Nel contesto di mercato attuale vale la pena costruire portafogli resilienti? Probabilmente sì, anche se dalle banceh centrali giungono segnali di distensione. Natasha Brook-Walters, Co-Head Investment Strategy di Wellington Management, spiega in questo contributo come muoversi.

Riteniamo che il mondo sia entrato in una nuova era caratterizzata da un’elevata volatilità sui mercati e nei cicli economici, con una significativa divergenza tra le aree geografiche. Gli eventi della prima metà del 2023 hanno sicuramente avvalorato questa tesi. Solo nel primo trimestre abbiamo visto i mercati oscillare tra le aspettative di recessione e uno scenario Goldilocks, che a sua volta è stato sostituito dai timori legati alle turbolenze del settore bancario e a una recessione più profonda.

Tuttavia, molti investitori si chiedono come garantire che i loro portafogli siano pronti ad affrontare questa sfida e a cogliere le opportunità che potrebbero nascere in questo contesto.  

In futuro, i portafogli saranno messi alla prova e dovranno saper resistere ai cicli di mercato. Possono essere d’aiuto questi spunti.

Diversificare tra i regimi di mercato – Nella costruzione dei portafogli, gli investitori si trovano generalmente a proprio agio nell’implementare una diversificazione a livello geografico, di asset class e in alcuni casi anche fattoriale. In genere, però, tendono a non diversificare in termini di regimi di mercato e i portafogli sono spesso orientati verso una singola serie di condizioni specifiche. Il nostro team Multi-Asset ha adottato un approccio unico alla classificazione dei regimi. L’analisi dei “regimi impliciti di mercato” prende in considerazione varie caratteristiche (rendimenti, volatilità, correlazioni, ecc.) di ciascuna asset class e poi applica una tecnica di machine-learning per individuare modelli e classificare i contesti di mercato in cluster naturali (ossia, regimi).

Una gestione efficace del rischio attivo – La decisione in merito a dove “essere attivi” in un portafoglio è cruciale. Gestire in maniera efficace il rischio attivo richiede che gli asset siano aggregati nel modo migliore per mantenere il tracking error desiderato, evitare quello indesiderato e convertire efficientemente il rischio attivo in rendimento attivo.

Incorporare il cambiamento climatico nell’asset allocation – Riteniamo che il cambiamento climatico avrà un impatto sui risultati degli investimenti e quindi è fondamentale incorporarlo per costruire portafogli che siano resilienti sul lungo periodo. Infatti, ha un impatto sulle variabili macroeconomiche, come la crescita del PIL e l’inflazione; sulle dinamiche aziendali, come i costi e l’attività delle imprese; e anche sulle decisioni in materia di regolamentazione e politica fiscale. Questi fattori hanno a loro volta un impatto sui prezzi degli asset e sull’asset allocation. Inoltre, a nostro avviso, i temi d’investimento relativi al clima ampliano significativamente il set di opportunità per i portafogli multi-asset e possono creare opportunità di sovraperformance in diverse aree del mercato.

Per gli investitori può essere difficile resistere alle opportunità di breve termine in contesti volatili, ma riteniamo che sia importante rimanere concentrati sul lungo termine e assicurarsi che i portafogli possano sfruttare le opportunità strutturali offerte dai mercati. Di seguito illustriamo tre modi in cui gli investitori possono concentrarsi sul lungo termine.

  1. L’approccio paziente ripaga

Il nostro team ha recentemente condotto una ricerca che dimostra come concentrarsi sui rendimenti a breve termine possa generare un impatto negativo sulla performance dei gestori. Ad esempio, la nostra ricerca evidenzia che anche i migliori gestori attivi attraversano lunghi periodi di sottoperformance durante il percorso che li porta a ottenere risultati da top-quartile o addirittura da top-decile. Gli investitori che dispongono di una strategia che permette loro di restare orientati al lungo termine potrebbero essere meglio posizionati per generare sovraperformance, anche sulla base delle solide capacità di ricerca dei gestori.

2. Considerare gli investimenti tematici per ridurre l’esposizione al ciclo

Gli investimenti tematici sono intrinsecamente orientati al lungo periodo e al futuro, e possono quindi contribuire a ridurre l’impatto del ciclo economico a breve termine sui rendimenti del portafoglio. Da una ricerca condotta dal nostro team è emerso che la sensibilità degli investimenti tematici al ciclo economico è mediamente circa la metà rispetto a quella dei settori.

Riteniamo che gli investimenti tematici incentrati sull’inclusione sociale, come quelli orientati ai settori sanitario, agroalimentare e dell’istruzione, siano i più adatti a gestire questa maggiore ciclicità.

3. Riflettere attentamente sull’equilibrio regionale

Dopo la crisi finanziaria del 2008, essere sovrappesati nell’azionario statunitense ha portato a dei buoni risultati. Nel breve termine, tuttavia, riteniamo che sia giunto il momento di considerare un approccio più diversificato alle esposizioni regionali. Il possibile aumento della volatilità, i cicli economici più frequenti e l’inflazione strutturalmente più elevata potrebbero portare a una maggiore divergenza economica tra i Paesi, con le banche centrali e i governi che adotteranno approcci più indipendenti alla politica monetaria piuttosto che seguire le scelte degli Stati Uniti.

A nostro avviso, una regione che gli investitori dovrebbero prendere in considerazione, nonostante le difficili performance degli ultimi anni, è quella dei mercati emergenti. Molti portafogli hanno ridotto l’esposizione a questi mercati, ma con l’evolversi delle condizioni economiche globali, riteniamo ci siano diverse ragioni per credere che il prossimo decennio potrebbe essere positivo per i mercati azionari emergenti. Tra tali fattori, i più rilevanti sono le valutazioni interessanti, l’indebolimento del dollaro e le opportunità offerte dalla Cina. La nostra ricerca mostra che l’azionario dei mercati emergenti costituisce un mercato molto inefficiente, fattore che crea notevoli opportunità per la gestione attiva. Si tratta inoltre di un mercato in cui gli investimenti tematici possono consentire agli investitori di ottenere un’esposizione più bilanciata ai fattori strutturali di lungo periodo.