Stop ai veicoli tradizionali entro il 2035: focus su quelli elettrici. L’obiettivo della Commissione Europea è di arrivare infatti al blocco delle vendite di autoveicolo a benzina o gasolio nel 2035. La proposta fa parte del piano «Fit For 55» che fissa gli strumenti e gli step della rivoluzione green: ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e azzerarle nel 2050.

Queste tipologie di autoveicoli a combustione interna verrebbero sostituiti quindi dai veicoli elettrici, che hanno avuto un vero e proprio boom. Nel 2020 quelli venduti in tutto il mondo sono stati oltre 3,1 milioni – di cui il 45% vendute in Europa, seguita dalla Cina e dagli Stati Uniti – con una crescita del 40,9% in un anno. Ora sono arrivate a rappresentare il 4,2% delle auto vendute nel 2020 (contro il 2,6% nel 2019). Una tematica che rientra tra i megatrend tecnologici.

Veicoli elettrici e batterie

Quindi se vi sarà lo stop ai veicoli tradizionali entro il 2035, allora il focus sarà su quelli elettrici. “I progressi nella capacità di stoccaggio dell’energia, nei cicli di carica e nella sicurezza, insieme a una generale riduzione del peso e dei costi, hanno facilitato e accelerato l’adozione di EV alimentati da batterie – spiega Aanand Venkatramanan, Head of ETF Investment Strategies di Legal & General Investment Management – Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, i prezzi medi delle batterie al litio, ponderati per le vendite, sono scesi dell’87% tra il 2010 e il 2019 e ci aspettiamo che questo trend continuerà ancora, portando il prezzo di queste ultime a 100 dollari al chilowatt-ora entro il 2023, man mano che i player di mercato inizieranno a beneficiare degli effetti delle economie di scala”.

L’European Association of Electrical Contractors che ha stimato che il settore degli EV potrebbe creare due volte il numero dei posti di lavoro rispetto a quelli che sono andati persi con la fine dell’era dei veicoli alimentati da motori a combustione interna.

Accanto alla componentistica dei veicoli elettrici, anche le applicazioni delle griglie per lo stoccaggio dell’energia sono state un driver fondamentale per la crescita del mercato delle batterie. La loro capacità di stoccaggio dovrebbe aumentare del 25% annuo per i prossimi 10 anni.

Come muoversi: l’analisi di LGIM

Questi settori hanno ovviamente raccolto l’interesse degli investitori. “Il modo giusto per crearsi una posizione – spiegano da Legal & General IM – è privilegiare quelle imprese con tecnologie per batterie applicabili e dalla comprovata efficacia, e non prediligere semplicemente chi fa uso di batterie o i fornitori di servizi secondari. La value chain dei veicoli elettrici è composta da svariati segmenti, che vanno dalle batterie alle stazioni per la ricarica, dai sistemi di guida ai componenti, ad hardware elettronici e altro ancora, ma alcuni di questi potrebbero non essere tanto disruptive o innovativi quanto la tecnologia delle batterie.

Alcuni potrebbero semplicemente adattare le soluzioni o le componenti attualmente esistenti alla domanda di veicoli elettrici: ne sono un esempio alcuni accessori e sistemi di infotainment che possono essere usati per tutti i veicoli, sia elettrici che non; pertanto è importante dividere i player essenziali da quelli non essenziali; i fornitori core dai fornitori non core e gli abilitatori dagli utilizzatori”.

Del resto, le batterie rappresentano la componente più importante e costosa di un’auto elettrica: valgono tra il 25% e il 40% del costo totale del veicolo.

La value chain delle batterie

“Dal nostro punto di vista, la tecnologia delle batterie è uno dei pochi segmenti della value chain dei veicoli elettrici che presenta ancora alte barriere all’ingresso ed è relativamente meno soggetta a grandi cambiamenti nel panorama competitivo, poiché i cicli di ricerca e sviluppo sulla chimica delle batterie possono richiedere molto tempo – continua Venkatramanan – In secondo luogo, è importante identificare i leader di mercato che possiedono tecnologie nuove, innovative e disruptive, che sono essenziali per la crescita del mercato. Infine, le società che sono più addentro e/o attive in questa tematica dovrebbero essere separate da quelle che forniscono semplicemente servizi secondari o complementari”.

Un esempio di questo è la Cina: “Ci sono oltre 400 imprese manifatturiere attive nel settore degli EV e un ecosistema altrettanto grande di produttori di parti di auto e altri componenti. Tuttavia, la maggior parte di questi fa affidamento su un pool molto ristretto di produttori per acquistare le batterie.

Fuori dalla Cina la situazione non è molto diversa: secondo i dati sullo stoccaggio di energia di Clean Horizon, che mappano i progetti sulle griglie di stoccaggio in tutto il mondo, le imprese che possiedono una tecnologia efficace per le batterie, dotate anche di un impianto di conservazione dell’energia, sono circa una settantina.

Similmente, GlobalData afferma che le grandi fabbriche che producono batterie agli ioni di litio in tutto il mondo sono circa 115. Questo significa che, nel breve-medio termine, la maggior parte della domanda potrebbe essere soddisfatta da una manciata di produttori dotati di una tecnologia all’avanguardia, indipendentemente dall’area geografica in cui la domanda è effettivamente localizzata”.

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.