Entro il 2028 la Cina sorpasserà gli USA. Come investire? Il Covid-19 sposta l’ago della bilancia e la Cina sorpasserà gli USA nel 2028 grazie alla divergenza creatasi tra le economie occidentali e quelle asiatiche in questi mesi di pandemia.

Questo è un fatto da considerare nei nostri scenari d’investimento per il 2021 e gli anni a venire. Quindi meno Occidente e più Oriente nei portafogli? Prima di dire sì è il caso di fare un poco di analisi economica.

Da “Syncronized slowdown” a divergenza

Queste “allarmanti” previsioni sono state formulate già a fine ottobre da Reuters nella “Analysis: China and U.S. economies diverge over coronavirus response!” e confermate dall’analisi “World Economic League Table 2020” da parte del Centre for Economics and Business Research (CEBR).

In quest’analisi del 26 dicembre, il CEBR asserisce che l’economia cinese diventerà la più grande al mondo entro il 2028, cinque anni prima del previsto, grazie agli effetti della pandemia.

In altre parole, il cosiddetto “syncronized slowdown” previsto dal Fondo Monetario Internazionale solo un anno fa si è trasformato in una divergenza molto ampia e forse insanabile tra Occidente (in declino rapido) e Oriente (che resta a galla e prospera).

Il mio interesse per la Cina

Io seguo con interesse e curiosità lo sviluppo dell’Est-Asiatico da oltre un decennio affascinato dalla crescita della classe media, dal cambiamento di stili di vita, di diete, tendenze e consumi che coinvolge centinaia di milioni di persone. Tutto descritto negli scenari demografici del nostro libro “Investire nei megatrend del futuro“.

E il mio interesse per la Cina diventò riconoscenza nel 2015, quando il mio secondo libro “Robot. La Nuova Era – Vivere, lavorare e investire nella società robotica di domani” fu pubblicato dall’editore statale China Machine Press dopo che gli editori italiani ed europei avevano declinato l’offerta dicendo che robotica ed AI non interessavano il pubblico!

La lungimiranza cinese

Nel 2015 avevo sperimentato un esempio della lungimiranza dei cinesi che oggi li sta ripagando a livello sociale (crescita della classe media, alta scolarizzazione, arricchimento dell’area Asia-Pacifico “sino-centrica”), in geopolitica ed economia (OBOR e il recente accordo RCEP), nello sviluppo tecnologico (5G, AI, elettronica), e nel settore militare e spaziale.

Anzi, proprio i dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump hanno accelerato il volano industriale ed economico nei paesi asiatici vicini alla Cina: i cosiddetti MITI-V (Malesia, India, Tailandia, Indonesia e Vietnam) dove il Dragone ha delocalizzato molte produzioni non strategiche.

La Cina è sempre più desiderata

Che la Cina stia prendendo il posto degli USA anche nei sogni dei giovani è provato da questa toccante favola “natalizia” a lieto fine. Salik Thuch era un poverissimo bambino cambogiano di 14 anni che vendeva souvenir ai turisti del sito archeologico di Angkor Wat quando venne filmato da una turista rimasta stupefatta dalla capacità linguistica del bambino che conosceva 16 lingue (imparate parlando con i turisti). Diventato famoso sui social grazie al video il bambino espresse il desiderio di andare a studiare in Cina (non in USA o in UK!) e grazie a Hailiang Education, ramo d’azienda del comglomerato cinese Hailiang Group, il suo sogno è oggi realtà.

Clicca qui per il video su Youtube o l’immagine sotto.

Le tre fabbriche del mondo

Oggi il mondo ha tre giganteschi distretti industriali: quello asiatico “sino-centrico”, quello americano guidato dagli USA e quello europeo sull’asse Germania-UK, peraltro il più debole nella guerra (dichiarata) per il predominio della Supply Chain a livello globale.

Le Supply Chain del mondo. Fonte Deloitte su dati UNCTAD

Il Covid-19 ha scombussolato le carte in tavola, prima bloccando il distretto asiatico, poi l’europeo e poi l’americano in quello che si definisce il “Supply Chain Contageon”. La riapertura del distretto asiatico ben prima degli altri due e il ritorno dei consumi in quell’area (e dell’export) ha quindi portato a una divergenza economica che è ormai quantificabile in termini di crescita del PIL 2020.

Le previsioni del PIL 2020

Come si vede nella figura elaborata dal Fondo Monetario Internazionale, l’area dei MITI-V è l’unica al mondo che chiuderà l’anno con una crescita positiva (o non negativa) se escludiamo alcune nazioni africane peraltro partner dei cinesi.

Previsione di crescita del PIL globale 2020. Fonte: FMI

Per le nazioni occidentali che chiuderanno con una (de)crescita del -3%, -6% o -9,9% (il caso italiano, secondo le previsioni del Governo), sarà molto difficile recuperare il gap con la Cina e l’Asia nei prossimi anni, anche ipotizzando crescite del PIL nei prossimi due anni “da favola”.

Altre analisi economiche per il 2020

Guardando le analisi della World Trade Organization che si fermano al terzo trimestre 2020 abbiamo il quadro completo. Sebbene l’indice sia tornato stabile a 100 punti a ottobre 2020 è chiaro che recuperare i livelli pre-Covid sarà dura e richiederà tempo.

Crescita del commercio globale nel 2020. Fonte WTO

Guardiamo a un’altra “merce” da esportazione. Il turismo globale. Come scriviamo nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro”, il turismo è il terzo prodotto d’esportazione dopo chimica e petrolio.

È interessante notare che il 40% di questi flussi turistici è diretto verso dieci destinazioni: la prima è la Francia, seguita dalla Spagna, dagli Stati Uniti e dalla Cina. L’Italia era al quinto posto con 62 milioni di visitatori e un fatturato di 49 miliardi di dollari nel 2018.

Il crollo del turismo nel mondo. Fonte ONU

Il turismo è uno dei megatrend collegati al fattore demografico e come tale riprenderà la sua corsa, lasciandosi alle spalle il Covid-19. Però nel frattempo milioni di posti di lavoro sono a rischio.

Allarme povertà

Abbiamo visto come il Covid-19 abbia spostato l’ago della bilancia tra USA e Cina. Oltre a questo, l’impatto globale della pandemia sta iniziando a mostrare i suoi drammatici effetti in termini di aumento della povertà globale.

L’ONU lancia un altro allarme. Per la prima volta dal 1990 lo Human Development Index è tornato negativo, spostando indietro le lancette di 30 anni. Un fattore sociale che peserà sugli anni a venire.

Human Development Index. Fonte: ONU

Conclusioni

Perché guardare queste analisi? Se vogliamo investire con cognizione di causa nel 2021 e negli anni a venire dobbiamo avere chiaro lo scenario che si sta creando. Che in una parola possiamo definire di “stagflazione”.

Le componenti dello scenario sono in questa figura e non necessitano di spiegazione. Anzi, le stiamo già vivendo in questi tragici mesi.

Le quattro componenti della Stagflazione

Manca solo l’inflazione, ma se leggete il mio articolo del 23 dicembre ci trovate tutti gli indizi per capire da dove potrebbe scatenarsi la prossima ondata inflattiva.

Vi consiglio di passare questi giorni a preparare degli scenari per il 2021. I “vostri” scenari, non limitandovi a leggere quelli che tutte le banche e le case d’investimento vi propinano su Internet (o io stesso scrivo sul sito). Elaborate i vostri scenari che rispecchiano il vostro modo di operare e di investire sui mercati finanziari. Solo così avrete un’idea ben precisa di dove va il mondo e come seguirlo con i vostri investimenti.

Ancora Buone Feste e auguri di buona salute (e buon investimento) per il 2021.


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Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.