È possibile investire nella trasformazione digitale, ma non nei Tech? Secondo Laure Négiar, Gestore del fondo Comgest Growth World di Comgest, assolutamente sì. Trend che rientrano nel più ampio megatrend tecnologico.

“I titoli tecnologici hanno sperimentato un forte rally negli ultimi 12 mesi, poiché gli investitori hanno cercato le società che beneficiano della trasformazione digitale dell’economia globale”.

Certo, non vanno evitare le aziende più note: Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), multinazionale di produzione e progettazione di semiconduttori, rimane un titolo di forte crescita qualitativa.

“Tuttavia gli investitori azionari globali hanno a volte trascurato il fatto che le aziende che non operano principalmente nello spazio digitale possono ancora beneficiare enormemente della trasformazione digitale, godendo anche di una certa protezione contro improvvisi cali dei titoli tecnologici in virtù della loro diversificazione. Ciò si nota in particolare nello spazio sempre più popolare dei semiconduttori” prosegue il gestore di Comgest.

Ci fa qualche esempio? “Due titoli giapponesi di semiconduttori non classificati come titoli tecnologici sono Hoya Corporation, azienda sanitaria, e Shin-Etsu Chemical, produttore di materiali. Queste aziende hanno costruito posizioni dominanti in aree mirate della catena del valore dei semiconduttori, offrendo diversificazione nel caso in cui la tendenza digitale dovesse invertirsi temporaneamente”.

Tuttavia, dato che non si tratta di titoli intesi come titoli tecnologici, vengono scambiati a multipli più bassi, nonostante godano di crescita degli utili e margini almeno pari a quelli del resto del settore.

Vediamo in dettaglio i due titoli illustrati da Laure Négiar.

Hoya Corporation ha iniziato la sua attività come un’azienda di bicchieri di vetro e ha trovato la sua forza principale nella lavorazione del vetro fino a diventare quasi dominante nei substrati per dischi e nei materiali di imaging per semiconduttori. Sebbene derivi oltre il 60% delle vendite dall’attività di lifecare, circa il 20% dei suoi profitti proviene dal ruolo giocato nella catena di fornitura dei semiconduttori.

È leader globale nella produzione di photoblank e fotomaschere, un’area di nicchia ma altamente redditizia con margini operativi superiori al 50%. Le vendite di Hoya di componenti Extreme Ultraviolet (EUV) per l’ultima generazione di chip semiconduttori sono aumentate di oltre il 50% all’anno negli ultimi due anni.

In termini di ESG si distingue tra le aziende giapponesi per la sua struttura di corporate governance.

La produzione di vetro non è solo un’attività ad alta intensità energetica, ma anche idrica (e comporta il rischio di inquinamento delle acque). Dunque, Hoya è vulnerabile ai rischi derivanti da un elevato consumo di acqua (ovvero la siccità), così come ai rischi legati al cambiamento climatico come le massicce inondazioni in Thailandia e nelle Filippine, dove si trovano alcuni stabilimenti Hoya.

Anche Shin-Etsu Chemical ha costruito una posizione quasi inattaccabile fornendo componenti essenziali all’industria dei semiconduttori. Non è molto conosciuta al di fuori del Giappone e ancor meno come titolo tecnologico. Eppure, è il leader mondiale nella produzione di wafer per semiconduttori (su cui vengono stampati i circuiti) con una quota di mercato del 30%, un business molto interessante con rendimenti sul capitale investito (ROIC) superiori al 20% e una crescita degli utili a due cifre.

L’azienda è protetta da significative barriere all’entrata, il che significa che i suoi rendimenti sono sostenibili: si tratta di un business di scala in quanto ci vogliono almeno due o tre anni per costruire un impianto greenfield e ancora di più per costruire un rapporto di fiducia con i clienti. La domanda di wafer da 300 millimetri per smartphone, data center e altre applicazioni è destinata ad aumentare più velocemente dell’offerta per qualche tempo, aumentando sia i volumi che i prezzi di Shin-Etsu. Shin-Etsu dovrebbe essere in grado di generare una crescita annua dei guadagni a due cifre nei prossimi 5 anni, sostenuta dalla continuazione di queste tendenze.

Sebbene Shin-Etsu debba affrontare significativi problemi ambientali, ha un buon livello di divulgazione delle informazioni ESG. Lo sviluppo sostenibile è visibilmente incorporato nella strategia aziendale e stanno affrontando attivamente i 10 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) più prioritari per il settore chimico.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.