In Italia impazzano le polemiche sulle dichiarazioni a favore del ritorno al nucleare fatte prima dal ministro Cingolani e poi da alcuni esponenti politici. Ebbene sì, come abbiamo scritto in tanti articoli su questo sito, senza nucleare una transizione energetica completa non si può fare.

I consumi energetici oggi e domani

Basta guardare ai numeri per capire che senza nucleare non si potranno raggiungere gli obiettivi previsti per il 2050. Come è scritto nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro” oggi il fabbisogno globale di elettricità è circa 1.500 TWh.

Secondo l’organizzazione non governativa REN2 nel 2019 il 79,7% dell’energia è stata prodotta dai combustibili fossili, il 2,2% dal nucleare, il 7,5% da biomasse e il 10,6% da un mix di fonti rinnovabili tra eolico, solare, idrico, geotermico e biofuel. Volendo eliminare i combustibili fossili bisogna quindi colmare un gap del 80% di energia prodotta che si verrebbe a creare.

Come? Secondo molte fonti autorevoli si riuscirà a coprire questo gap andando a incrementare eolico e fotovoltaico nei prossimi 30 anni. Una di queste è Bloomberg NEF – New Energy Finance che in una recente analisi spiega come entro il 2050 il 75% dei 4.600 TWh di fabbisogno globale di elettricità dovrà essere prodotto da un mix di fonti rinnovabili attraendo investimenti per 13 trilioni di dollari, di cui 5,3 confluiranno nell’eolico e 4,8 nel solare.

Sebbene in crescita, oggi l’eolico e il solare contribuiscono solo all’1,6% del totale energetico e sono ben lontani dagli obiettivi che molte nazioni si sono poste per il 2030: la Cina si propone di passare dall’attuale 27% al 50% di energia rinnovabile, l’India che oggi produce con le rinnovabili il 15% dell’energia arriverà al 40% e la Gran Bretagna dall’attuale 34% ha fissato l’obbiettivo al 55%.

Perché il nucleare?

Nel mio articolo dell’8 febbraio intitolato “Nucleare, uranio e Green Economy. La strana alleanza” ho trattato questo tema spiegando che l’unica fonte energetica non inquinante (a eccezione delle scorie), già utilizzata su scala globale e capace di garantire continuità di produzione di energia pulita è l’uranio. Non lo dico io ma il World Economic Forum, che a luglio 2020 ha pubblicato un interessante articolo che spiega come l’energia nucleare sia una fonte a zero emissioni di carbonio e fornisca oggi il 10% dell’elettricità del mondo contribuendo ad abbattere le emissioni in atmosfera.

nucleare uranio e green economy
Fonte IAEA

Tornando alla polemica innescata dal ministro Cingolani, nella transizione energetica dei prossimi 30 anni inizieranno a ridursi i combustibili fossili più inquinanti (carbone e petrolio) mentre il gas naturale prenderà il sopravvento fino al 2050. Ma contestualmente potrebbe anche emergere l’energia prodotta dalla fusione nucleare.

Nuove tecnologie per il nucleare

Dello stesso parere è Bill Gates che nel suo ultimo libro “Clima come evitare un disastro” (si veda la nostra recensione in questo articolo) spiega come il nucleare potrà bilanciare la perdita dell’energia prodotta da idrocarburi. Ne è tanto convinto da avere investito insieme a Warren Buffett nella società di ricerca Terra Power che sta sviluppando un tipo di reattore innovativo chiamato Natrium.

L’interesse degli investitori è così alto che anche Reuters ce lo spiega in una sua analisi. Il perché è ovvio. se l’azienda avrà successo entro il 2050 installerà centinaia di reattori da 350 megawatt in tutti gli USA, fornendo elettricità a basso costo. Ogni “plant” costerà un miliardo di dollari e fornirà energia a una città da 400.000 abitanti.

Qui sotto potete vedere la presentazione del sistema Natrium su Youtube, (o cliccando su questo link).

Presentazione Terra Power su Youtube

Non solo gli americani stanno pensando a una nuova era del nucleare. Anche gli inglesi di Rolls-Royce stanno sviluppando un progetto innovativo di mini-centrali nucleari chiamate UK SMR (Small Modular Reactor). Il progetto prevede di installarne 16 in Gran Bretagna nei prossimi decenni.

Fonte: Rolls-Royce

Ricordo che Rolls-Royce è un’azienda ben diversificata e quotata in Borsa che produce motori per aerei commerciali, sistemi per la Difesa, infrastrutture per la produzione di energia e tanto altro ancora.

Cosa dice l’Unione Europea sul nucleare

Come abbiamo scritto ad aprile, in EU sembra che l’energia nucleare possa diventare verde e sostenibile. Almeno a leggere la bozza del rapporto che ha preparato il Joint Research Centre della Commissione Europea.

Tutto nasce dalla necessità della Commissione Europea di completare in tempi rapidi la cosiddetta “tassonomia della finanza sostenibile”, che elenca rigorosamente quali attività economiche possono essere definite investimenti sostenibili nell’UE, ovvero rispettino certi criteri ambientali.

Come spiega il Technical Report “Taxonomy: Final report of the Technical Expert Group on Sustainable Finance” scaricabile in formato pdf cliccando sul link, la EU Taxonomy è lo strumento per aiutare gli investitori, le aziende, emittenti e promotori di progetti a navigare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, resiliente ed efficiente nell’uso delle risorse.

Una voce contraria

Noi siamo analisti, non supporter di una o dell’altra fazione. Quindi abbiamo il dovere di studiare ogni materia a 360 gradi. Oltre agli ambientalisti scesi in piazza al solo sentire la parola “nucleare” ci sono vari studi scientifici sulla potenziale pericolosità di queste nuove tecnologie.

Ne citiamo uno su tutti, quello pubblicato a marzo 2021 da Edwin Lyman, direttore del nuclear power safety del Climate and Energy Program della Union of Concerned Scientists. Si tratta di un report di 148 pagine dal titolo “”Advanced” Isn’t Always Better – Assessing the Safety, Security, and Environmental Impacts of Non-Light-Water Nuclear Reactors” che potete scaricare in formato pdf cliccando sul link.

Conclusioni

In ogni caso, da investitori, analisti (e consulenti finanziari) quali siete care lettrici e cari lettori fateci un pensierino, iniziate a studiare il settore nucleare magari partendo dal grafico del prezzo dell’uranio e dai titoli dei produttori di materia prima e tecnologie nucleari. Senza fretta, che tempo ce ne è in abbondanza valutando pro e contro e soprattutto il rischio che questa nuova corsa al nucleare si sgonfi come una bolla di sapone, vuoi per motivi tecnologici o per l’opinione contraria della popolazione. Il mondo però è grande e non è detto che quello che può venire bocciato in Occidente non si faccia poi in Oriente… o in Africa.

Foto di copertina: Terra Power


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Di Andrea Forni

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