Prosegue il conflitto in Ucraina, ma i mercati azionari sembrano avere trovato una certa stabilizzazione, anche se i rischi sempre più elevati di recessione o stagflazione stanno mettendo a dura prova i nervi degli operatori. Anche i Cani del Ftse Mib ne risentono, ovviamente, ma le perdite nei primi cinque mesi dell’anno sono limitate. Il Ftse Mib rimane in forte calo e da inizio anno la perforamnce è del -10,9%. Molto più disperso (ma contenuto) il calo dei portafogli dei Cani del Ftse Mib, uno dei quali è nettamente in positivo, il Portafoglio PPP.

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Confermando quindi di mantenere la sovraperformance sul benchmark. I Cani del Ftse Mib non sono altro che portafogli costruiti utilizzando solo titoli dell’omonimo indice di Piazza Affari. Il risultato, quindi, ancora una volta dà ragione alla teoria del gestore statunitense Michael O’Higgins. Ma vediamo i numeri in dettaglio.

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I risultati dei “Cani 2022

I tre portafogli segnano per ora risultati “dispersi”, ma comunque migliori dell’indice di riferimento. In dettaglio, quello “10 dogs” si attesta al -3%, grazie soprattutto ai risultati di Unipol (+8,5%) ed Eni (+17,9%). Più indietro il portafoglio “5 dogs” (-4,6%), mentre quello cosiddetto “PPP”, composto solo da Unipol, segna un +8,5%.

Come si costruiscono i portafogli

Il primo, quello dei “10 dogs” comprende appunto i 10 titoli con il dividend yield maggiore scelti tra i 40 del Ftse Mib. Ordinando i 10 titoli per prezzo crescente e prendendo i primi cinque (quelli cioè con il prezzo inferiore) si ottiene il secondo portafoglio “5 dogs”: alla base del metodo è il fatto che un incremento (in assoluto) del prezzo ha un impatto percentuale maggiore su un titolo con un prezzo basso piuttosto che alto. I due portafogli sono tutti equipesati, ovvero ogni singolo titolo all’inizio ha la stessa percentuale di allocazione.

Il terzo e ultimo portafoglio, detto “PPP” è composto infine da un solo titolo: il secondo dell’ordinamento (dal prezzo più basso a quello più alto). Si tratta solo di una anomalia statistica scoperta da O’Higgins ma valida anche sul mercato italiano: in genere – ma ovviamente non è una certezza – è un titolo che sovraperforma il mercato.

Nel passato, storicamente, i vari portafogli sul Ftse Mib si sono ben comportati. Ne abbiamo parlato diffusamente nel libro “La Ruota dei mercati finanziari” edito da Hoepli. Seguiamo mese per mese la performance dei “Cani 2021” e vedremo se continueranno a performare meglio del Ftse Mib!


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Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.