L’uranio rappresenta una materia prima fondamentale per la transizione energetica (ne abbiamo parlato più volte, l’ultima qui). E negli ultimi due anni sono arrivati sul mercato diversi strumenti passivi che puntano sulle società del settore (emessi da HANetf Sprott, VanEck, Global X).

Ora è la volta delle cosiddette “junior miners”, ovvero le compagnie estrattive di uranio di piccole e medie dimensioni.

HANetf ha quotato infatti su Borsa Italiana il nuovo Sprott Junior Uranium Miners UCITS ETF (ticker: URNJ – Isin: IE00075IVKF9). Offrirà agli investitori un’esposizione pure play alle società estrattive di uranio di piccole e medie dimensioni che potrebbero beneficiare maggiormente di una forte crescita nel prossimo futuro. La versione statunitense di questo ETF ha registrato un grande successo tra gli investitori, raccogliendo oltre 340 milioni di dollari in AuM.

Hector McNeil, Co-Founder e Co-CEO di HANetf, ha commentato: “I prezzi dell’uranio hanno registrato un’impennata nell’ultimo anno, entrando in un nuovo mercato toro, in quanto il ruolo indispensabile che ricopre l’energia nucleare nella transizione energetica è diventato evidente. L’interesse degli investitori è aumentato costantemente, ma finora mancava in Europa un ETF incentrato sugli estrattori di uranio small e medium cap”.

Il settore dell’energia nucleare sta infatti subendo una forte crescita da quando è stata riconosciuta come energia affidabile e a basse emissioni di carbonio. In occasione della COP28, nel dicembre 2023, sono stati ben 22 i Paesi che hanno sottoscritto una Dichiarazione in cui si impegnavano a triplicare la capacità energetica nucleare entro il 2050. Tra essi anche Stati Uniti, Canada, Francia, Giappone e Regno Unito.

Con questa crescita del settore, l’attuale squilibrio tra domanda e offerta di uranio – elemento alla base della produzione energetica – è destinato ad aumentare, un fattore dal quale potrebbero trarre grande vantaggio gli estrattori di uranio.