Attraverso quali vie un capo di abbigliamento diventa improvvisamente una moda? Oppure, tanto per rimanere su temi recenti: come un virus si trasforma in una pandemia? O ancora: perché improvvisamente in una città crollano da un anno all’altro i crimini che storicamente erano stati sempre elevati? Solo coincidenze di fattori che determinano svolte inaspettate?

A cercare di rispondere a queste domande è Malcolm Gladwell, giornalista e sociologo canadese, nel suo libro “Il punto critico: I grandi effetti dei piccoli cambiamenti”. Gli esempi che porta l’autore sono molteplici, a partire da un marchio statunitense classico di scarpe, Hush Puppies, la cui produzione stava per essere terminata a causa delle basse vendite, e che un’estate, senza nessuna campagna pubblicitaria, improvvisamente divennero di moda da una parte all’altra del Paese. Un fenomeno non solo recente, se pensiamo che agli albori della guerra di indipendenza negli Stati Uniti due personaggi partirono nello stesso momento e cavalcarono di villaggio in villaggio per mettere in guardia gli abitanti dell’arrivo delle truppe inglesi, ma solo uno dei due, Paul Rivere, ottenne ascolto e sollevò le cittadine. Cosa aveva Rivere più del suo amico partito nelle stesse ore con lo stesso messaggio? E cosa hanno oggi gli anchormen per veicolare voti e preferenze solo con movimenti della testa o con lo sguardo?

Gladwell porta così all’attenzione la figura dei conettori, personalità capaci di veicolare messaggi, attirare l’attenzione, sollevare popolazioni. Figure che gli esperti di marketing vorrebbero sempre avere dalla propria parte, ma che non sempre si rivelano fino al momento “giusto”.

Il punto critico è quindi la soglia oltre cui un fenomeno si mette in moto e una goccia d’acqua si trasforma in un fiume. Un libro affascinante che ci porta dal 1700 ai giorni nostri, con i “connettori” che valgono come influencer, ma in cui scopriamo che poche personalità bastano a determinare grandi eventi.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.