La Cina è oggi di gran lunga il più vasto mercato automobilistico e investire nelle batterie elettriche appare decisamente uno dei comparti più in crescita di questo mercato. Si tratta di un comparto che attiene ai megatrend tecnologici. Un alert di questo lo si aveva già avuto a settembre con le vendite di veicoli elettrici che avevano superato i diesel.

Con 27 milioni di veicoli venduti all’anno – quasi il doppio dell’Europa – il mercato interno per anni ha accontentato gli operatori locali, che hanno beneficiato delle solite normative di Pechino che disciplinano l’insediamento di produttori stranieri e dei trasferimenti di tecnologia volti a sviluppare localmente la catena di valore del settore su base locale.

Le batterie elettriche e la Cina

Negli ultimi 20 anni è stato anche una manna per i produttori tedeschi, tanto che la strategia cinese, non potendo competere nel segmento dei motori termici, si è indirizzata verso l’elettrico.

Tale cambiamento consente anche un rimescolamento delle carte per quanto riguarda le logiche di concorrenza globale nel settore automobilistico” conferma Marouane Bouchriha, Fund Manager, International Equities di Edmond de Rothschild AM.

“Di conseguenza è dal 2009 che la Cina sta sviluppando un ecosistema fatto di veicoli elettrici attraverso meccanismi di sovvenzioni e di sostegno, attraverso per esempio gli acquisti destinati alle flotte pubbliche.

Lo sviluppo della catena di valore ha riguardato anche il segmento delle batterie: la produzione di batterie, componente essenziale, era in precedenza un’area in cui Corea e Giappone dettavano legge.

Le autorità cinesi hanno istituito una “lista bianca” di produttori di batterie che potevano accedere ai sussidi, con il pretesto del controllo di qualità e della sicurezza delle batterie vendute.

Naturalmente di produttori stranieri inseriti in questa lista non ce n’era nessuno. Tali misure hanno portato allo sviluppo in soli pochi anni di CATL, un gigante che ora pesa 90 miliardi di dollari sul mercato azionario e che controlla quasi un quarto della domanda mondiale di batterie per auto elettriche”.

Il settore in Cina, Usa ed Europa

La società fornisce per esempio le batterie della Peugeot e-208, uno dei veicoli elettrici più venduti in Francia quest’anno. “Poiché la batteria rappresenta circa il 25-30% del costo di un veicolo elettrico, si stima che parte del bonus verde di 7.000 euro pagato dal governo per questa tipologia di acquisti finisca proprio nelle casse di CATL” prosegue il manager di EdR. “BYD, MG Motor, Nio… tutti nomi di cui forse non avete ancora sentito parlare. Ma uno di loro potrebbe essere il costruttore della vostra prossima auto. Si tratta di tre gruppi cinesi che sono i primi ad esportare veicoli elettrici nel Vecchio Continente, ed è improbabile che siano gli ultimi a farlo…”.

Negli Stati Uniti e in Cina è stata lanciata una miriade di nuove start-up dedicate ai veicoli elettrici: aziende che hanno sfruttato la moda per finanziare i siti di produzione, e sono ora emersi nomi promettenti e consolidati, come Li Auto e Xpeng in Cina, o Rivian, Fisker e Lucid negli Stati Uniti. Nulla di tutto ciò accade in Europa.

“La Commissione Europea sembra si stia rendendo conto di questo rischio passando all’offensiva, con il cosiddetto piano “Airbus delle batterie“. Saft, lo specialista francese delle batterie, di cui Total ha preso il controllo nel 2016, ha collaborato con PSA per creare un primo sito produttivo in Francia, a Nersac, nella regione della Charente” continua Bouchriha.

“Si prevede che il sito inizierà la produzione nel 2023 con una capacità iniziale di 8GWh all’anno. Ancora più incoraggiante, Verkor, una start-up con sede a Grenoble sostenuta da Schneider Electric, non ha esitato a pensare in grande lanciando un progetto per una Gigafactory con una capacità produttiva annuale di oltre 16GWh”.

Le emissioni delle batterie

Un altro tema su cui ragionare riguarda le emissioni di gas serra: non solo a livello di utilizzo del veicolo (come avviene oggi), ma anche per quanto riguarda tutto il suo ciclo di vita, perché la produzione di batterie è una voce importante in queste emissioni.

“Le emissioni del mix elettrico sono di 555gCO2/kwH in Cina contro i 387g della Germania e i 48g della Francia: con il suo mix di elettricità decarbonizzata, la Francia deve quindi continuare a diventare un perno industriale della strategia europea per i veicoli puliti” conclude il gestore di EdR.

Gli strumenti

Come investire nelle batterie elettriche? Puntare sul settore si può. Investendo su singoli titoli, oppure su strumenti di risparmio gestito, che offrono il vantaggio della diversificazione a livello di aziende.

Qualche esempio? In Italia sono disponibili un fondo di Symphonia, un certificato di Vontobel, gli etf di L&G, di WisdomTree e di Lyxor.

Negli Stati Uniti gli etf di Kraneshares o di Global X.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.