In questo periodo agostano, care lettrici e cari lettori, molti di voi stanno facendo un pensierino di fronte alla vetrina di una boutique di lusso del luogo di villeggiatura dove vi trovate.

Il settore del lusso e il suo stretto rapporto con la classe media asiatica sono argomenti che abbiamo trattato ampiamente nel nostro ultimo libro “Investire nei megatrend del futuro“, che vi riproponiamo come “pillola” in questo articolo.

Lusso e Asia vanno a braccetto

Il 36% del fatturato globale del lusso è prodotto in Asia, che è al centro della crescita del settore come conferma Fidelity International, secondo cui la classe media asiatica avrà un potere d’acquisto di 24 triliardi di dollari entro il 2030 al traino dei consumatori cinesi.

In Asia stanno infatti crescendo i consumatori d’alto profilo denominati HENRY (High Earners Not Rich Yet) e contraddistinti da un’età media di 43 anni, uno stipendio annuo medio di 136.000 dollari e un patrimonio inferiore al milione di dollari. Tra le aziende occidentali presenti sul mercato asiatico troviamo le francesi LVMH (LVMH) e Kering (KER), la svizzera Richemont (CFR) e la franco-italiana Essilor-Luxottica (EL) che sono anche le prime tra le top 100 del lusso secondo una classifica di Deloitte.

Oggetti di lusso – Fonte: Pexels.com

Il lusso beneficia del trend demografico

Il sito d’informazione Jing Daily ha analizzato l’impatto delle politiche demografiche cinesi sulle vendite di beni di lusso in madrepatria, attualmente il mercato più importante al mondo per numero di clienti e di potere d’acquisto. Nel 1979 Deng Xiaoping introdusse la politica del figlio unico con l’obbiettivo di controllare la crescita della popolazione e questo portò le famiglie a preferire i figli maschi alle femmine creando uno sbilancio di genere che raggiunse il picco nel 2004 con 121,2 maschi ogni 100 femmine.

Oggi in Cina troviamo una generazione di shengnan, uomini senza speranza di sposarsi e di donne single emancipate e agguerrite nella carriera aziendale; entrambi sono consumatori di beni di lusso che servono alla gratificazione personale e come status symbol. Nel 2015 le donne costituivano il 40% dei clienti di Porsche Cina, nel 2017 le donne ricoprivano il 31% dei posti di top senior manager e oggi 140 self-made-women hanno patrimoni miliardari in dollari.

Come già accaduto in occidente negli anni Sessanta e Settanta, l’emancipazione delle donne cinesi sta spostando in avanti l’età del matrimonio e incide sulla natalità. Una politica governativa a favore delle nascite allo scopo di contrastare l’invecchiamento della società cinese darebbe impulso ai settori di nicchia che servono il nido domestico come l’abbigliamento pre-maman, i prodotti sanitari e gli alimenti di alta gamma per i neonati, oltre a giocattoli, arredamento e passeggini.

Rich Kids, UHNWI e Billionaires. Il vero lusso è qui

Parlando di lusso dobbiamo distinguere tra quello accessibile alla classe medio-alta e quello vero destinato a pochi fortunati. L’agenzia immobiliare Knight Frank spiega che nel 2018 oltre 19,6 milioni di persone possedevano almeno un milione di dollari, ovvero lo 0,26% della popolazione globale. Un terzo di loro risiedeva negli Stati Uniti, seguiti da Giappone (2,3 milioni), Cina (1,5) e Germania (1,5). L’Italia era undicesima in classifica con 282.580 milionari, lo 0,5% dei residenti. Da qui al 2023 si prevede che la crescita maggiore dei milionari sarà localizzata nei paesi emergenti con in testa India, Cina e le nazioni Est Asiatiche.

Ancora più esclusivo è il club dei 198.342 ultra-ricchi con un patrimonio superiore ai 30 milioni di dollari. Gli UHNWI sono lo 0,003% della popolazione globale ma cresceranno del 20% da qui al 2030. La ripartizione geografica è simile a quella dei milionari e in Italia si contano 4.083 UHNWI pari allo 0,01% della popolazione. Londra è la città con più UHNWI, seguita da Tokyo, Singapore e New York. 

Questa clientela necessita di beni fuori dal comune quali aerei ed elicotteri privati, yacht e motoscafi, grandi residenze, supercar e oggetti d’arte. Dove comprarli? I brand come Hermès (RMS) e Tiffany’s hanno boutique monomarca ma esistono anche grandi magazzini come Le Bon Marché a Parigi, di proprietà di LVMH, e il famoso Harrods a Londra dove fanno shopping i Rich Kids che postano su Instagram la loro vita lussuosa.

Lusso, Instagram e influencer

Concludiamo proprio parlando di influencer. Nel corso degli anni la relazione tra aziende del lusso e influencer è andata crescendo nella consapevolezza che le nuove generazioni si fidano dei consigli di blogger e vlogger.

Oggi il più famoso in Asia è Tao Liang, conosciuto come Mr. Bags, che ha 7 milioni di follower tra le piattaforme Weibo, WeChat e Instagram ed è stato nominato da Forbes tra i “30 Under 30” cinesi più influenti nella moda. Da noi è famosa Chiara Ferragni, diventata imprenditrice della moda, mentre si affacciano nuovi personaggi su Instagram e TikTok.

Resta il fatto che l’attività (non sempre) disinteressata degli influencer ha sollevato dubbi tra le autorità preposte alla tutela dei consumatori potendosi configurare il reato di pubblicità occulta se non viene esplicitamente dichiarata la collaborazione tra il produttore e il blogger che in gergo si chiama Influencer Marketing.

L’influencer marketing su Instagram è in forte crescita e nel 2019 ha raggiunto il valore di 2,4 miliardi di dollari, più del doppio del 2017, a cui va aggiunta il boom di agenzie (320 solo nel 2019) e utenti giornalieri, 500 milioni di persone. Le campagne di influencer marketing hanno un tasso di successo pari al 75% visto che per i Millennial è diventato normale cercare consigli di moda online seguendo le persone che apprezzano e Instagram è considerato dai giovani un social media “sincero” dove condividere momenti di vita e consigli.

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Il nostro libro

Questa pillola che avete letto è tratta dagli scenari demografici del libro “Investire nei megatrend del futuro“. potete leggere un ampio estratto del libro grazie ad Amazon qui sotto.

Crediti: Foto di copertina by Alexandra Maria da Pexels

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.