Alla fine (o quasi: i dati sono calcolati al 28 dicembre) di un anno complicato come il 2022, i portafogli dei Cani del Ftse Mib sono riusciti a limitare molto le perdite. La conclusione del 2022 coincide infatti anche con la scadenza dei portafogli e i numeri non mentono. Il bilancio dell’anno infatti è migliorato decisamente rispetto al periodo più buio del 2022.

A livello macroeconomico, permangono sempre elevati i rischi di recessione, ma il rosso da inizio anno è molto inferiore a quello del Ftse Mib che segna un -12,82%.

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Si conferma quindi ancora una volta la sovraperformance sul benchmark. I Cani del Ftse Mib non sono altro che portafogli costruiti utilizzando solo titoli dell’omonimo indice di Piazza Affari. Il risultato, quindi, ancora una volta dà ragione alla teoria del gestore statunitense Michael O’Higgins. Ma vediamo i numeri in dettaglio.

I risultati dei “Cani” 2022

I tre portafogli hanno segnato risultati “dispersi”, ma in ogni caso tutti migliori dell’indice di riferimento. In dettaglio, quello “10 dogs” si attesta al -3,93%, grazie a Eni (+16,46%) e Unipol (+3,09%). Leggermente peggio il portafoglio “5 dogs” (-6,56%), mentre quello cosiddetto “PPP”, composto solo da Unipol, segna un +3,09%.

Come si costruiscono i portafogli

Il primo, quello dei “10 dogs” comprende appunto i 10 titoli con il dividend yield maggiore scelti tra i 40 del Ftse Mib. Ordinando i 10 titoli per prezzo crescente e prendendo i primi cinque (quelli cioè con il prezzo inferiore) si ottiene il secondo portafoglio “5 dogs”: alla base del metodo è il fatto che un incremento (in assoluto) del prezzo ha un impatto percentuale maggiore su un titolo con un prezzo basso piuttosto che alto. I due portafogli sono tutti equipesati, ovvero ogni singolo titolo all’inizio ha la stessa percentuale di allocazione.

Il terzo e ultimo portafoglio, detto “PPP” è composto infine da un solo titolo: il secondo dell’ordinamento (dal prezzo più basso a quello più alto). Si tratta solo di una anomalia statistica scoperta da O’Higgins ma valida anche sul mercato italiano: in genere – ma ovviamente non è una certezza – è un titolo che sovraperforma il mercato.

Nel passato, storicamente, i vari portafogli sul Ftse Mib si sono ben comportati. Ne abbiamo parlato diffusamente nel libro “La Ruota dei mercati finanziari” edito da Hoepli.

Concluso il 2022, è già quasi ora di preparare i nuovi portafogli per il 2023.

La prossima settimana li metteremo a disposizione sul sito.

Stay tuned!

Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.