Le Nazioni Unite riconoscono le proprietà terapeutiche della cannabis, decretano la riclassificazione e gli investitori festeggiano!

La riclassificazione è stata votata dai Membri della Commissione Droghe di 27 dei 53 Paesi ONU riuniti in consiglio a Vienna il 2 dicembre, come spiega un post pubblicato dalle Nazioni Unite. Questo in virtù dell’utilizzo ai fini medico-scientifici della cannabis.

il voto all’ONU

Ma questo non significa un “via libera” per tutti i suoi usi. La pericolosità rimane, anche se mitigata dall’uso legale della sostanza.

Gli usi legali della cannabis

Nel nostro libro Investire nei megatrend del futuro il tema è ampiamente trattato nel capitolo dedicato ai vizi, sebbene la cannabis entri in prodotti di consumo, vestiti, bevande, cibo e medicinali.

Nell’industria farmaceutica i prodotti a base di cannabis costituiscono un mercato potenziale da quattro miliardi di dollari l’anno. Tra le aziende specializzate c’è la britannica GW Pharmaceuticals che produce il Sativex per il trattamento del dolore nella sclerosi multipla.

Un altro esempio è l’acquisizione due anni fa per 1,8 miliardi di dollari del 45% del capitale del produttore canadese Cronos da parte di Altria Group, azienda americana operante nei settori del tabacco e del Food&Beverage nell’ambito della diversificazione del suo business.

L’indotto della cannabis

La cannabis è una pianta coltivata al chiuso. Pertanto i produttori hanno bisogno delle tecnologie per la coltivazione indoor, come per qualsiasi altro tipo di vegetale. Il valore di mercato di queste tecnologie è previsto crescere fino a 3 miliardi di dollari entro il 2024.

Ovviamente, anche per la coltivazione della cannabis si fa ormai largo uso di informatica, IoT, AI. Ovvero dell’agricoltura di precisione.

Tra fornitori di queste tecnologie quotati in borsa troviamo società specializzate nelle serre climatizzate, fornitori di lampade a LED per la coltivazione indoor, aziende operanti nel vertical farming, e fornitori di algoritmi predittivi e sistemi di monitoraggio per la biosicurezza delle coltivazioni.


Una serra canadese di cannabis – Photo by Richard T on Unsplash

Investire nella cannabis

Sebbene la cannabis ricada sotto il cappello dei cosiddetti Sinful Investments poco (o nulla) etici, secondo la società di analisi ArcView la spesa globale per la cannabis legale può raggiungere i 57 miliardi di dollari entro il 2027 ripartiti tra l’uso ricreativo (67%) e l’uso per altri scopi.

Un comparto che è fiorito negli ultimi anni grazie alla liberalizzazione della coltivazione in alcuni Stati americani e oggi con la decisione delle Nazioni Unite. Il settore si è velocemente arricchito di titoli quotati al Nasdaq, e di Etf. Tra i tanti citiamo il Medical Cannabis and Wellness UCITS ETF (CBDX) quotato dalla piattaforma di Etf white label HANetf.

Infine, per monitorare l’andamento dei produttori possiamo usare il Global Cannabis Stock Index. Si noti in rally dell’indice tra novembre e dicembre in concomitanza con la decisione dell’ONU.

Un anno di Global Cannabis Stock Index

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.