Il cosiddetto “5G” non è solo una rete “più veloce” delle precedenti. “Con il 5G aumenta in modo significativo la capacità di connettere, nello stesso momento e in un’area circoscritta, una quantità molto più elevata di dispositivi senza ridurre le loro prestazioni – spiegano da Pictet – Vale per gli smartphone (che quindi non avranno rischi di “intasamento”), ma vale anche per gli oggetti: ecco perché il 5G accelera lo sviluppo di ambiti come Internet of Things, Industria 4.0, Smart City”.

Ma c’è un secondo aspetto che ne accresce l’importanza: “Le nuove reti riducono il cosiddetto “tempo di latenza”, cioè l’intervallo tra comando e risposta. Nelle fabbriche come sulle strade (basti pensare alla guida autonoma) fino ai videogiochi in streaming, la reattività è fondamentale. Ci sarà sempre un tempo di latenza, ma il 5G lo comprime a tal punto da creare la sensazione dell’immediatezza. Anche a migliaia di chilometri di distanza”.

I settori interessati dal 5G sono molteplici e vanno da quelli industriali all’healthcare, dalle tlc ai trasporti, dall’intrattenimento all’IT.
Secondo EY, gli effetti delle nuove reti si tradurranno – nei prossimi 15 anni – in una cresciuta annua supplementare del Pil italiano dello 0,3%. Per un impatto positivo di 5-6 miliardi di euro. Un report di IHS ha osservato invece il 5G su scala globale: il contributo al Pil sarà superiore ai 2 mila miliardi l’anno tra il 2020 e il 2035. Tra 15 anni, la filiera del 5G avrà creato 22,3 milioni di posti di lavoro.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.