Avvicinare gli adulti dei Paesi Emergenti a un conto corrente o di deposito è ormai decisamente più semplice rispetto a pochi lustri fa. Le lacune del sistema bancario in passato hanno limitato l’espansione commerciale, frenando la domanda dei consumatori e ostacolando la crescita economica complessiva. Ora però la tecnologia ha agevolato il tutto: le reti cellulari hanno portato la connessione un po’ ovunque, le applicazioni fintech hanno fatto il resto. Si chiama “inclusione finanziaria” e anche se la strada è ancora lunga (si calcola che un terzo degli adulti a livello globale resta ancora escluso dall’universo finanziario) molti passi avanti sono stati compiuti. Ma il potenziale di miglioramento è elevato: a Bnp Paribas AM calcolano che un’inclusione diffusa potrebbe far aumentare il PIL di tutte le economie emergenti del 6%, ossia di 3.700 miliardi di dollari, entro il 2025, e contribuire alla creazione di 95 milioni di posti di lavoro. Sul tema, gli esperti della banca francese hanno pubblicato un white paper (qui) in cui descrivono come gli approcci unici di alcune aziende abbiano incentivato la crescita e l’aumento dei profitti, migliorando la vita dei loro clienti e delle loro economie, a tutto vantaggio di una reale “tripla bottom line”.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.