Di Luca Ricolfi avevamo apprezzato e consigliato La mutazione, in cui evidenziava lo shift della paternità delle idee da sinistra a destra (e viceversa). In precedenza il sociologo  aveva delineato la nuova categoria della società attuale in La società signorile di massa. Un ossimoro in sé – se è signorile, quindi di pochi, non può essere di massa – ma che Ricolfi spiega con dovizia di numeri e particolari.

Ci sono infatti tre condizioni che simultaneamente si sono palesate: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni.

Tutto questo porta a una nuova organizzazione sociale, in cui si “consuma” la ricchezza accumulata nel corso dei decenni dalle due generazioni precedenti. Insomma, il rentier di Smithiana memoria.

Accanto a questo si sviluppa un’economia di basso livello fatta di “para-schiavismo” (come definita dall’autore), vale a dire lavori mal pagati, e infine la progressiva distruzione di scuole e università.

In realtà quest’ultimo mi sembra il punto meno persuasivo, visto che l’università italiana (anche se non tutta ovviamente) sforna menti brillanti, che però emigrano all’estero in posti premianti per lavorare e guadagnare. Insomma, esportiamo cervelli e importiamo… cosa?

Ricolfi, nel ritratto che disegna, non assegna giudizi morali o ideologici, ma il quadro che ne esce è sconfortante. Siamo un caso isolato in Occidente o solo il primo di una serie di Paesi condannati a questa fine?

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Di Massimiliano Malandra

Co-founder di questo sito. Analista fondamentale e quantitativo, socio Aiaf e giornalista professionista dal 2002. Esperto di approccio risk parity. Autore di vari libri.