Un settore di applicazione della robotica di cui si parla poco (tranne che in vicinanza delle paralimpiadi) è quello dell’assistenza e riabilitazione.

Questo settore della robotica è specializzato nello sviluppo sia di macchine che assistono persone disabili o anziane nelle attività quotidiane affiancando o sostituendo il personale paramedico sia nello sviluppo di protesi che aiutano a superare le disfunzioni motorie e/o a sostituire arti mancanti.

Robot di ausilio alla mobilità

In questa categoria di robot ricadono anche quelli per la riabilitazione motoria. I robot possono assumere la forma di una sedia a rotelle con funzioni di navigazione autonoma, come nel caso del sistema Tek RMD (Robotic Mobilization Device) inventato dalla società turca Matia Robotics che permette al suo utilizzatore di muoversi in posizione eretta invece che seduto come nella classica sedia a rotelle e di fare una vita quasi normale come si vede nei video disponibili sul sito aziendale.

Fonte: Matia Robotics

Passando all’offerta di apparati di manipolazione applicabili alle sedie a rotelle, due sono i sistemi iARM e DAS sviluppati dalla olandese Exact Dynamics e il braccio manipolatore a sei assi JacoTM prodotto dalla canadese Kinova per aiutare chi soffre di distrofia muscolare.

In questo settore applicativo, i robot possono anche assumere la forma di esoscheletro indossabile, che agevola le funzioni motorie del paziente affetto da traumi alle gambe, come si vede nel video di Ekso Bionics qui sotto o a questo link di Youtube.

Tra le aziende che producono esoscheletri citiamo la società americana Ekso BionicsTM (EKSO, Nasdaq), la società israeliana Rewalk Robotics (RWLK, Nasdaq) e la società giapponese ​CYBERDYNE (7779, Nikkei), il cui esoscheletro HAL® (Hybrid Assistive Limb) viene usato dal 2010 negli ospedali di tutto il Giappone nelle terapie riabilitative. HAL® può essere configurato per l’utilizzo anche nel settore industriale o può diventare una tuta robotica completa.

Robot di assistenza ai degenti

In questo campo applicativo è di grande rilievo il progetto Robots for Humanity (R4H) sviluppato da Willow Garage insieme all’Healthcare Robotics Lab del Georgia Institute of Technology per aiutare Henry Evans, un quarantenne californiano tetraplegico immobilizzato a letto. Il progetto ha messo a disposizione di Evans un insieme di tecnologie robotiche che gli permettono di comunicare con il mondo esterno, di eseguire lavori in casa e di interagire con le persone in forma remota con molti anni di anticipo rispetto all’entrata dei robot assistivi nei reparti Covid di cui solo recentemente hanno parlato i giornali.

Qui sotto o a questo link di Youtube potete vedere la conferenza TED di Henry dove spiega l’uso della tecnologie robotiche di casa sua (se non vedete il video qui sotto è perché non avete abilitato i cookie di marketing).

La presenza di un robot umanoide in casa permette a Evans di radersi, aprire il frigo e svolgere le faccende casalinghe comandando il robot con una speciale interfaccia basata sui movimenti della testa e del dito; l’utilizzo in remoto dei robot di telepresenza BeamTM della Suitable Technologies permette a Evans di essere presente ovunque serva il suo contributo; infine, un drone quadricottero della società Parrot guidato attraverso un’apposita interfaccia permette a Evans di uscire virtualmente di casa guardando dal monitor la vita che si svolge intorno a lui.

Protesi robotiche

I successi di Bebe Vio e di tanti altri sportivi alle Paralimpiadi ha portato il grande pubblico a conoscenza dei “miracoli” che si possono ottenere con le tecnologie avanzate per creare protesi degli arti superiori e inferiori perfettamente funzionali e adatti anche alla pratica sportiva più estrema.

A questo proposito sono in corso vari progetti per sviluppare protesi robotizzate degli arti superiori e inferiori. Uno dei progetti più avanzati è quello dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University,  sponsorizzato dal DARPA che è particolarmente attivo nella ricerca di soluzioni tecnologiche per aiutare i mutilati reduci di guerra.

Lo scopo del progetto iniziato nel 2006 in collaborazione con la società DEKA Research è creare il braccio robotizzato più avanzato al mondo, con funzionalità e peso uguali a quelle di un braccio umano. Il Modular Prosthetic Limb ha 22 gradi di libertà ed è comandato dagli impulsi neuronali della persona che lo indossa.

Guardate su Youtube a questo link o qui sotto come suonare il pianoforte con il suo braccio robotico!

Il settore delle protesi artificiali sta avendo un fortissimo impulso grazie all’avanzare degli studi e della tecnologia nei campi della bionica e della robotica. Al lettore interessato ad approfondire l’argomento consigliamo di andare sul sito specialistico Next Step.

Conclusioni

Molte delle società citate in questo articolo sono quotate in Borsa. Io seguo queste società da molti anni ormai e posso dirvi senza temere smentite che i loro titoli possono essere molto volatili, le capitalizzazioni sono medio-basse ed espongono quindi l’investitore anche ad alti rischi in certi momenti. Sono inoltre movimenti spesso guidati da news di nuovi prodotti, o nuovi accordi con il settore pubblico (sanità, difesa) o di leggi che sovvenzionano gli acquisti di questi prodotti.

Il mercato di queste applicazioni risente infatti della “mano pubblica”, ovvero dove interviene lo Stato con sovvenzioni come nel caso degli USA o di Israele per i loro reduci di guerra, le aziende possono anche prosperare, altrimenti per il privato è molto costoso dotarsi di queste soluzioni robotiche avanzate. E’ anche un mercato globale relativamente piccolo. Quindi attenzione! Se siete trader di breve periodo potete sfruttare la volatilità per operazioni in swing trading, ma bisogna saperlo fare.

Il libro sugli investimenti in robotica

Questo articolo è stato tratto dal mio libro “Robot. La nuova era. Vivere, lavorare, investire nella società robotica di domani” che spiega le opportunità di investimento nelle mille applicazioni della robotica industriale e di servizio. Si può leggerne un estratto gratuito su Amazon Kindle a questo link.

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Foto di copertina: cottonbro da Pexels


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Di Andrea Forni

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