Per il libro della domenica torno a parlare di Africa con questo bellissimo libro scritto da Diego Masi dal titolo “Eurafrica. L’Europa può salvarsi, salvando l’Africa?“, pubblicato dall’editore Fausto Lupetti a luglio 2020. L’autore ha anche aperto il sito https://eurafrica.net/ che estende gli argomenti trattati nel libro.

Dal suo sito leggiamo che Diego Masi ha iniziato la sua carriera nel mondo della pubblicità a inizio anni Settanta e poi si è impegnato in politica, prima come assessore al Comune di Milano per due mandati, poi come membro del Parlamento italiano e come Sottosegretario agli Affari Interni con delega all’Immigrazione.

E’ stato Presidente di Action Aid Italia per 6 anni, fondatore di Alice for Children by Twins International, ONLUS che lavora nelle baraccopoli di Nairobi, e Presidente di Agricola Pro Bono, associazione che recupera cibo dai produttori agricoli per distribuirlo alle mense dei poveri.

E’ quindi la persona giusta per parlarci di Africa, di Asia, di Europa e di Italia. E del comune destinato che potrebbe legare insieme la vecchia Europa e il giovane (demograficamente) Continente Nero.

Infatti, come abbiamo già scritto in questo sito, l’Europa dopo secoli di sfarzo ha iniziato la sua parabola discendente: è in declino politico, economico, militare e tecnologico contro due potenze Cina e USA che hanno scatenato una nuova guerra fredda per il dominio del mondo. E quando due imperi si scontrano, sono guai per chi ci si ritrova in mezzo (al proposito vi consiglio di leggere il nuovo libro di Ray Dalio già recensito qui).

Il pensiero di Diego Masi riportato nel libro

L’esperienza sul campo di Diego Masi sia in Europa sia in Africa emerge dalle pagine del libro dove viene fatto un ritratto impietoso sia della “Bella Addormentata” a quattro velocità (l’Europa, ricca, anemica e vecchia, citando l’autore) sia dell’Africa, che è “un continente diviso in 54 stati malgovernati, per lo più corrotti, tutti oligarchici condannata al paradosso di Achille e la tartaruga, più cresce in popolazione, meno raggiunge un grado soddisfacente di ricchezza. È un continente condannato alla povertà che costringe il mondo a una non crescita. Perché se tutti i neonati tra ora e fine secolo non sviluppano e non si arricchiscono e non spendono, il mondo si blocca.” (p. 12 del libro).

Ma il vero interesse per leggere questo libro, a mio avviso, è l’idea innovativa di un progetto comune tra Europa e Africa, quello che l’autore chiama Eurafrica.

E ancora leggiamo: “l’Europa, che è la preda più facile, dovrebbe avere una strategia per uscire dall’abbraccio mortale degli altri due contendenti (USA e Cina, ndr). L’unica mossa e strategia ardita e creativa possibile in questa partita mortale è l’Africa, che rappresenta quello che l’Europa non ha: giovani, lavoratori, ricchezze. L’altra faccia dell’Europa. Occorre farle combaciare.” (p.16 del libro)

Ovvero: “da una parte un’Europa ricca di cultura e know-how, sempre più vecchia e povera di materie prime e stretta tra due poli che ingaggeranno una nuova guerra fredda. Dall’altra un continente pronto ad esplodere, non in grado di sfruttare le proprie potenzialità ed escluso dallo scacchiere internazionale. Eurafrica propone un piano europeo per lo sviluppo del continente africano.

Io forse non concordo su quest’ultima frase: “… un continente escluso dallo scacchiere internazionale.” Perché a mio avviso l’Africa è uno dei pilastri del progetto egemonico cinese della One Belt One Road (la Nuova Via della Seta) con decine di nazioni africane ormai colonizzate dai cinesi, visto che il progetto di “fratellanza” è iniziato nel 1959 con l’idea di Mao Zedong di costruire la Ferrovia della Libertà tra Zambia e Tanzania (Tazara) e non si è mai fermato.

L’Africa è la mia scommessa del futuro

Mi sto “nutrendo” di Africa da alcuni anni, nei ritagli di tempo, perché l’Africa è la mia scommessa di investimento per il futuro. Dopo il boom della Cina negli ultimi trent’anni, oggi assistiamo al boom dell’India e nei prossimi vent’anni a mio avviso potremo vedere il decollo del Continente Africano.

Che oggi conta 1,3 miliardi di abitanti, (erano 800 milioni nel 2006) e che raddoppierà la sua popolazione entro il 2050 continuando a crescere fino al 2100 quando ospiterà 4,4 miliardi di abitanti, in gran parte giovani. Per fare un confronto, l’Italia avrà solo 40 milioni di abitanti, gran parte dei quali anziani.

L’Africa è già oggi un laboratorio di tecnologie avanzate. Ne ho scritto nell’articolo “La corsa tecnologica dell’Africa” dove troviamo reti internet sottomarine e connessioni in fibra ottica e 5G, e la più vasta diffusione al mondo di app di pagamento elettronico, grazie alla Cina e al fatto che l’Africa è un pilastro dello sviluppo egemonico cinese della Nuova Via della Seta.

Senza dimenticare che nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro” parliamo anche della sperimentazione di droni a guida autonoma per il trasporto di materiale sanitario a lunga distanza usati in Rwanda e altre nazioni africane per salvare centinaia di vite nei villaggi sperduti.

Investire nell’Africa e nel suo sviluppo

Oggi per l’investitore italiano è difficile trovare azioni, ETF e fondi attraverso i quali allocare una parte di portafoglio sull’Africa. Sebbene le Borse Valori africane si stiano rapidamente sviluppando, le aziende locali non sono (ancora) quotate come ADR sui mercati USA o europei.

Restano quindi fondi ed ETF tra cui cercare. Vi consiglio di dare un’occhiata al sito Morningstar (cliccate qui) che riporta l’elenco aggiornato di strumenti di risparmio gestito sull’Africa. Analizzate bene i componenti sottostanti di ogni strumento, perché per “Africa” spesso si intende il Sudafrica, che è cosa ben diversa dal resto delle altre 53 nazioni del Continente, ed è comunque sovrappesato di titoli minerari.

Credo però che nei prossimi anni l’interesse per l’Africa farà nascere nuovi prodotti tematici, settoriali e localizzati per geografia su questo Continente, come è successo nel corso dei ultimi trent’anni con l’Asia, la Cina e oggi l’India.

Come leggere e acquistare il libro

Detto questo, ci sono tutte le premesse per leggere l’estratto del libro e per comprarlo. Se volete, andate subito in fondo all’articolo (o cliccate qui per andare su Amazon).

Qui sotto puoi leggere l’estratto del libro su Amazon (oppure clicca questo link).

Altri libri che parlando di Africa

Le nostre affezionate lettrici e i nostri lettori si ricorderanno che ho già recensito due bellissimi libri che parlano di Africa: uno spiega lo sviluppo economico del Continente grazie alla penetrazione cinese, non del tutto disinteressata, dall’evocativo titolo “Safari cinese. Petrolio, risorse, mercati. La Cina conquista l’Africa” e l’altro dal titolo “Il colore del nome“, scritto dal mio amico di scorribande estive giovanili, oggi importante giornalista d’inchiesta nei posti caldi del mondo, che racconta la sua vicenda personale e quella della sua famiglia tra Italia ed Eritrea nel corso del colonialismo italiano.

DISCLAIMER: Tutti i contenuti di questo sito non intendono in alcun modo costituire sollecitazione al pubblico risparmio oppure consulenza all’investimento in titoli azionari, contratti future, opzioni, fondi comuni o in qualsiasi altro strumento finanziario. L’attività del sito non costituisce consulenza personalizzata così come indicato dal D.Lgs. 58/98, così come modificato dal successivo D.Lgs. 167/2007. Chi scrive non conosce le caratteristiche personali di nessuno dei lettori, in specie flussi reddituali, capacità a sostenere perdite, consistenza patrimoniale. Tutti i contenuti del sito hanno solo scopi didattici, educativi e informativi. Gli argomenti riguardano l’analisi fondamentale e tecnica, i commenti sui mercati, la casistica operativa, piani di trading, ecc., ma non forniscono segnali di acquisto o vendita sui vari strumenti finanziari, né indicazioni per la gestione diretta o indiretta del capitale di terzi. Pertanto, chi legge i contenuti del sito riconosce la propria esclusiva responsabilità delle eventuali e successive azioni. Le informazioni finanziarie presenti nascono da conoscenze ed esperienze personali degli autori, che conducono inevitabilmente a valutazioni strettamente soggettive, parziali e discrezionali. Tutti i contenuti sono quindi passibili di errori di interpretazione e valutazione, come avviene per qualsiasi opinione personale. È possibile che chi scrive sia direttamente interessato in qualità di risparmiatore privato all’andamento dei valori mobiliari trattati in questo sito e svolga attività di trading o investimento in proprio sugli stessi strumenti citati, e quindi si trovi in conflitto di interesse con i lettori. Si ricorda che i rischi di perdite legati all’attività di trading possono essere molto elevati e arrivare ad azzerare il capitale impiegato. L’investitore deve considerare attentamente i rischi inerenti all’attività di trading e investimento alla luce della propria situazione finanziaria. Infine, si precisa che questo sito internet non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della L. 62/2001 poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Riteniamo che le immagini utilizzate a corredo dei post siano di pubblico dominio. Qualora invece dovessero essere coperte da diritti siete pregati di avvertirci (info@investireinmegatrend.it) e provvederemo a rimuoverle immediatamente.


Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.