WOW! Martedì 15 novembre tutti i giornali, televisioni, blogger, influencer e siti del mondo hanno riportato la notizia che abbiamo superato gli 8 miliardi di anime viventi su questo piccolo e fragile pianeta.

E’ una data (e un dato) da festeggiare o di cui avere paura? Tanti sono i pessimisti che hanno paura per la sopravvivenza dell’Uomo nei prossimi decenni. Ma ci sono i realisti che snocciolano cifre e propongono soluzioni. Tra questi il redattore del lungo articolo de Il Fatto Quotidiano che vi metto qui sotto.

Fonte: il Fatto Quotidiano

Noi di InvestireNeiMegatrend.it di questi problemi ne parliamo spesso sul sito e ne abbiamo ampiamente scritto nella parte del nostro ultimo libro “Investire nei megatrend del futuro” dedicata ai temi del megatrend demografico. Partendo proprio da quanto analizzato dagli scienziati del MIT di Boston nel 1972 e pubblicato nel “Rapporto al Club di Roma” di cui abbiamo fatto la recensione del libro.

Ricordiamo che questo megatrend è quello che “guida” gli altri e trascina lo sviluppo economico, sociale del Pianeta. Basti vedere come si stanno distribuendo gli 8 miliardi di persone. Nelle grandi città e nelle megalopoli come mostra l’immagine qui sotto tratta dal sito di Paragh Khanna dedicato alla connettografia che vi consiglio di esplorare.

Qui vediamo le megalopoli connesse da una ragnatela di infrastrutture logistiche (strade, ferrovie, porti e aeroporti), energetiche (oleodotti, gasdotti, elettrodotti), digitali (cavi sottomarini) che hanno di fatto creato la globalizzazione che conosciamo.

Fonte: Sito di Paragh Khanna

Il problema però, come spiega bene il lavoro del Global Footprint Network citato dall’articolo de Il Fatto, è che lo sviluppo economico e umano ci ha portato a consumare più di quanto il nostro disgraziato ma paziente (ancora per poco) Pianeta è in grado di fornirci.

Qui sotto vedete nella mappa che vi consiglio di usare e navigare quali Paesi hanno una “footprint” positiva e quali negativa. E non sono più solo i Paesi occidentali a essere i cattivi di turno!

Fonte: Global Footprint Network

E tra i cattivoni, spreconi e inquinatori ci siamo anche noi italiani. Questa è la footprint dell’Italia calcolata dal sito. Come si vede abbiamo una biocapacità molto bassa a fronte di un’alta impronta ecologica. I dati sono al 2013 quindi potrebbero essere cambiati anche molto nel frattempo.

Fonte: Global Footprint Network

Tra i fattori critici per la sopravvivenza sul Pianeta c’è la cosiddetta “Sicurezza Alimentare”. Qui sotto vediamo quali sono i Paesi “virtuosi” e quelli meno. I virtuosi sono coloro che producono più di quanto consumano: Argentina, Brasile, Paraguay, Russia, Ucraina per citarne alcuni. Gli altri, tra cui noi europei in basso a destra abbiamo reddito in abbondanza per comprare dagli altri quello che serve.

Fonte: Global Footprint Network

La domanda da farsi è: “Noi possiamo importare cibo dagli altri, ma per quanto ancora?” Ovvero, in un mondo che va verso una crisi di risorse (cibo, acqua, energia, terreni) e dove la ricchezza si sta allargando grazie a una classe media crescente nei Paesi Emergenti (composta da decine di milioni di persone), per quanto ancora noi occidentali avremo il privilegio di importare ciò che ci manca per vivere?

Perché il mondo oggi non è più solo nostro, anzi, è loro! Come spiega bene il grafico qui sotto.

Fonte: Populationpyramid.com

E chiudiamo in bellezza questo articolo con la dichiarazione all’ONU fatta dal suo segretario generale U Thant. Era l’anno 1969! Meditate gente, meditate.

«Non vorrei sembrare troppo catastrofico, ma dalle informazioni di cui posso disporre come Segretario Generale si trae una sola conclusione: i Paesi membri dell’ONU hanno a disposizione a malapena dieci anni per accantonare le proprie dispute e impegnarsi in un programma globale di arresto della corsa agli armamenti, di risanamento dell’ambiente, di controllo dell’esplosione demografica, orientando i propri sforzi verso la problematica dello sviluppo. In caso contrario, c’è da temere che i problemi menzionati avranno raggiunto, entro il prossimo decennio, dimensioni tali da porli al di fuori di ogni nostra capacità di controllo.»

U Thant, Segretario Generale dell’ONU, 1969

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.