La fame di nickel e la paura della carenza di metallo a causa delle sanzioni alla Russia ne spingono le quotazioni a un forte rialzo. All’LME di Londra i prezzi sono passati dai 20mila $ di inizio anno ai quasi 50mila del 9 marzo.

“Il nichel continua ad essere una delle materie prime più volatili con il prezzo scambiato per un breve periodo sopra i $ 100.000 per tonnellata alla borsa di Singapore durante la sessione asiatica dell’8 marzo scorso – conferma Walid Koudmani, Chief Market Analyst di XTB – I problemi di approvvigionamento sono aumentati a seguito dell’escalation nel conflitto Russia-Ucraina. La Russia è uno dei principali esportatori mondiali di questa merce e con il potenziale di sanzioni in arrivo dirette verso i paesi occidentali, il mercato potrebbe assistere a un significativo shock dell’offerta a breve termine che potrebbe portare a ulteriori aumenti dei prezzi fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata”.

Un andamento spinto dai megatrend ambientali. Sulle quotazioni hanno pesato però anche le posizioni in future di alcuni attori internazionali. “Un’unità di una delle più grandi banche cinesi, la China Construction Bank Corporation, ha dovuto affrontare una richiesta di margine di centinaia di milioni di dollari poiché l’unità aveva un’ampia posizione Short sul nichel e ha subito enormi perdite a seguito dell’impennata dei prezzi del nichel di lunedì 7 – rivela l’analista di XTB – La richiesta di margine doveva essere risolta lunedì, ma poiché la banca non disponeva di fondi sufficienti, LME ha prorogato la scadenza fino al giorno successivo. Inoltre, LME ha interrotto le consegne di alcune materie prime, tra cui il nichel, il che ha portato a un temporaneo deficit della merce utilizzata principalmente nella produzione di acciaio oltre al crescente utilizzo nella produzione di batterie per veicoli elettrici”.

All’EtfPlus di Borsa Italiana sono quotati sei strumenti sul metallo, long, short e in leva.

Al di là della speculazione di questo periodo, dovuta anche alla guerra tra Ucraina e Russia e alle relative sanzioni imposte dal mondo occidentale, c’è comunque da ricordare come il metallo sia usato nelle batterie. Che sempre di più saranno centrali nei progetti di elettrificazione dei veicoli. Ford ha annunciato che entro il 2030 metà della sua produzione sarà di veicoli elettrici, e che quest’anno investirà 5 miliardi di dollari in questa unità produttiva, il doppio rispetto al 2021.