Lo scorso 20 aprile è stato il “Cannabis Day”, giornata internazionale dedicata a una pianta la cui legalizzazione (a scopo terapeutico e/o ricreativo) continua a far discutere in molti Paesi. Mentre il dibattito in Italia continua ad essere utilizzato come bandiera dei diversi schieramenti politici, favorevoli o contrari alla regolarizzazione dei principi attivi della cannabis, il resto del mondo sembra aver intrapreso la strada dell’apertura verso un mercato le cui dimensioni potrebbero superare i 100 miliardi di dollari entro il 2026 – stime di Prohibition Partners.

A causa delle condizioni finanziarie più rigide degli ultimi anni e delle sfide specifiche del mercato della cannabis (vedi la reticenza di molti investitori, preoccupati per le implicazioni legali di investire in aziende attive nel settore quando la cannabis rimane fuorilegge ancora in molti Stati) il 2022 si è concluso con scarsi risultati dal punto di vista degli investimenti, nonostante la crescita dei ricavi per gli operatori dell’industria.

Per attenuare la componente di rischio legata a un asset la cui legalizzazione dà ancora vita a dibattiti divisivi, HANetf e Purpose Investments, hanno quotato nel 2020 il The Medical Cannabis and Wellness, primo ETF in Europa ad offrire un’esposizione al settore della Cannabis Terapeutica e dei cannabidioli (CBD) riconosciuti per il trattamento di patologie croniche e terapia del dolore.

Tom Bailey, Head of Research di HANetf, ha realizzato un approfondimento sull’andamento dell’industria della cannabis terapeutica e sulle novità del settore in questo nuovo anno. Eccolo qui sotto.

“Molte cose sono cambiate negli ultimi anni nel settore della cannabis terapeutica. Negli Stati Uniti, la cannabis terapeutica è ormai legale in 38 Stati (in 21 di essi è legale anche la commercializzazione di cannabis a scopo ricreativo). Numeri che rappresentano il 76% della popolazione USA.

Secondo una ricerca del Pew Research Center, quasi il 90% degli adulti statunitensi sarebbe favorevole alla legalizzazione della cannabis, sia per uso medico che ricreativo (dati novembre 2022).

Il resto del mondo non è rimasto a guardare e ha iniziato a seguire l’esempio a stelle e strisce. In Australia, nel 2020, la cannabis è stata legalizzata anche per la coltivazione e per l’uso personale a Canberra e nel territorio della capitale (la legalizzazione della cannabis terapeutica era passata già nel 2016).

Oltre la metà degli Stati membri dell’Unione Europea ha legalizzato la cannabis medica, mentre alcuni Paesi hanno optato anche per la legalizzazione della cannabis ad uso ricreativo, ma limitandone il consumo in alcuni luoghi specifici, come i coffeeshop olandesi, o imponendo un limite di possesso in grammi. La Germania starebbe spingendo per la piena legalizzazione della cannabis ad uso ricreativo entro la fine del 2023, mentre la Svizzera prevede di sperimentare la legalizzazione a Zurigo già quest’estate.

Nel Regno Unito, intanto, inizieranno presto le prime sperimentazioni di Fase II, che studieranno l’effetto del cannabidiolo (CBD) sulla neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia e sull’endometriosi. In caso di successo, queste sperimentazioni potrebbero aprire la strada alla disponibilità del CBD attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (NHS).

Questi sviluppi, e quelli futuri, suggeriscono che il trend della cannabis terapeutica è forte e non mostra segni di cedimento. Si prevede che il fatturato del mercato globale della cannabis raggiungerà 51,28 miliardi di dollari entro la fine di quest’anno e 92,10 miliardi di dollari entro il 2027.

Il settore è stato sicuramente affetto da una buona dose di venti contrari negli ultimi diciotto mesi, ma con la crescita dei mercati internazionali e la legalizzazione in nuove aree geografiche, il potenziale di crescita per il settore in questo decennio resta interessante.”