L’impatto dei Social media su investimenti e trading è diventato materia di innumerevoli articoli negli ultimi mesi a seguito del rally stratosferico del titolo Gamestop proposto agli utenti di un forum ospitato da Reddit.

Noi ne abbiamo ampiamente parlato nell’articolo “Gamestopped! C’è il rischio bolla sui mercati?” dove spieghiamo che anche le istituzioni finanziarie non sottovalutano più il ruolo dei social media nel guidare il comportamento degli investitori e dei piccoli trader in Borsa.

Questo “curioso” aspetto degli investimenti non è una cosa nuova dato che già più di 10 anni fa erano in corso studi di economia comportamentale per correlare l’umore dei messaggi sui social network con l’andamento economico.

Una ricerca dell’Indiana University Bloomington nel 2010 ha studiato come prevedere l’andamento del DJIA dai tweet come è possibile leggere in questo research paper scritto da J. Bollen et al. “Twitter mood predicts the stock market”, 2010.

L’Etf BUZZ sul sentiment del social media

Dai primi studi a oggi si sono fatti passi giganteschi anche grazie all’applicazione di sistemi AI che riescono a capire l’umore di milioni di messaggi scambiati sui social dai loro utenti.

E per soddisfare anche gli investitori più attenti a questo fenomeno sociale l’emittente VanEck ha quotato il primo Etf al mondo per investire attraverso il sentiment dei social media.

Il VanEck Vectors® Social Sentiment ETF (BUZZ) cerca di tracciare il più fedelmente possibile la performance di prezzo e rendimento del BUZZ NextGen AI US Sentiment Leaders Index (BUZZTR), che ha lo scopo di tracciare la performance dei 75 titoli large cap statunitensi che mostrano il più alto grado di sentimento positivo degli investitori e di percezione rialzista sulla base di contenuti aggregati da fonti online tra cui social media, articoli di notizie, post di blog.

I componenti di BUZZ

Sul sito di VanEck è possibile vedere la lista completa dei 75 titoli componenti l’Etf. Se cercate titoli “strani” rimarrete probabilmente delusi. Ai primi posti ci sono Ford, Twitter, American Airlines, Amazon, Tesla, Pfizer, Netflix.

Sai che novità, direte voi! Il fatto è che per motivi di volatilità l’indice richiede che la Market Cap dei titoli componenti sia di almeno 500 milioni di dollari, quindi ci entrano aziende di grandi dimensioni, mentre i “robinhooders” e i “redditers” puntano ai titoletti a bassa capitalizzazione che sono più facili da fare ballare al rialzo e al ribasso come si vuole.

Una lettura dei componenti del BUZZ è comunque istruttiva perché riflette quali sono le grandi società “sulla bocca di tutti” e tra queste qualcuna magari vi è sconosciuta e merita un’analisi approfondita.

Analisi grafica di BUZZ

Mentre voi trovate le aziende da analizzare, come consigliamo nei nostri libri, sia attraverso l’analisi fondamentale dei bilanci, sia mediante l’analisi economica del settore dell’azienda, e infine attraverso l’analisi tecnica del titolo, vediamo proprio il suo grafico dei primi due giorni di quotazione.

Grafico di BUZZ – Fonte: TradingView

La quotazione è avvenuta solo il 4 marzo quindi il grafico giornaliero ha solo 2 candele ma si può vedere che volatilità alta che ha contraddistinto l’operatività in Borsa. Staremo a vedere nei prossimi mesi se questa idea di investire attraverso il sentiment dei social media avrà successo o meno.


Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.