Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche che godono di particolari incentivi fiscali e agevolazioni per lo sviluppo economico. Esse sono state create per attirare investimenti esterni (rispetto all’area di riferimento) e sostenere la crescita economica in regioni specifiche, solitamente meno sviluppate o con una infrastruttura limitata.

Queste zone possono essere create da un singolo paese o da più paesi in un’unione doganale, al fine di promuovere la cooperazione economica transfrontaliera. In generale, le ZES offrono un ambiente favorevole per gli investitori, che possono beneficiare di una minore pressione fiscale, ottenere agevolazioni per le esportazioni e godere di una maggiore libertà nella regolamentazione del lavoro.

Il primo esempio di ZES risale al 1980, quando la Cina creò la zona economica speciale di Shenzhen, che sarebbe diventata un modello di successo per le ZES in tutto il mondo. Da allora, molti paesi hanno seguito l’esempio della Cina e hanno creato le proprie ZES, tra cui India, Russia, Vietnam, Malesia e molte altre nazioni.

Le ZES possono essere classificate in base al loro livello di sviluppo e al grado di autonomia che hanno rispetto alla legislazione nazionale. Quelle più avanzate sono spesso create per attirare investimenti esteri e offrono una serie di incentivi fiscali e agevolazioni commerciali, nonché una maggiore libertà nella regolamentazione del lavoro e un accesso ai servizi bancari e finanziari.

Le ZES possono essere utilizzate anche come strumento per promuovere la diversificazione economica, attirare nuovi settori produttivi e sviluppare le capacità locali. Ad esempio, alcune ZES sono state create per promuovere l’innovazione tecnologica e la ricerca e sviluppo. Altre sono state create per promuovere il turismo o le attività agricole.

Possono rappresentare un volano anche per le startup.

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Agevolazioni delle Zone Economiche Speciali (ZES)

Le agevolazioni variano a seconda delle specifiche politiche regionali, ma alcune delle agevolazioni più comuni per le imprese che operano nelle ZES includono

  1. Esenzione fiscale: le imprese possono essere esentate da alcune imposte sul reddito e sulla proprietà, come l’IVA e l’imposta sul reddito delle società, per un periodo di tempo specifico.
  2. Regime fiscale agevolato: le imprese possono beneficiare di una tassazione sui redditi e sulla proprietà minore rispetto al normale.
  3. Semplificazione amministrativa: le Zone Economiche Speciali possono offrire una procedura semplificata per la gestione amministrativa dell’intera pratica.
  4. Accesso a finanziamenti agevolati: le imprese possono accedere a finanziamenti a tassi più convenienti per supportare lo sviluppo della loro attività.
  5. Sviluppo infrastrutturale: le Zone Economiche Speciali possono includere la costruzione di infrastrutture di base come strade, porti, aeroporti e reti energetiche per supportare lo sviluppo delle imprese.
  6. Promozione dell’export: le Zone Economiche Speciali possono offrire incentivi per le imprese che esportano i loro prodotti e servizi all’estero.
  7. Supporto per la formazione e la ricerca: le Zone Economiche Speciali possono offrire supporto per la formazione del personale e la ricerca e sviluppo per le imprese che operano nella zona.

Cosa migliorare nelle Zone Economiche Speciali

Come già sottolineato nell’articolo “ZES – Zone Economiche Speciali: cosa manca per migliorarle in 2 punti. Il sottoscritto è convinto che l’istituzione delle ZES in Italia rappresenti un potenziale per superare l’annosa questione meridionale.

Purtroppo il Governo ha impiegato non poco per renderle operative ma finalmente, con la nomina dei Commissari Straordinari, qualcosa si sta muovendo. Chiaramente ci sono quelli che stanno lavorando benissimo ed altri che sono un pò al palo ma è l’istituto che può rappresentare un cambio di passo per l’attrattività di territori e imprese per i territori del sud.

Benché siano nate per attrarre nuovi investimenti, possono diventare volano per l’intensificazione degli investimenti produttivi delle PMI nazionali.

Anzi, a mio modesto avviso, devono rappresentare soprattutto questo perché, mentre una multinazionale investe dove c’è convenienza (a 360°), un’impresa radicata sul territorio investe per migliorare se stessa contestualizzata nel territorio dov’è nata, dove opera e dove (soprattutto) immagina di rimanere.

Sono state immaginate e realizzate diverse gambe, capaci di rendere stabili queste istituzioni, manca però una “gamba finanziaria”, ovvero la possibilità di rendere veloce il finanziamento delle imprese interessate all’investimento su una Zona Economica Speciale.

Sarebbe necessario creare uno strumento finanziario specifico, per esempio il minibond, utile per reperire risorse da parte di investitori istituzionali (penso a Cassa Depositi e Prestiti). Uno strumento che possa qualificare le imprese che ne facciano richiesta e soprattutto offrire loro rapidamente le risorse finanziarie necessarie per realizzare gli investimenti.

Si potrebbe pensare ad un “basket bond ZES”, al pari di quelli già realizzati da Unicredit, BPER, Sella. Un basket che si distingua per la territorialità dell’investimento legato proprio a questa istituzione.

In sintesi

Le ZES possono rappresentare un’opportunità per il Mezzogiorno, che da troppo tempo soffre di una cronica mancanza di sviluppo economico. La regione meridionale rimane caratterizzato da una bassa attività produttiva, un tasso di disoccupazione elevato e un’economia fortemente dipendente dai finanziamenti pubblici.

L’istituzione delle Zone Economiche Speciali potrebbe rappresentare un’occasione per invertire questa tendenza. Attirando investimenti (non solo esteri ma soprattutto locali, di imprese già radicate sui territori.

Di Pasquale Stefanizzi

E’ PhD in materie economico finanziarie (Banca e Finanza) presso l’Università di Roma Tor Vergata, già assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento. Nel 2015 ha terminato con profitto il master in “Digital marketing” di Ninja Accademy. E’ consulente d’impresa e docente in numerosi corsi di formazione. Ha sviluppato un particolare interesse per le attività di accompagnamento delle imprese nei rapporti con le banche. E’ autore di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.