Lunedì scorso ho scritto un articolo su questo sito dedicato alla poca trasparenza dei prodotti di risparmio gestito ESG, dal titolo “Investite in ESG? Attenzione alle truffe!“. Raccontavo dello scandalo che ha colpito DWS in Germania e mettevo in guardia l’investitore più “sprovveduto” (o solo poco informato) dal cavalcare certe mode.

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Ogni periodo storico ha la sua moda: i bulbi dei tulipani, poi le varie Compagnie delle Indie, poi le ferrovie, poi i titoli internet. Oggi è tutto quello che è sostenibile, verde, equo, solidale. Da un giorno all’altro siamo diventati più buoni e ovviamente chi deve vendervi prodotti si è subito adeguato alla domanda. Anche perché un prodotto “green” ve lo fanno spesso pagare di più di un equivalente non green.

Perché investire in ESG

Con questa premessa non voglio assolutamente dare contro ai prodotti ESG. Anzi, come abbiamo scritto nel nostro ultimo libro “Investire nei Megatrend del futuro” il concetto non è nato oggi e secondo un’analisi pubblicata da Friede, G., Busch, T., Bassen, A., “ESG and financial performance: aggregated evidence from more than 2,000 empirical studies”, in Journal of Sustainable Finance & Investment le aziende che avevano adottato i criteri ESG già nel 1970 risultavano meglio gestite, più sostenibili e più orientate al futuro raggiungendo performance migliori dei concorrenti.

In altre parole, gli investimenti ESG hanno tendenzialmente un rapporto rischio/rendimento migliore rispetto agli equivalenti non-ESG e diventano un fattore di qualità nella composizione di un portafoglio di medio o lungo termine.

Attenti alle truffe

Premesso quanto sopra, nell’articolo di lunedì 13 settembre ho messo in guardia lettrici e lettori che non è tutto “green” ciò che sembra verde. Quasi a farlo apposta poi, durante il Salone del Risparmio di Milano, si è molto parlato del nuovo sistema di valutazione dei fondi ESG Morningstar Commitment Level inventato da Morningstar e pubblicizzato già a novembre 2020.

Non ho idea del perché da noi se ne sia parlato solo in questi giorni, ma credo sia dovuto alla presa di coscienza degli investitori dopo lo scandalo DWS. Anche il quotidiano La Repubblica ne parla nell’articolo “Un indice smaschera il greenwashing” che vi invito a leggere dal momento che approfondisce il tema citando anche la regolamentazione europea SFRD in materia.

Cos’è il Morningstar ESG commitment level

Per capire cosa è il Morningstar Commitment Level conviene andare alla fonte, cioè sul sito Morningstar dove è pubblicato un lungo post in italiano dedicato al funzionamento di questo metodo ed è possibile scaricare la brochure con la metodologia (in inglese) di cui vedete qui sotto il frontespizio.

Riporto di seguito quanto scritto nel sito Morningstar. L’obiettivo del sistema di valutazione è individuare le strategie e società di gestione che i ricercatori di Morningstar considerano le migliori nel contesto dell’investimento sostenibile e segnalare quelle che non lo sono.

L’ESG commitment level permette anche di monitorare cambiamenti di portafoglio o aziendali che possono incidere sulle questioni ambientali, sociali e di governance (quindi ESG completa).

A ogni strategia di gestione valutata viene assegnato un livello di aderenza che integra quindi le classiche stelle di merito che tutti conosciamo relative ai singoli prodotti gestiti. La scala di valutazione è composta da quattro livelli: leaderadvanced (superiore), basic (base), low (basso). Rispetto all’Analyst rating, il giudizio differisce perché non dà indicazioni sulle prospettive future di rendimento, ma è solamente focalizzato sulle competenze ESG della strategia.

Oltre alle strategie di gestione Morningstar valuta anche le società di gestione con gli stessi criteri.

Approfondire il tema e tenersi aggiornati

Sono relativamente pochi mesi che questo sistema di valutazione è operativo ma già i risultati si vedono. E sono descritti nei post sul sito di Morningstar. Vi consiglio pertanto di seguire la categoria di articoli “ESG Commitment Level” sul loro sito.

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Foto di copertina: Foto di fauxels da Pexels

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.