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Da qualche tempo leggiamo su vari quotidiani articoli che con toni allarmistici mettono in guardia dal rischio inflazione che potrebbe colpire l’economia occidentale nei prossimi anni. Qualche commentatore si spinge addirittura a parlare di rischio “stagflazione” paragonando la situazione che si è venuta a creare con la pandemia Covid-19 con gli Anni Settanta del secolo scorso.
Incuriosito da tanta attenzione per questo tema (che peraltro essendo io figlio del Baby Boom ho vissuto nella mia giovinezza fatta di domeniche a piedi, lunghe code ai distributori e rendimenti dei BOT a doppia cifra) ho preso del tempo per leggere le analisi di vari economisti e analisti.
In questo articolo, vi spiego cosa sono inflazione e stagflazione, e vi allego l’opinione del Fondo Sovrano Norvegese, della società di asset management AQR e di Richard Bernstein, CEO della società di gestione RBA.
L’argomento “rischio inflazione” sarà al centro della mia video-analisi mensile “Approfondimento Intermarket mensile” di febbraio che sarà disponibile in acquisto tra pochi giorni. Due ore circa di analisi tra azionario, bond, valute, commodity e dati macroeconomici per fare il punto della situazione e capire la possibile rotazione di portafoglio verso asset che possano reggere il colpo di uno scenario inflattivo (o stagflattivo) e il potenziale scoppio della bolla sugli azionari.
Il pensiero del Fondo Sovrano Norvegese
Il fondo sovrano petrolifero norvegese da 1,3 trilioni di dollari ha recentemente spiegato che gli investitori devono affrontare anni di bassi rendimenti man mano che l’aumento dell’inflazione diventa una caratteristica permanente dell’economia globale.
Il fondo petrolifero, che possiede l’equivalente dell’1,5 per cento di ogni società quotata nel mondo, pensa che l’inflazione “potrebbe essere più forte di quello che ci si aspetta generalmente” mentre il mondo sperimenta una domanda elevata e persistenti interruzioni delle catene di approvvigionamento.
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Foto di copertina: Foto di Alexander Mils da Pexels
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