Sul sito della Banca Centrale Europea mercoledì 14 luglio è stato pubblicato un lancio d’agenzia dal titolo “Eurosystem launches digital euro project” seguito da un post di Fabio Panetta dal titolo “Preparing for the euro’s digital future” che sono quasi passati inosservati sui media generalisti tutti presi a discutere degli Europei di calcio e delle polemiche seguite alla sfilata della Nazionale a Roma.

L’autore del post è però Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca nonché presidente dal 2020 del Comitato di ciber-resilienza dell’euro per le infrastrutture finanziarie paneuropee. Quindi, qualcuno a cui dare ascolto.

Prima di proseguire nella lettura, vi ricordo che abbiamo già pubblicato un articolo sul tema a marzo 2021 dal titolo “Euro digitale e pagamenti elettronici. La nuova era della moneta europea“, che vi consiglio di (ri)leggere per completare le informazioni di questo nuovo articolo.

L’era del denaro digitale

Come sanno bene i lettori di questo sito, la BCE non è la prima Banca Centrale che attiva un progetto di digitalizzazione della propria moneta. Varie banche centrali ne mondo stanno lavorando a progetti di monete nazionali in forma digitale.

Panetta ci informa che “Stiamo entrando nell’era del denaro digitale. Proprio come la merce o il denaro rappresentativo nel passato, il denaro digitale sta emergendo in risposta ai cambiamenti della società e della tecnologia“.

Sempre Panetta ci spiega che “Oggi (14 luglio), il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha quindi deciso di lanciare formalmente un progetto per prepararsi alla possibile emissione di un euro digitale. In termini concreti, questo significa che impegneremo le risorse necessarie per progettare un prodotto commerciabile. Ma la decisione se emettere o meno un euro digitale arriverà solo in una fase successiva. E in ogni caso, un euro digitale completerebbe il contante, non lo sostituirebbe.”

Le motivazioni per lanciare l’Euro digitale

I motivi che hanno spinto la BCE a creare un Euro Digitale sono vari: uno è dovuto al fatto che “Le soluzioni private per i pagamenti digitali e online portano importanti vantaggi come la convenienza, la velocità e l’efficienza. Ma pongono anche dei rischi in termini di privacy, sicurezza e accessibilità. E possono essere costose per alcuni utenti.” Un altro è il fatto incontrovertibile che “oggi, la digitalizzazione sta raggiungendo tutti i settori della nostra vita. La pandemia di coronavirus (COVID-19) ha dimostrato quanto velocemente può avvenire questo cambiamento. E questo sta influenzando il nostro modo di pagare.”

Per noi che ci occupiamo di megatrend e di educazione finanziaria è anche interessante notare un aspetto sociologico e demografico sull’utilizzo di mezzi di pagamento elettronici che emerge dal post di Panetta: “I pagamenti digitali sono ancora più usati dai consumatori con redditi più alti, mentre la preferenza per il contante è più alta tra quelli con redditi più bassi, riflettendo il suo ruolo essenziale per l’inclusione finanziaria.

Per capire come i pagamenti digitali stanno cambiando il comportamento dei consumatori italiani vi consiglio anche di leggere l’articolo di Massimiliano Malandra “La pandemia spinge i pagamenti digitali” su questo sito.

Le banche centrali non possono ignorare questi sviluppi. E data la trasformazione digitale in corso, che ha il potenziale di trasformare il panorama dei pagamenti e persino l’intero sistema finanziario, le banche centrali devono essere coraggiose e stare al passo con il ritmo del cambiamento.

La sicurezza di un Euro digitale contro le cryptovalute

Secondo la Banca Centrale Europea, un euro digitale fornirebbe anche sicurezza. Proprio come il contante, un euro digitale sarebbe un credito diretto verso la banca centrale e quindi non avrebbe nessun rischio di liquidità, nessun rischio di credito, nessun rischio di mercato.

Un euro digitale livellerebbe il campo di gioco e incoraggerebbe l’innovazione permettendo ai fornitori concorrenti – grandi e piccoli – di costruirci sopra. Fornendo servizi con “l’euro digitale dentro”, gli intermediari europei sarebbero in grado di rafforzare i servizi che offrono ai loro clienti e rimanere competitivi anche mentre i giganti tecnologici globali si espandono nei pagamenti e nei servizi finanziari. E la moneta della banca centrale rimarrebbe al centro del sistema di pagamento, rafforzando l’autonomia dell’Europa nell’era del denaro digitale.

La sperimentazione dell’Euro Digitale

Fabio Panetta spiega che “In parallelo, insieme alle banche centrali nazionali (BCN) della zona euro, abbiamo condotto un lavoro sperimentale per valutare la fattibilità tecnologica di un euro digitale. La nostra sperimentazione ha rivelato che l’infrastruttura esistente, come quella utilizzata dall’Eurosistema per i pagamenti istantanei – TARGET Instant Payment Settlement (TIPS) -, così come la tecnologia distributed ledger, potrebbe essere scalata per elaborare i circa 300 miliardi di transazioni al dettaglio effettuate nella zona euro ogni anno.”

C’è anche il problema ambientale da valutare. Come ben sanno i lettori del nostro sito, la produzione di cryptovaluta è uno dei lavori più energivori al mondo, tanto che viene effettuata da server localizzati in Paesi dove l’energia costa poco ed è in abbondanza, come la Cina.

Al proposito, Panetta afferma che “… i nostri esperimenti hanno dimostrato che l’energia necessaria all’infrastruttura di regolamento che abbiamo utilizzato è trascurabile rispetto al consumo energetico e all’impronta ambientale di criptovalute come il bitcoin, che utilizza più elettricità della sola Grecia o del Portogallo“.

Sul sito della BCE trovate tutta la documentazione relativa alle fasi di studio e analisi:

Quando arriverà l’Euro Digitale?

Progettare una nuova forma di denaro della banca centrale comporterà la definizione dei requisiti operativi e tecnologici e l’identificazione delle opzioni preferibili. L’obbiettivo della BCE è di effettuare due anni di lavoro investigativo sul design che un euro digitale dovrebbe avere, e poi iniziare a sviluppare un euro digitale, il che potrebbe richiedere circa tre anni.

Quindi, adesso sapete che le tempistiche sono lunghe e che la moneta digitale non andrà a sostituire i contanti. Adesso avete le nozioni necessarie per leggere criticamente i post allarmistici che vengono già pubblicati sui social in merito a questo argomento, falsando (o dimenticandosi di dire) tempi e modi del progetto europeo.

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.