Il settore delle telecomunicazioni è diventato, con il passare degli anni e l’imporsi di internet, come il comparto probabilmente più importante per l’economia. Dal punto di vista borsistico, è tornato anche sotto i riflettori degli operatori. Marc Faber, nel suo Gloom Boom Doom Report di dicembre lo suggerisce tra i settori value più interessanti per le modeste valutazioni. E l’interesse di Kkr su Tim conferma questo giudizio. Un trend tecnologico.

Ma le tlc hanno sempre bisogno di investimenti per rinnovare e ampliare la rete in fibra e tutto questo genera emissioni di carbonio. Banda e consumi spingono quindi verso il 5G. Come muoversi?

“La sfida più grande che l’industria delle telecomunicazioni si trova ad affrontare riguardo le emissioni è probabilmente la necessità di ideare delle reti eco-friendly ed economiche che consentano flussi di informazione esponenzialmente maggiori” spiega Deepshikha Singh, Senior ESG Analyst di La Française Sustainable Investment Research.

“Secondo la European Telecommunications Network Operators’ Association, tra il 2010 e il 2018 vi è stato un aumento nei dati trasmessi dalle reti del 1.100%, con una riduzione nelle emissioni di carbonio del 40% e un aumento solo del 6% nel consumo elettrico. Si ritiene che i nuovi sviluppi come la rete 5G saranno più efficienti per i consumatori dal punto di vista energetico del 90% per Mb al secondo di dati rispetto al precedente 4G. Telefonica informa che la FTTH (fibre-to-the-home) è dell’85% più efficiente e meno intensiva a livello di materiali rispetto alla tecnologia in rame”.

Ma il 4G ormai appare storia, viste le sempre maggiori opportunità offerte dal 5G, che insieme alla fibra e ad altre tecnologie di comunicazione, sarà l’infrastruttura fondamentale per l’epoca digitale. Ma non è propriamente amico dell’ambiente…

“Nonostante il risparmio energetico a livello di utente, una base station (ripetitore di segnale) tipica del 5G consuma fino al doppio, se non di più, di energia di una 4G” conferma Singh. “E i costi energetici possono aumentare ulteriormente a frequenze più alte, a causa della necessità di più antenne e una maggior diffusione delle celle”.

5G quindi, tanta banda e tanti consumi. Senza contare che le strutture di elaborazione di prossima generazione, necessarie per supportare il trattamento locale dei dati e i nuovi servizi IoT, aumenteranno anche l’utilizzo complessivo di energia da parte della rete.

“Secondo uno studio congiunto del novembre 2020 pubblicato da Abi Research e InterDigital, società di ricerca e sviluppo sulla tecnologia mobile e video, entro il 2030 l’ecosistema 5G vedrà un aumento del 160% del fabbisogno energetico rispetto ai livelli del 2020. In questo contesto, sarà ancora più fondamentale che l’intero settore si diriga verso l’energia rinnovabile, non solo nelle sue attività ma lungo l’intera filiera” conclude il manager di La Française. Che conferma quindi il motto “5G, tanta banda e tanti consumi”.


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Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.