Con l’inizio di novembre è in vendita il nuovo numero del report “La Ruota dei mercati – Analisi Intermarket mensile“, al solito prezzo di 61 euro (iva inclusa). Con 81 slides e 70 minuti di video-analisi il report permette di avere una “Big Picture” della situazione economico-finanziaria e dei principali mercati azionari, obbligazionari, valutari e delle materie prime analizzando in profondità oltre 60 strumenti finanziari.

Questo numero del report, ha la foto di copertina che mostra una panoramica della città di Gaza, tratta da Pexels.com. E’ una foto eloquente che ci ricorda come il tema di rischio principale sia oggi il conflitto tra Israele e Hamas scoppiato con le stragi di sabato 7 ottobre.

L’Executive Summary

Se vi ricordate, il mese scorso scrivendo del report di ottobre, mese che porta con sé la festa di Halloween, avevo intitolato l’Executive Summary «Zombie» per fare comprendere al lettore la mostruosità raggiunta dal mercato finanziario globale. Ne scrivevo citando orribili mostri della letteratura e della cinematografia che hanno contribuito ai nostri incubi notturni: dal mostro di Frankenstein allo Squalo, dall’Idra di Lerna a Godzilla, da Dracula a King Kong.

Sfortuna vuole che pochi giorni dopo l’uscita del mio scritto, sabato 7 ottobre, il Mostro della Guerra si sia nuovamente materializzato in Israele con il vile e cruento attacco di Hamas alla popolazione israeliana circostante la Striscia di Gaza. Non entro nel merito della politica mediorientale né delle ragioni o dei torti, o degli errori dell’una e dell’altra parte in causa. Non sono culturalmente attrezzato per farlo, sebbene siano ormai più di cinquant’anni che la questione palestinese fa capolino nella mia vita attraverso tv e giornali e attentati nell’Italia della mia giovinezza.

Il fronte che si è aperto in Israele ci sta portando verso uno Scenario di Guerra Globale, forse una «Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzi» come ha più volte ammonito Papa Francesco o come ha più sommessamente scritto il fondatore dell’hedge fund Bridgewater, Ray Dalio nel suo ultimo libro e in questo post su LinkedIn. Probabilmente il movimento tellurico a cui stiamo assistendo farà la sua parte nello spostamento del potere economico, tecnologico e politico dall’Occidente all’Oriente, dalla guida americano-centrica del mondo alla guida cinese nel quadro della rivoluzione di quel Nuovo Ordine Mondiale che ci vedrà, noi popolazioni caucasiche, ben pasciute e anziane soccombere alla voglia di riscatto di quelle giovani popolazioni che un tempo consideravamo «Terzo Mondo» o, più poeticamente e politically correct dagli anni Novanta del secolo scorso, Paesi in Via di Sviluppo.

Prima la crescita della Cina che trascina l’Asia, poi il riscatto dell’India dalla povertà estrema, oggi la rinascita sociale, tecnologica, economica e culturale del Continente Africano di cui si sono accorti anche i litigiosi governanti europei e le gallerie d’arte, che dopo averci proposto a carissimo prezzo i quadri del cinese Ai Weiwei, oggi ci vendono la «Black New Wave» rappresentata dalle opere del congolese Chéri Samba, del ghanese El Anatsui o della nigeriana Sokari Douglas Camp, già esposte nei più importanti musei del mondo.

Lo scenario in via di definizione deve farci riflettere e deve prepararci al peggio. In Europa continua – strisciante e ormai lontana dalla luce dei riflettori e dei media – la guerra tra Russia e Ucraina. Una carneficina che sta depauperando una delle regioni più ricche del continente e che sta annientando una generazione di giovani, a cui oggi si somma la crisi in Medioriente. Il conflitto tra Israele e Hamas riapre la porta al rischio di crisi energetica per l’Europa, che pensavamo scampato. Alcuni dei fornitori di energia con cui sono stati firmati accordi per sganciarci dalla dipendenza energetica con la Russia sono pro-Palestina (Qatar, Algeria, Libia), altri sono Paesi musulmani che sebbene guardino all’Occidente potrebbero fare una scelta di parte se il conflitto dovesse dilagare al di fuori dei confini israeliani e investire Libano, Giordania e Iran: pensiamo all’Arabia Saudita e all’Egitto.

Se prendiamo una carta geografica notiamo che il Canale di Suez è egiziano e lo stretto di Ormuz è a tiro di missile: e questi sono i due punti cruciali di transito di petroliere e gasiere verso l’Europa. A questo scenario aggiungiamo le Repubbliche ex-sovietiche, a maggioranza musulmana, su cui transitano gasdotti diretti in Europa come il Kazakhstan e Azerbaijan. Perché ne scrivo? Per riflettere su quanto accaduto domenica sera in Daghestan all’arrivo di un aereo israeliano, preso d’assalto dalla folla inferocita.

Spostandoci idealmente sulla carta geografica verso sud-est arriviamo all’Asia dove torna alto il rischio per le mire della Cina su Taiwan e per la sempre allegra Nord Corea che rifornisce di armi i paesi anti-occidentali e non vede l’ora di sparare missili verso il Giappone. Il rischio di un colpo di mano da parte cinese sfruttando la temporanea distrazione degli USA impegnati sugli altri due fronti caldi apre la porta per un nuovo scenario di guerra che vedrebbe Giappone, Filippine, Taiwan e flotta dell’Alleanza AUKUS misurarsi contro un nemico composto dalle principali nazioni revisioniste dell’ordine mondiale attuale: Russia, Cina, Nord Corea.

Il primo effetto, ben tangibile per noi europei, sarebbe il blocco dei trasporti navali sulla principale rotta commerciale globale che passa dagli stretti di Taiwan e Luzon. L’abbiamo già sperimentato durante la pandemia, e il blocco metterebbe in ginocchio l’economia europea in un battere di ciglia. Bisogna chiedersi se gli USA, nel caso dell’apertura di un terzo fronte di guerra calda (Taiwan), saranno in grado di gestire la risposta oppure dovranno scegliere quale guerra combattere.

E la posizione degli Stati Uniti dal punto di vista energetico, industriale ed economico è ben diversa da quella europea. Essi sono energeticamente sovrani, hanno effettuato il Reshoring di attività produttive dall’Asia per tempo e sono ancora il leader tecnologico globale. Ricordiamo anche che le guerre combattute dagli USA nella storia moderna non sono mai state sul loro territorio bensì oltremare, salvaguardando l’integrità del suolo, dell’apparato industriale e delle città americane dalla distruzione.

Questa è la situazione geopolitica attuale, tutta in salita per l’Europa e per i suoi membri più deboli strutturalmente (e politicamente) come nel caso italiano. A questo scenario si innesta il comportamento dei mercati finanziari che nel corso del mese di ottobre hanno invertito la rotta puntando la prua verso sud, ovvero al ribasso.

Nulla fa eccezione: equity, bond, commodity. I segnali intermarket del mio modello «Ruota dei mercati» sono tutti a favore di un’imminente recessione o quantomeno contrazione. Uno spicca sui tanti: l’inversione della curva dei rendimenti a 2, 5, 10, 30 sta tornando a normalizzarsi. E questo è un segno anticipatore della tempesta in arrivo. O almeno lo è sempre stato nei decenni passati.

Nei mesi scorsi scrivevo di agire con prudenza anche se i mercati rimbalzavano al rialzo perché a mio avviso mancava ancora quella profonda correzione (detta «capitolazione») che serve a chiudere il Bear Market e a portarci al minimo (Fase due del Business Cycle) da cui ripartire (Fase tre). La capitolazione solitamente arriva insieme a un evento drammatico e di tale portata da creare «panic selling». Nel 2007 è stata la bolla dei subprime, quest’anno potrebbe essere lo scoppio di una guerra calda di vasta portata. La domanda adesso è: «la capitolazione arriverà entro fine anno rovinandoci il Natale? Oppure all’inizio del 2024, dopo un rally natalizio che farà decidere anche ai risparmiatori più riottosi di «non perdere il treno», tirandoli dentro prima del crollo come nei classici casi da manuale di finanzia comportamentale?» Chi lo sa, staremo a vedere. La parola chiave resta una sola: prudenza, prudenza e ancora prudenza. E vedendo il rally del lingotto d’oro e della valuta rifugio per eccellenza, il Franco svizzero, credo di non sbagliarmi.

Il grafico del mese

Il grafico del mese ci mostra la curva dei rendimenti dei titoli di stato americani a 2, 5, 10 e 30 anni che si sta normalizzando dopo il lungo periodo che l’ha vista “invertita” con i rendimenti dei prodotti a breve termine superare quelli di lungo termine. Se la curva invertita segnalava la percezione di un rischio elevatissimo nel prestare denaro a breve termine, tipica di un periodo di forte contrazione economica o di altissima volatilità sistemica, la normalizzazione con il rientro dei rendimenti di breve termine è stata sempre storicamente il leading indicator di un prossimo pesante crollo dei mercati azionari, quella che in gergo si chiama “capitolazione”, che porta allo sviluppo di un minimo di lungo termine da cui il trend primario costruisce il suo nuovo Bull Market. Ecco perché il grafico del mese, a mio avviso, è quello che vi mostro qui sotto.

Fonte: “La Ruota dei mercati – Analisi Intermarket mensile” di novembre

Indice dei contenuti

Qui sotto l’indice dei contenuti del report intermarket di questo mese. Tutti gli strumenti finanziari sono analizzati con i grafici di lunghissimo termine a candele trimestrali e a un mese, e grafici di breve termine con candele settimanali secondo quanto spiegato nei modelli di analisi del libro “La Ruota dei Mercati Finanziari“.

Fonte: “La Ruota dei mercati – Analisi Intermarket mensile” di novembre

Strumenti finanziari analizzati in questo report

  1. Valute: Dollar Index, EUR/USD, EUR/CHF, GBP/USD, USD/JPN, AUD/USD, Bitcoin, performance delle principali crytovalute
  2. Mercati USA: Indici di sentiment, Total World Stock Index, S&P500 Index, Nasdaq100 Index, DJ Industrial Index, Russell2000 Index, 12 settori economici del S&P 500, Analisi ciclica degli indici azionari, T-NOTE decennale e suo rendimento, curva dei rendimenti USA a 2, 5, 10 e 30 anni.
  3. Mercati EU: Indici di sentiment, Eurostoxx50 Index, Eurostoxx600 Index, DAX Index, CAC40 Index, FTSE100 Index, FTSE Mib Index, Analisi ciclica degli indici azionari, 16 settori economici dell’Eurostoxx600 (con ETF Lyxor), BTP decennale e suo rendimento, BUND decennale e suo rendimento.
  4. Mercati EMG: Sensex Index, Shanghai Index, Nikkei225 Index, ETF delle valute EMG e ETF dei mercati EMG.
  5. Commodity: CRB Index, Crude Oil, Natural Gas, Rame, Oro, Argento, Soia, Animali da carne, Uranio.
  6. Dati economici: Crescita del PIL, Inflazione, stato dell’economia europea con dati Eurostat, decisione delle banche centrali in materia di tassi e liquidità.
  7. Indici di Forza Relativa e Indici di Correlazione tra gli strumenti finanziari elencati sopra.

Come acquistare il report, pagarlo ed avere fattura

Per acquistare il report basta andare sulla piattaforma di e-commerce Gumroad.com cliccando su questo link: https://investirobot.gumroad.com/l/intermarket112023 o sul bottone qui sotto.

Il pagamento online con carta di credito o PayPal è sicuro e veloce. Potrete immediatamente accedere al report scaricabile in formato pdf e allo streaming della video-analisi. Chi ha bisogno di fattura può stamparla dopo l’acquisto, quando il sistema nella schermata di “Checkout” vi chiede “Hai bisogno di fattura? Crea”.

PER INVECE CHI AVESSE BISOGNO DI FATTURA ITALIANA (O E’ IN REGIME FORFETTARIO) e vuole pagare con bonifico bancario può mandarmi una EMAIL INFO@INVESTIRENEIMEGATREND.IT

L’analisi intermarket cos’è e perché è vincente

L’approfondimento Intermarket mensile viene sviluppato attraverso il mio modello di analisi Intermarket “Ruota dei Mercati” (spiegato nel libro omonimo in dettaglio e in questo video su Youtube in sintesi) che unisce aspetti economici, macro-economici, tecnici ci permette di dare una risposta.

Fonte: Forni, Malandra, “La Ruota dei dei Mercati finanziari”, Hoepli, 2018

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