L’ outlook sulle A-shares cinesi rimane positivo. Gli analisti di KraneShares ricordano come questa categoria di azioni abbia affrontato una serie di fattori contrari (nuove regolamentazioni in Cina, inflazione e rialzo dei tassi negli Usa, caso Evergrande, ecc.) ma abbia comunque sovraperformato i principali indici cinesi. Una tematica che si rifà ai trend demografici.

E il nuovo anno potrebbe andare anche meglio. Per ora continuano a essere detenute in misura limitata all’interno dei portafogli sia dagli investitori esteri (per la bassa inclusione di queste azioni negli indici globali) sia di quelli nazionali, che preferiscono l’immobiliare: “In Cina oltre il 62% delle famiglie residenti nei centri urbani ha investito nel settore immobiliare, rispetto al 23% degli USA e il 36% del Giappone – spiegano da KraneShares – Crediamo che i problemi di Evergrande si tradurranno, direttamente o indirettamente, in un dirottamento degli investimenti immobiliari verso il mercato delle A-shares, e che il giro di vite sull’immobiliare sposti il meccanismo di creazione della ricchezza verso i mercati dei capitali”.

Quest’anno, stando al consensus di Bloomberg, i profitti delle A-Shares cinesi dovrebbero poi crescere del 17%, i ricavi del 13%. La discesa dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) ridurrà la pressione sui costi delle aziende cinesi e di conseguenza nel corso dell’anno si potrà vedere un rialzo dei margini. Le valutazioni rimangono interessanti sul mercato delle A-shares, in linea con la media di lungo termine. Tuttavia, il rapporto tra P/E e tasso di crescita (PEG) è vicino a 1, valore da considerarsi conveniente soprattutto rispetto alle azioni Usa. L’outlook per le A-shares cinesi rimane quindi positivo.

Infine non va dimenticato come a novembre la China Securities Regulatory Commission abbia dato via libera alla quotazione dei future sulle A-Shares alla borsa di Hong Kong: questo rappresenta un passo avanti significativo che aumenta le probabilità che nel 2022 ci sia una maggiore inclusione delle A-shares negli indici globali.

Una delle principali preoccupazioni per MSCI per procedere in tal senso, infatti, era l’esistenza di un derivato sulle A-shares, che permettesse agli investitori internazionali di gestire i rischi connessi alle azioni domestiche.

Inoltre, nel 2021 la pressione sulle azioni cinesi offshore ha favorito le azioni quotate nella Cina continentale e le ha rese più popolari tra gli investitori stranieri, come indicato dai flussi record sulla piattaforma di stock connect Northbound che permette di accedere ai listini di Shanghai e Shenzen attraverso Hong Kong.

Unico fattore contrario (per ora), il contesto politico teso negli Stati Uniti nell’anno delle elezioni di mid term, che potrebbe frenare questo trend.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.