portato le maggiori nazioni europee ad una riduzione sostanziale dei budget nazionali per la Difesa. A seguito dell’invasione russa nei confronti dell’Ucraina, si sono susseguite dichiarazioni da parte di alcuni Stati, come la Germania e la Svezia, a favore dell’incremento delle spese militari (tornando al 2% del PIL) come previsto dagli accordi per poter far parte della NATO.

Il rally dei titoli della Difesa

Di conseguenza, è ragionevole pensare che le società esposte al tema vedranno nei prossimi anni crescere i propri introiti in maniera significativa. Infatti, ad un mese dall’inizio del conflitto, le quotazioni dei titoli della Difesa in Europa sono incrementate tra il 20% ed il 120%. Nello stesso periodo invece, il resto del mercato ha registrato delle perdite.

Fonte. Kairos Partners

Alcuni operatori del mercato si stanno interrogando se sia giusto o meno investire nel settore degli armamenti e difesa per beneficiare dell’aumento degli investimenti sul tema.

Difesa e finanza sostenibile

Il dibattito più acceso riguarda la compatibilità della Difesa con la finanza sostenibile.

Come spiega l’analisi di Kairos, “Innanzitutto, vorremmo premettere che negli investimenti sostenibili, la strategia delle “esclusioni” – cioè non investire in alcuni settori perché ritenuti non etici – è stata la prima ad essere introdotta su larga scala dagli investitori attenti ai criteri di sostenibilità ed è tutt’oggi una delle strategie più utilizzate a livello mondiale assieme alla strategia cosiddetta “integrazione ESG”.

Non esistendo settori esclusi a priori, ogni casa di investimento effettua le proprie scelte in maniera differente. Tra i settori più esclusi è possibile trovare: le armi controverse, il carbone termico, il tabacco, le armi tradizionali e l’attrezzatura militare, l’energia nucleare, il gioco d’azzardo, il petrolio, l’alcol, i videogiochi violenti e il gas.

Fonte. Kairos Partners

L’aneddoto sul nostro libro e i suoi temi “non etici”

E a questo punto, cari lettori e care lettrici, noi autori del libro “Investire nei megatrend del futuro” vogliamo raccontarvi un aneddoto. Quando stavamo scrivendo il libro tra il 2019 e il 2020, abbiamo dovuto combattere qualche ritrosia da parte sia dell’editore sia di alcuni candidati a scrivere la prefazione perché il testo conteneva analisi di settori considerati all’epoca “non etici”: nucleare, energie fossili, cannabis, gioco d’azzardo e… armamenti.

Oggi questi temi stanno velocemente diventando etici e sostenibili uno alla volta! Dopo la cannabis, sdoganata dall’ONU a dicembre 2020 (si legga questo nostro articolo), e dopo il nucleare sdoganato dalla Commissione Europea ad aprile dell’anno scorso (si legga questo nostro articolo) è adesso il turno di carbone ed energie fossili inquinanti per salvare l’economia europea in tempo di guerra. E lo sarà tra poco anche per gli armamenti.

Cosa includere negli armamenti ESG?

Ma torniamo all’analisi di Kairos Partners. Quindi, si chiedono gli autori, finanza sostenibile e armi sono compatibili? Dopo un iniziale “no” univoco, nell’ultimo periodo gli operatori del mercato si sono divisi sul tema dell’inclusione ed hanno iniziato a distinguere le armi sotto varie categorie. 

Skandinaviska Enskilda Banken AB (SEB), importante banca svedese, paese in cui il tema della sostenibilità è sempre stato molto sentito, ha proposto di riammettere la Difesa all’interno dell’universo investibile (in 6 fondi su un totale di oltre 100) a partire dal 1° aprile 2022, limitandolo alle imprese attive sia sul fronte civile che su quello militare.

La motivazione usata è la seguente: “L’industria della Difesa è centrale nell’assicurare e difendere la democrazia, la libertà e i diritti umani”. Restano escluse le armi controverse, così come definite dalle convenzioni internazionali (ad esempio: le bombe a grappolo, le mine antiuomo, le armi chimiche, le armi biologiche) e le armi nucleari.

La guerra in Ucraina, spiegano gli autori dell’analisi, ha creato diverse correnti di pensiero, tra cui quella che sostiene che la Difesa sia necessaria per mantenere la pace così da soddisfare i requisiti di “promozione della pace e inclusività sociale”, capisaldi del pensiero ESG (Sustainable Development Goals 16).

Una Tassonomia Sociale per le armi

Il problema che può scaturire da tale approccio riguarda l’aumento della complessità relativa alla definizione finale di una Tassonomia Sociale da parte della Commissione Europea. Il 28 febbraio scorso, la Piattaforma sulla Finanza Sostenibile, un gruppo di esperti consulente della Commissione Europea sul tema, ha pubblicato la bozza definitiva sulla Tassonomia Sociale.

Fonte: Kairos Partners

Nel tempo la visione sulle armi è cambiata diventando via via sempre meno stringente. Quella che è stata presentata però, è solamente una proposta non vincolante per la Tassonomia Sociale.

Quest’ ultima dovrà essere ancora messa al vaglio della Commissione e ci vorrà del tempo prima che venga stilato l’elenco definitivo di attività socialmente sostenibili.

Considerando inoltre, le discussioni sorte in merito alla Tassonomia Ambientale circa l’inclusione del gas naturale e del nucleare quali fonti di energia sostenibile, questo compito si prospetta essere altrettanto lungo e complicato. Nei prossimi mesi conosceremo la risposta.

Conclusioni

L’analisi di Kairos Partners si conclude spiegando che “indipendentemente da questa, la finanza subirà una spaccatura tra coloro che continueranno a percepire la Difesa come settore da escludere, e coloro che sposeranno il pensiero secondo cui per preservare la pace è necessario preparare la guerra.


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Foto di copertina: Pixabay by Pexels.com