Dal crowdfunding alla banca del futuro il passo è breve… Su questo blog ci siamo più volte interrogati sull’evoluzione della finanza d’impresa, soprattutto in materia di startup, nei post:

La pandemia ha accelerato numerosi processi che erano già in atto da tempo! Il sistema bancario ne uscirà fuori completamente modificato!

Perché? I dati parlano chiaro. Il fintech, ovvero l’utilizzo della tecnologia a vantaggio della finanza, sta rimodulando i modi di operare di imprese, famiglie e sistema bancario.

Di recente CFA Society Italy ha pubblicato uno studio dal titolo “Equity crowdfunding: una ricerca empirica del mercato italiano” da dove emerge che, nonostante le restrizioni derivanti dalla pandemia, il mondo della finanza innovativa è cresciuto senza sosta (potete trovare il riferimento al post “CFA Society presenta paper su equity crowdfunding nel mercato italiano“).

Oltretutto poi il Fintech è tra i settori più attrattivi in materia di investimenti, infatti oltre il 56% degli investimenti è stato indirizzato verso la tecnologia, in particolare Fintech e Media Tech; a cui sono seguiti gli investimenti in startup di investimento ed in progetti di “green economy”, con quote rispettivamente del 18% e del 13% della raccolta totale.

Dal crowdfunding alla banca del futuro… lato consumatori

Il crowdfunding per il finanziamento delle imprese

Quale sarà la banca del futuro lato consumatori? Anche in questo caso il Fintech accelera il cambio di paradigmi e di modi di operare. E’ stato osservato, nel Rapporto sulla finanza sostenibile della Fondazione per la Sussidiarietà, che la velocità di chiusura di sportelli bancari fisici è accelerata nel corso dell’ultimo decennio.

Questa volta a segnare il passo del cambiamento sono stati città e paesi del Sud Italia.

Dove si contano 20 sportelli circa medi ogni 100.000 abitanti, al pari di Paesi come la Danimarca.

Questo processo non assomma ancora i risultati della maxi fusione Intesa/UBI avvenuta, negli aspetti operativi. Per non parlare di quello che potrà avvenire se dovesse andare in porto un’altra chiacchierata maxi fusione bancaria.

A fronte della riduzione degli sportelli fisici, si assiste all’aumento dell’utilizzo dell’home banking (come c’era da aspettarsi), grazie proprio al Fintech ed alla vorticosa attività di creazione di nuove app, nuovi servizi e nuove opportunità.

Sotto l’aspetto dello sviluppo e dell’immaginazione legata al Fintech riprendiamo una notizia di stampa di qualche giorno fa, ovvero l’arrivo in Italia di Vivid, l’app sviluppata in Germania che in 1 anno ha fatto incetta di oltre 100.000 clienti anche in Spagna e Francia.

Un conto bancario cui si possono versare euro e tante altre valute ma anche criptovalute e che consente l’investimento, anche solo di pochi centesimi, su un ampio numero di strumenti finanziari.

A chiudere il cerchio, l’investimento di altre risorse derivanti dal cashback su spese effettuate presso punti vendita fisici e store online.

Un momento anche di “educazione finanziaria” per i più giovani, disabituati alla parola risparmio e piuttosto spinti ad un consumo di massa finanziato dall’accensione di finanziamenti (Zalone docet)!

Come si sta muovendo il sistema bancario nazionale?

Il sistema bancario che cosa sta facendo di fronte a tale onta di cambiamento? Poco! Qualche giorno fa abbiamo osservato infatti che in Italia solo il 17% degli istituti finanziari ha attualmente in corso una partnership fintech.

Nel post “3 suggerimenti per avviare una partnership nell’open banking” qualche utile indicazione!

In sintesi quindi il fintech sta portando velocità e cambiamento, il sistema bancario potrà scegliere di essere travolto o diventare attore del cambiamento. In un caso o nell’altro ne uscirà modificato.

Agli operatori la scelta di definire un modello della banca del futuro coerente con le aspettative, soprattutto dei più giovani.

Senza dimenticarci che le innovazioni viaggiano sulle gambe delle persone e allora per rispondere al meglio alla domanda “quale sarà la banca del futuro” ci si dovrebbe chiedere se le persone che fanno vivere le istituzioni “banca” siano nelle condizioni di assecondare e, ove possibile, accelerare il cambiamento!

Di Pasquale Stefanizzi

E’ PhD in materie economico finanziarie (Banca e Finanza) presso l’Università di Roma Tor Vergata, già assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento. Nel 2015 ha terminato con profitto il master in “Digital marketing” di Ninja Accademy. E’ consulente d’impresa e docente in numerosi corsi di formazione. Ha sviluppato un particolare interesse per le attività di accompagnamento delle imprese nei rapporti con le banche. E’ autore di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.