L’approccio risk parity nasce dall’intuizione di una casa di investimenti statunitense, Bridgewater a metà degli anni ‘90: il fondo da loro proposto, gestito con questo metodo era stato battezzato non a caso “All weather”, per tutte le stagioni. Un portafoglio cioè funzionale e adattabile, per costruzione, in qualunque scenario di mercato.

Tuttavia solo una decina di anni più tardi, successivamente allo scoppio della bolla dei titoli tecnologici, questa metodologia è stata ripresa da altre case di investimenti e adattata ai vari contesti.

Ma che cosa significa esattamente e come funziona l’approccio risk parity? Si tratta di una strategia che mira a suddividere equamente il rischio tra tutte le asset class del portafoglio: in pratica l’obiettivo di volatilità fissato per un fondo o una asset allocation viene ripartito in maniera identica tra le varie componenti e questo determina a sua volta la quota di capitale da assegnare agli asset: essendo la componente azionaria più volatile rispetto a quella obbligazionaria, ecco che l’equity risulterà in genere sottopesato rispetto ai bond. In questo modo le aspettative sono di un elevato rapporto rendimento/rischio (misurato dall’indice di Sharpe) anche se in genere non di un maggiore rendimento assoluto.

Edward Qian ha raccolto in questo libro – Risk parity Fundamentals – tutto quel che c’è da sapere su questo metodo di asset allocation. E chi meglio di lui, visto che è stato lo stesso Qian a coniare il termine “risk parity”.

Dopo parecchi anni in cui questo tipo di strategie ha preso piede, l’ultimo decennio ha rappresentato un punto di minimo per il risk parity, stretto da una parte dalla correlazione positiva di azioni e bond e dall’altra da tassi di interesse nulli sul debito governativo. Ora che però tutte queste problematiche sembrano alle spalle, il risk parity potrebbe tornare in auge.

Caratteristiche, backtest, strategie, leverage, ecc… tutto quello che vorreste sapere per applicare nella pratica questa ottima strategia che mira prima di tutto a preservare il capitale riducendo la volatilità (e quindi la possibilità di perdere soldi).

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.