Che cosa sono le SPAC e che relazione hanno con auto elettriche e astronavi? E’ importante capirlo dal momento che, a mio avviso, una nuova bolla sta per scoppiare e farà strage di Robinhooder.

Cosa sono le SPAC

Come spiega un dettagliato articolo di Società e Tributi Week, SPAC è l’acronimo di Special Purpose Acquisition Company, ovvero “una particolare tipologia di società veicolo destinata alla raccolta di capitali di rischio attraverso la quotazione e con l’obiettivo di investimento in una o più società operative esistenti”.

La raccolta di capitale avviene tramite la quotazione in Borsa della SPAC ed con la finalità di acquisire delle aziende già esistenti ma che al momento della quotazione non sono ancora specificate. Quindi chi investe in una SPAC lo fa al buio, nella speranza che la SPAC riesca a investire la liquidità raccolta nel migliore dei modi.

Le SPAC in Borsa Italiana

Il sito di Borsa Italiana, ci dice che in Italia il concetto di SPAC è noto dal febbraio 2009, grazie alla creazione del segmento MIV (Mercato degli Investment Vehicles) accessibile anche a questi veicoli. Le SPAC oggi si possono quotare sia sul segmento MIV sia sul segmento AIM e al 2020

Ma il vero boom è avvenuto di recente, con la Legge Finanziaria del 2016 che ha introdotto i PIR, che sono vincolati a investire parte del capitale nelle piccole e medie imprese e garantiscono vantaggi fiscali ai sottoscrittori.

Secondo un articolo di We Wealth, dal 2011 al 2020 Borsa Italiana ha ammesso 5 SPAC sul Miv e ben 24 SPAC sull’Aim per un totale di 3,8 miliardi di euro di capitali raccolti.

Nel sottoscrivere quote di una SPAC c’è il rischio che non si concluda l’operazione di investimento nella società target. Infatti delle 29 SPAC italiane 4 sono state revocate e 3 non hanno ancora completato le acquisizioni programmate.

Le SPAC in America

Le SPAC in poco tempo hanno riempito le prime pagine dei giornali finanziari e conquistato il cuore dei piccoli trader privati più propensi al rischio sulle startup tecnologiche, i “Robinhooders”.

Questa folta schiera di trader è oggi ancora più propensa a rischiare grazie all’ottima performance registrata da molti di loro nel 2020, come abbiamo scritto in questo articolo a chiusura dell’anno passato.

Secondo le analisi del sito SPAC Research negli Stati Uniti il 2020 sarà ricordato come l’anno delle SPAC. Ben 248 IPO di SPAC per un totale di 83 miliardi di dollari di sottoscrizioni.

Come si vede nella grafica qui sotto, il numero di IPO è quadruplicato rispetto al 2019 e l’ammontare raccolto è quasi sestuplicato.

Fonte: SPAC Research

Le SPAC sono il nuovo Eldorado dei Robinhooders? O stanno creando una nuova pericolosa bolla? Iniziano a chiederselo in tanti!

SPAC e IPO nel settore dei veicoli CASE

In questo innovativo settore è tutto un fiorire di IPO di SPAC a caccia di startup tecnologiche che costruiscano l’auto elettrica e autonoma dei sogni.

E la bolla si sta gonfiando, come spiega un bellissimo articolo del Financial Times. Ben 60 miliardi di dollari siano stati investiti dalle SPAC in aziende di auto tech che non hanno ancora fatturato un solo dollaro.

Ma l’aspettativa del pubblico è tale che le nove aziende di auto tech lanciate sul mercato nel 2020 con le SPAC hanno attirato migliaia di piccoli investitori. E’ il caso di Nikola Motor, definita da qualcuno il principale competitor di Tesla.

Ecco qui cosa può succedere a chi crede troppo nelle favole! Certo qualcuno ci avrà guadagnato fior di soldi ma gran parte degli investitori solitamente compra sui massimi della bolla e resta con il classico cerino in mano.

Grafico di Nikola mensile nel 2020

Qui sotto troviamo la grafica del Financial Times con la situazione delle IPO di aziende auto tech via SPAC.

Fonte: Financial Times

SPAC e IPo nel settore spaziale

Le SPAC vanno a caccia di aziende tecnologiche molto promettenti e che facciano sognare il risparmiatore. Cosa c’è di meglio del settore della New Space Economy (si veda la mia intervista sul tema per sapere cos’è)?

E anche qui forse la bolla si sta gonfiando. Se lo è chiesto il famoso sito di analisi The Motley Fool in un articolo intitolato “Non toccherei questa Space IPO con un bastone lungo 62 miglia“.

Leggendo l’articolo scopriamo che fino al 2018 volendo investire nello spazio c’erano solo una manciata di titoli quotati. Nel 2019 si quotò Virgin Galactic che fu la prima Space Company a utilizzare una SPAC.

Anche in questo caso il titolo è molto volatile con oscillazioni che dipendono dall’esito dei test dell’astronave e dalle news.

Grafico di Virgin Galactic mensile nel 2020

Oggi stanno arrivando sul mercato molte altre società della Space Eocnomy e c’è solo l’imbarazzo della scelta.

The Motley Fool ci mette in guardia su queste IPO piene di aspettative a cui corrispondono solo tante promesse ma poche azioni concrete e i business plan restano un poco “fumosi”.

Potremmo citare molti casi, ma vale la pena ricordare che il settore della New Space Economy è più soggetto a fallimenti di quello dell’auto elettrica. E di solito i fallimenti si concludono con una grossa esplosione che abbatte il razzo e anche il titolo quotato!

La prova sono gli ultimi test falliti a dicembre di cui ho scritto in questo articolo!

Conclusioni

Chi ha i capelli grigi, come il sottoscritto, si ricorda la bolla dei titoli dot-com degli anni Novanta del secolo scorso. La corsa ad acquistare qualsiasi cosa venisse quotato con il nome “internet”, “.com”, “.it” era folle tra il 1998 e il 1999. Tiscali, Egg.com e PagineGialle.it ne sono alcuni esempi.

Scatole vuote (in gran parte) che venivano valutate a prezzi folli da da analisti compiacenti che giustificavano le quotazione dicendo che era “la new economy” e quindi che bisognava valutare i modelli di business non sui parametri tradizionali ma sull’ipotesi di successo in mercati potenziali e futuri.

Sappiamo tutti come è andata a finire. Sono poche le aziende dot-com sopravvissute fino a oggi, perché guidate da imprenditori visionari e capaci.

La stessa cosa succederà alle IPO dello spazio e dell’auto elettrica. Molti sogni di gloria svaniranno perché banalmente ci sono troppe aziende per essere tutte assorbite da un mercato ancora agli albori. E ci sono da prevedere molti fallimenti tra modelli di business e prodotti che non soddisferanno le esigenze dettate dall’evoluzione del mercato stesso.

Noi, con il nostro libro, i nostri articoli e i nostri scenari di investimento cerchiamo di guidarvi verso porti sicuri lasciando ai Robinhooders i sogni di ricchezza immediata. Noi privilegiamo analisi e studi di alta qualità per tracciare una rotta affidabile nel futuro prossimo venturo, tra astronavi e auto che si guidano da sole.

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.