Lavoro in presenza, ibrido, da remoto, smart working. Una casistica di lavoro che, seppure esistente già da prima della pandemia, è venuta prepotentemente alla luce proprio a seguito dei lockdown. Il 2020 è stato quindi l’anno di nascita della nuova “era ibrida” che vorrebbe ora garantire un maggior equilibrio tra vita professionale e privata.

E infatti negli ultimi due anni di pandemia il 65% dei dipendenti che poteva lavorare da casa e in loco a piacimento era soddisfatto, contro una percentuale di soddisfazione solo del 53% tra quelli che lavoravano esclusivamente in loco e del 57% tra quelli che lavoravano esclusivamente da casa.

Il magazine di Ipsoa (qui) cita tre sondaggi sulle nuove tendenze e richieste per quanto riguarda il “lavoro agile”.

Un sondaggio globale di Microsoft su oltre 30.000 persone rivela come il 73% degli intervistati ha dichiarato di voler poter scegliere modalità di lavoro flessibili dopo la pandemia. Secondo questa ricerca, inoltre, quasi la metà dei lavoratori lascerebbe o cercherebbe un lavoro altrove se il loro capo imponesse il ritorno in ufficio.

Uno simile condotto da LeadershipIQ (società di sondaggi sulla formazione alla leadership e sul coinvolgimento dei dipendenti) ha suggerito anche che la maggior parte dei lavoratori vorrà lavorare da casa 3-4 giorni (39%) o 1-2 giorni alla settimana (29%).

Infine, uno condotto da BOB HRIS (piattaforma specializzata nella gestione di risorse umane che fornisce consulenza alle aziende) dimostra che i dipendenti che possono scegliere l’ibrido sono più soddisfatti del proprio lavoro rispetto a quelli che lavorano esclusivamente a casa o esclusivamente in loco.

Tutto questo a livello globale. Se invece scendiamo nel particolare (ovvero il nostro Paese) le percentuali si riducono molto. Secondo INAPP, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, solamente il 17% riesce a beneficiare del lavoro agile, ma potrebbe beneficiarne il 40%. Nessun cambio di paradigma quindi.

Il tema però rimane di estremo interesse. E il prossimo 29 marzo si terrà il convegno in presenza “Employee Engagement, Wellbeing and Technology” organizzato da IWG (Information Workers Group), Company di Altea Federation, presso la Microsoft House (via Pasubio, 21 – Milano).

Lo smart working reca poi con sé una serie di situazioni su cui si creano opportunità di investimento. Un esempio è nel comparto immobiliare (qui).