La domanda che fa capolino tra gli operatori è questa: le energie rinnovabili sono in bolla? Oppure c’è ancora spazio di una sana crescita?

L’energia eolica e quella solare fotovoltaica sono cresciute rapidamente nel corso degli ultimi 10 anni: ben 15 volte il solare e tre volte l’eolico. Tanto che ora rappresentano circa l’85% delle energie rinnovabili non idrauliche.

Sono due tra le rinnovabili più diffuse e conosciute, mentre altre rimangono ancora ai margini, almeno per il grande pubblico: ad esempio la geotermia, il solare termico, la biometanizzazione, la digestione anaerobica, la biomassa, ma anche l’energia idraulica prodotta da grandi dighe (la più grande fonte rinnovabile di elettricità).

Tutte fanno parte dei megatrend climatici e ambientali.

Quanto pesano le energie rinnovabili

Nonostante siano sulle prime pagine di tutti i giornali e nelle principali news, le rinnovabili rappresentano ancora una percentuale molto bassa della produzione di energia: ad esempio, l’eolico e il solare rappresentano il 2,5% della produzione in Francia. Hanno ancora bisogno di molto tempo prima di poter rivaleggiare con le energie tradizionali, ma gli ambiziosi obiettivi climatici che i governi hanno fissato in tutto il mondo, in particolare in Francia, porteranno a una maggiore espansione e, quindi, a un aumento della loro produzione nei prossimi anni. L’Unione Europea, per esempio, ha come target una quota almeno del 32% di energia rinnovabile, per poter progredire verso un’economia climaticamente neutra.

Le stime dell’AIE

“L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede una forte crescita del mercato delle energie rinnovabili (eolica e solare), che dovrebbe quadruplicare entro il 2030″ conferma Benjamin Louvet, Commodities Fund Manager di Ofi Asset Management.

“Lo sviluppo del settore è guidato da massicci sussidi governativi, così come da meccanismi di sostegno sottoforma di contratti di acquisto di energia a lungo termine (15-20 anni). Questi garantiscono ai produttori di energie rinnovabili che tutta la loro produzione sarà assorbita a un prezzo prestabilito.

Tali meccanismi forniscono una perfetta visibilità sui flussi finanziari del mercato delle energie rinnovabili, un vantaggio molto apprezzato dagli investitori, spiegando così le alte valutazioni delle aziende del settore”.

Le tendenze di Borsa

La Borsa, si sa, punta ad anticipare le tendenze future (a volte anche troppo in anticipo), ma nessuno sembra voler puntare sul passato.

“Poiché il mercato del petrolio è destinato a svanire, gli investitori sono naturalmente riluttanti a investire in un’industria del “passato” quando le industrie del futuro offrono loro una maggiore visibilità e prospettive” continua Louvet. “Nel frattempo, l’industria petrolifera sta attraversando un periodo molto difficile”.

Tutto questo lo si vede già nei movimenti di lungo termine di molte azioni.

“Negli Stati Uniti, le azioni NextEra Energy, una delle più grandi compagnie di energia rinnovabile, sono salite del 250% negli ultimi quattro anni, mentre quelle di ExxonMobil sono scese nello stesso periodo” conferma il manager di Ofi AM.

“La stessa cosa è successa in Europa con Ørsted, un produttore di combustibili fossili che si è convertito alle energie “verdi”, e la cui market cap è salita di oltre il 400% negli ultimi anni, mentre il valore di Total, il gruppo petrolifero francese, è sceso dell’8%”.

Rinnovabili in bolla?

Insomma, le major petrolifere stanno cercando di diversificarsi in energie più pulite. Probabilmente diventeranno attori importanti nel settore delle energie rinnovabili di domani. Ma c’è una bolla sul settore delle rinnovabili?

“Al momento, nessuna bolla è visibile nelle energie rinnovabili. Una bolla prenderebbe forma solo se i governi ritirassero massicciamente i loro sussidi prima che le aziende abbiano raggiunto economie di scala sufficienti per operare in un libero mercato” mette in chiaro Louvet.

“E, allo stato attuale delle cose, le grandi sfide della transizione energetica implicano che questo è improbabile per almeno i prossimi cinque o 10 anni”. La risposta è quindi no: le energie rinnovabili non sono in bolla. Almeno per ora.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.